Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 22/11/2009 alle 08:16

Tremonti era stato lungimirante, aveva previsto che la legge finanziaria sarebbe diventata terreno di scontro nella stessa maggioranza. Non a caso questa legge finanziaria è nata con pochissimi articoli e interventi essenzialmente di proroga di norme esistenti. Il resto è pura contabilità. Ma Tremonti non è riuscito a mettere al riparo la legge finanziaria 2010 dagli assalti alla diligenza. E’ vero che la legge finanziaria esce dal Senato con modifiche limitate, confermando sostanzialmente la dimensione inesistente degli interventi e i saldi di finanza pubblica. Tuttavia al Senato lo scontro è stato non da poco e un gruppo di senatori del PDL ha tentato di stravolgere radicalmente la manovra. Il Ministro, per ora, se l’è cavata perché ha promesso che alla Camera verranno esaminati i cambiamenti possibili alla luce delle entrate dello scudo fiscale, cioè dal rientro dei capitali esportati illegalmente all’estero. La litania del Governo che non si prendono nuove misure perché sono state già prese non convince più nemmeno la maggioranza. Non era mai accaduto che un gruppo di parlamentari della maggioranza tentasse un attacco al Ministro dell’Economia, fino a presentare una vera e propria controfinanziaria, che se fosse riuscito avrebbe portato alle dimissioni del Ministro. Vuol dire che la tensione è forte ed è del tutto prevedibile che alla Camera si riaprirà una disputa furibonda. Del resto per ora non c’è nulla in finanziaria sulla tanto strombazzata riduzione dell’IRAP, di cui ha parlato Berlusconi. Non ci sono le (modeste) risorse per la terza tranche dell’ assunzione di ricercatori. Non ci sono le proroghe di misure fondamentali come la detrazione fiscale per il risparmio energetico degli edifici (il 55%), perfino gli investimenti sulla banda larga non ci sono. In sostanza la lettura della finanziaria al Senato è finita con un zero a zero e prenota una nuova lettura dopo il passaggio alla Camera. Perché è praticamente sicuro che la legge finanziaria verrà alla Camera largamente cambiata e quindi dovrà tornare al Senato per l’approvazione definitiva. In proposito non va dimenticato l’allarme - lanciato dalla manifestazione della CGIL a piazza del Popolo - che il peggio sull’occupazione deve ancora arrivare. Chi è schiacciato dalle difficoltà della crisi, o sta per esserlo, ha il diritto di sapere se un’alternativa al sostanziale attendismo della destra è possibile. Questo però è anche il problema politico tuttora non risolto dell’opposizione: cosa si deve aspettare ancora per reagire?

Categoria: Economia
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