Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 17/3/2009 alle 11:08

Non ci stiamo ancora rendendo conto di quanto profondamente stia cambiando l’America Latina. Mentre si estende la democrazia e i ceti popolari si riconoscono sempre di più nei loro governanti (si pensi anche alle elezioni recentissime in Salvador), i rapinatori di natura e diritti sociali vengono allontanati dal potere e le nuove costituzioni riconoscono i diritti all’acqua e ai beni comuni e l’inalienabilità delle risorse naturali. Sta crescendo in quel continente una attenzione alla biosfera, alla specie e al territorio, che da noi è ancora sconosciuta ed anzi negletta, come si può constatare da ogni atto di questo pessimo governo Berlusconi, tutto schiacciato sugli affari e il disprezzo dell’interesse comune. Così mi piace riprendere una notizia molto interessante se si esce dagli stereotipi nostrani, trasmessami da amici venezuelani nel loro italiano imperfetto. Il Venezuela sarà un paese libero di pesca a strascico a partire dal sabato 14 di marzo, una misura con la quale si vuole preservare la biodiversità e proteggere i piccoli pescatori, annunciò questo giovedì il ministro di Agricoltura e Terre, Elías Jaua. “Ratifichiamo ed annunciamo al paese che da questo 17 di marzo il Venezuela sarà escluso della pesca a strascico. Tutte le barche devono stare in porto sotto vigilanza delle istituzioni che si incaricheranno della supervisione della pesca marina e fluviale” affermò il responsabile. La misura fu annunciata ore prima dal presidente, Hugo Chávez, che argomentò che questo tipo di pesca è “un crimine contro la natura”. “Che distrugge la flora, il plancton, il fondo marino ed il 70-80 per cento della cattura si perde. Dà tristezza vedere come muoiono nella coperta della barca milioni di pesci mentre continuano a separare i gamberi che servono per l'esportazione” sottolineò il mandatario. Secondo Jaua, non ci sarà proroga per questa misura e che la stessa non provocherà perdite di posti di lavoro poiché l'Istituto di pesca ha previsto piani di reinserimento per le imbarcazioni e per le persone che rimangano senza lavoro dovuto a questa normativa. Secondo il governo venezuelano, la flotta di pesca a strascico ingloba circa 260 imbarcazioni e più di 2.400persone direttamente. “Dobbiamo costruire un nuovo modello per rapportarci con la natura e ottenere modi di produzione che preservino le risorse naturali” affermò il responsabile. Il ministro assicurò che se c'è resistenza a questo piano e le imbarcazioni non compiono queste norme potrebbero essere oggetto di un'espropriazione. Ma che bella notizia per chi pensa ad un futuro sostenibile e non solo ad un presente di rapina.

 
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: -
Archivi:
Ultimi post:
(23/5/2012 - 12:46)
(22/5/2012 - 11:37)
(21/5/2012 - 14:41)
(18/5/2012 - 10:23)
(17/5/2012 - 14:09)
(16/5/2012 - 13:10)
(15/5/2012 - 12:05)
(13/5/2012 - 22:00)
(11/5/2012 - 18:35)
(10/5/2012 - 13:50)