Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 13/1/2009 alle 09:00

Strepitoso il Berlusconi aviatore: nessuna verità industriale, balle alla quintessenza, gioco delle tre carte con rilancio di nuova Alitalia e contemporaneo potenziamento di Malpensa, Fiumicino e Linate insieme. Intanto, autorità cittadine, leghisti duri e puri, istituzioni nazionali, amicizie e business – tutte dell’entourage di centrodestra - si recano a cena nelle residenze private del premier e ne escono o soddisfatte (Bossi) o si lamentano per la mancanza di invito (Formigoni).

Sono quelli che lavorano davvero negli aeroporti e nella compagnia venduta a riscatto futuro ai Francesi a richiamare alla realtà. A partire dallo sciopero oggi in corso nello scalo varesino con la denuncia delle condizioni disastrose con cui si conclude la tragicommedia su cui la stampa continua a mistificare.

Vediamo i numeri odierni rispetto a quella che il Berlusca definì “la svendita”:

  • Ai tempi di Prodi Air France aveva messo 1,85 miliardi di euro per risanare e investire, dando in cambio titoli Air France allo Stato. La cordata dei 20 “patrioti” di CAI ha pagato 427 milioni. Se si considerano i debiti di Alitalia, allo stato il costo dell’italianità è di 3,3 miliardi a carico dei contribuenti.
  • Per l’occupazione, nella ipotesi Prodi e in quella Berlusconi i numeri sono gli stessi (12.500): soltanto che nella conclusione attuale sono entrati anche i dipendenti di Air One (quella di Toto, l’amico più patriota di tutti) e così gli esuberi sono passati da 2120 a oltre 4000.
  • Per la flotta, CAI mantiene 148 aerei, ma tra essi si assumono in leasing i velivoli di Air One (sempre su consiglio di Toto, l’illuminato).
  • I voli intercontinentali dall’Italia passano da 20 a 16. 13 da Fiumicino e solo tre da Malpensa
  • Per i servizi di SEA negli aeroporti milanesi la situazione diventa tragica, soprattutto per i probabili licenziamenti. Bonomi ha smesso di tuonare, la strada scelta gli ha tolto qualsiasi potere contrattuale ma non solo. CAI minaccia di levare l'handling alla SEA, con rischi di fallimento della SEA stessa e buona pace degli investimenti degli enti pubblici lombardi (comune di Milano e Regione). Si è messo in ginocchio di fronte a Colaninno, sperando di non essere affondato.
  • Per Lufthansa si è parlato fino a ieri come dell’asso nella manica  “filonordista”. Alla stretta, semplicemente non c’è, ma rimane ovviamente interessato - alle sue di condizioni! - al mercato di Malpensa.

Insomma, un disastro annunciato, voluto per interessi di pochi e consentito per incapacità di molti, nell’indifferenza, purtroppo, dei cittadini. Con la Lega e il partito trasversale del Nord che hanno perso  il nemico giurato di una volta contro cui protestare ed ora si lasciano, forse in cambio del federalismo, docilmente circuire dalle palle del Cavaliere.

Palle evidentemente ben cucinate, visto che vengono somministrate alle cene o di Arcore o di Palazzo Grazioli, mai in sedi istituzionali in cui rispondere con trasparenza agli elettori.  E non c’è casa di Berlusconi da cui Bossi non sia uscito appagato. Gran cuoco il Cavaliere! 

 

Categoria: Malpensa
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