Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 31/3/2009 alle 10:58

Il 28 marzo era la giornata mondiale del clima. Mentre Berlusconi celebrava lo sfarzo del suo potere mediatico e i suoi sudditi accorrevano ad acclamarlo sotto l’occhio delle centinaia di telecamere che abitano il mondo virtuale in cui ci costringe a vivere, nel pianeta reale i governi, gli scienziati , gli uomini di cultura, le associazioni, i sindacati e tutta la società civile erano chiamati a dare la propria adesione e dedicare un poco del proprio tempo per essere partecipi del più grave problema degli anni a venire. Piante ed animali, dalle foreste pluviali alle foreste tropicali, dalle rane e le api agli orsi polari, si preparano ad abbandonare il Pianeta per sempre. Negli oceani è rimasto solo il 10% dei grandi pesci esistenti nel 1950. Entro il 2050 un terzo o addirittura la metà di tutte le specie viventi si sarà estinta se entro quella data il riscaldamento globale avrà superato i 2°C ( Chris Thomas, Nature maggio 2003). Con 2°C in più ci saranno tremende carestie (già ora ve ne sono), miliardi di persone non avranno cibo per sfamarsi ed acqua per dissetarsi. In Italia, anziché ridurre le emissioni di anidride carbonica come ci eravamo impegnati con il protocollo di Kyoto (1997), le abbiamo aumentate e siamo sopra di tredici punti percentuali all’obiettivo previsto. Questo deficit, nel 2012, si trasformerà in multa (da 3 a 5 miliardi di euro l’anno) che pagheremo tutti noi italiani. Il futuro è nelle nostre mani. Il surriscaldamento globale è il problema più urgente di tutti: non ultimo il fenomeno dell’immigrazione dovuto anche alle carestie e alla mancanza d’acqua. Purtroppo non siamo preparati ad affrontare la questione della salvaguardia della vita sulla Terra. Sono pochi i politici chese ne sono resi conto, malgrado si manifesti, a livello globale, una crescente presa di coscienza. Ad esempio, il congresso del nuovo partito personale del Cavaliere ha parlato d’altro. Anche perché, se il governo dovesse occuparsi del clima, dovrebbe fare l’opposto di quanto legifera. Ad esempio: chiederebbe di dimezzare la distanza percorsa dalle persone in auto; usareil più possibile biciclette e mezzi pubblici; fare la raccolta differenziata per evitare la costruzione di nuovi inceneritori; aumentare l’efficienza energetica degli edifici e delle centrali elettriche; costruire 2 milioni di turbine eoliche da 1MW; ricoprire 2 milioni di ettari di superficie con pannelli solari; porre fine alla distruzione dei parchi e alla cementificazione delle nostre città. Ma chi glielo dice al palazzinaro grande speculatore, al sostenitore delle centrali nucleari, al cementificatore impenitente, all’irresponsabile mentore di un’Italia senza crisi, che potrebbe continuare a consumare sopra e contro le possibilità della natura?

Categoria: Persone
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