inserito il 8/12/2010 alle 07:00
DEDICATO AD ADRIANA ZARRI E' buio pesto, sono uscita dalla vostra vita alla chetichella, sotto una tintinnante pioggerella. Col mio solito passo lesto, ho camminato lungo un viale, intorno a me un mesto silenzio glaciale. Sotto un cupo cielo notturno, su cui si è aperto uno squarcio di sereno, saltello su un tappeto di foglie bagnate, anch'esse coricate sotto gli alberi, su cui sono nate, le cui chiome sono rimaste tristi e spoglie, ed ecco che in un baleno per me è già tutta una festa, perché, mischiati tra le foglie, vi rivedo con le vostre riviste e i vostri giornali. Mi illuminavate sul mistero nascosto nell'uomo, nel reale, troppo corrotto, per esser sgorgato da uno sprazzo di luce soprannaturale e sulle sue molteplici vie. Scrutando, sulle vostre luminose scie, l'imperscrutabile inquietudine del vostro tempo, con un chiarore in costante fermento, luccicavate nella mia solitudine, quanto le stelle del firmamento. Ora vedo la stella cometa, che mi conduce verso l'agognata meta, il mio pargolo tanto atteso, che, disteso in una culla di foglie sparse, mi sorride, stille di rugiada sulle mie labbra arse dal recitare ininterrotto una preghiera accorata, quasi un pianto a dirotto, speranza di una resurrezione desiderata. Vi terrò stretti fra le mie braccia, vi sfoglierò fra le mie dita, al palpito del suo e del vostro cuore nulla più mi addiaccia nella mia nuova vita. Alla vostra memoria ho consegnato la storia della mia sia lieta, che sofferta esistenza, vissuta alla sua e alla vostra costante e confortante presenza, alla ricerca dell'intrinseca essenza delle inesauribili parabole, segno mirabile del Signore. E ora lasciate che finalmente mi affidi alle sue amorevoli cure.
Categoria: Persone, Istruzione e Cultura
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