Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 8/11/2009 alle 07:59

E’ la prima cosa che senti quando entri alla Innse. L’odore del ferro e del lavoro. L’odore della lotta che per 16 mesi (485 giorni) ha scandito la vita dei 49 operai della fabbrica di Lambrate che di fronte alla prospettiva di rimanere disoccupati hanno scelto di lottare. Lottare per continuare a produrre grossi macchinari e non vedere la loro fabbrica trasformata nell’ennesimo centro commerciale della periferia di Milano. Ed hanno vinto. Perché hanno provato ogni strada. L'esperienza dell’autoproduzione nel 2008, interrotta dall’intervento del tribunale, il picchetto giorno e notte dentro la portineria per evitare i tentativi di sgombero, e infine l’epilogo, ad agosto, con una clamorosa protesta di quattro operai rimasti 8 giorni su un carro-ponte a 15 metri di altezza. Provvidenziale perché di fronte al silenzio di Comune e Regione il gruppo Camozzi di Brescia ha deciso di continuare a produrre ed ha acquistato i macchinari e riassunto gli operai. E la lotta della Innse è diventata un modello da seguire in tutto il Paese. Venerdì 30 ottobre sono entrato per vedere con i miei occhi il carro ponte, le fresatrici e i macchinari che stanno tornando in vita. E con loro i primi 15 operai che hanno varcato il cancello il 13 ottobre scorso. Gli altri riprenderanno a breve ma intanto scalpitano per tornare dietro a quelle macchine. “Non vedo l’ora di tornare là dentro” mi dice un operaio all’uscita. L’odore del ferro non arriva fino a qui.

Categoria: Economia
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