Azioni, interventi e proposte per la competitività delle imprese.
Associazione Artigiani
inserito il 2/4/2008 alle 14:55

Senza dubbio si tratta di un grosso affare: le municipalizzate profumano di business e nessuno – prima di tutti gli enti locali, comuni e province, sindaci e presidenti – se lo vogliono lasciar scappare.
A Varese la crisi “ASPEM” è sulla bocca di tutti. E così “le beghe di quartiere” che hanno interessato, sino a rischiare il collasso, l’AMSC di Gallarate. Con i toni della polemica si ridicolizza l’ennesima occasione di competitività per questo territorio. Ad alleanze, aggregazioni e fusioni si è assistito con insistenza in questi ultimi tempi: l’AEM di Milano con l’ASM di Brescia, LineaGroup e A2A. Pochi esempi che ricordano quanto scritto su “Il Riformista” del 27 luglio 2007: “Sono questi gli strumenti (per l’appunto, l’unirsi e l’integrarsi, ndr), soprattutto dei comuni del Nord e Centro Italia, cui si va facendo ricorso per prepararsi alla competizione internazionale”.
E’ giunto il momento di guardare oltre e dirci che non c’è solo l’Accam, che la discarica di Gorla raggiungerà presto la saturazione e che i nostri rifiuti sono sempre più destinati all’inceneritore di Bergamo.

Sul nostro territorio, in tema di multiutility, tanto è se possiamo affrontare i problemi a livello locale. E chiederci se la politica abbia intenzione, o meno, di decidere come entrare nelle scelte e nel futuro di questo territorio.
- I consumatori-cittadini sono al centro dell’attenzione di queste continue querelle o si rischia, nuovamente, che tutto sia gestito come un problema di Consigli di Amministrazione?

- Si vuole pensare ai piani industriali e all’impegno, doveroso, di assicurare economicità ed efficienza del servizio delle multiutiliy o si ripresenta il balletto di poltrone di comuni ed enti locali che, proprietari di aziende che producono servizi, vogliono ricoprire il ruolo di imprenditori?

- C’è la disponibilità, da parte del Comune di Varese, di aprire un confronto – o una negoziazione – con LineaGroup o A2A oppure si vuole giocare la possibilità di riallacciare i rapporti con Gallarate, Busto Arsizio ed il resto del Nord-Ovest?

- Si pensa all’abbattimento dei costi dei servizi per l’utenza e alla costituzione di società di scopo o si vuole perpetuare il modello delle ex “microIRI”?

Come Associazione Artigiani insistiamo nella proposta di modelli regolati ma aperti al mercato. Ancora oggi crediamo nel ddl Bersani-Lanzillotta, una riforma incisiva e importante affossata prima dal Senato e poi dal Governo con la richiesta di modifiche a “passo di gambero”.
Ma anche alla possibilità che si possa coniugare la liberalizzazione alla privatizzazione per ottenere più mercato (e per un maggior numero di imprenditori) e più concorrenza, leva irrinunciabile per puntare a prodotti/servizi di qualità e a prezzi competitivi.
Ancora, dal Riformista: “Mentre si chiedono sacrifici a categorie e corporazioni, in vista dell’interesse a favorire lo sviluppo del mercato” non pensiamo si possa “conservare il monopolio pubblico municipale in un settore vitale per l’economia e per la vita quotidiana dei cittadini”.

Si deve, a ragione, ripensare l’organizzazione delle società che erogano servizi e chiedersi come poter ottimizzare la “messa in rete” di gas, energia, acqua, rifiuti, posteggi, tempo libero. Convincersi del fatto che “i servizi pubblici locali possono essere svolti in un’economia di mercato orientata ai criteri della sussidiarietà” per sostenere lo sviluppo e la competitività delle imprese del territorio. E’ fondamentale che chi gestisce tali servizi debba essere scelto tra chi possiede professionalità tali da garantire il miglior servizio al miglior prezzo. E questo lo si potrà fare attraverso la costituzione di un Albo degli Amministratori o un concorso pubblico per titoli ed esami che porti ad una selezione trasparente, aperta, garantita e libera dalla bagarre, opportunistica, della classe politica.

O si decide dove andare, o lo deciderà il mercato bruciando la possibilità di avvantaggiarci del fatto di poter contare su reti e utenti consolidati, forse l’unico punto di forza per contrattare condizioni di ingresso vantaggiose in fusioni già consolidate. A prevalere non dev’essere l’interesse della classe dirigente, ma il futuro economico di questo nostro territorio. La politica, seppur legittimata dai cittadini, dev’essere capace di costruire tra maggioranza e opposizione. E offrire le soluzioni più adatte esercitando il suo ruolo di rappresentanza degli interessi collettivi.
Tre devono essere le azioni alle quali ispirarsi:
- Condividere opinioni, tesi e decisioni sul futuro e sulla vocazione del nostro territorio;
- Costruire una coesione di intenti per acquistare forza e sicurezza nelle scelte;
- Operare sentendosi una squadra, così come è accaduto per l’Expo di Milano, dove l’Italia si è assicurata una opportunità di sviluppo futuro.

 

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