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inserito il 19/2/2009 alle 15:15

Lo psicodramma del Partito democratico non si attenua, e la conferenza stampa tenuta ieri da Walter Veltroni è servita ad aumentare ancor di più le tensioni interne al gruppo dirigente. Non si intravede una via d’uscita a una crisi che non è solo strategica, ma assai più profonda, e cioè di cultura politica. Che cos’è la sinistra italiana oggi? Quali sono le sue radici culturali e il suo radicamento nella società? Senza un chiarimento intorno a questi punti sarà difficile che l’Italia possa avere una opposizione credibile nel prossimo futuro.

Ma il problema non è di facile soluzione, e la debolezza culturale della sinistra è strutturale. Ne è convinto Piero Ostellino, editorialista del Corriere della Sera, di cui è in uscita a breve, per Rizzoli, il libro dal titolo “Lo Stato canaglia”. Un titolo significativo, che indica l’esistenza di un problema irrisolto nell’intera struttura politica e sociale italiana.

Ostellino, la crisi del Pd di questi giorni è solo l’ultimo sintomo di un problema molto più profondo: cosa c’è dietro alle dimissioni di Walter Veltroni?

Rispondo riportando un test, che io faccio spesso per capire che cos’è la sinistra oggi in Italia; lo sottopongo regolarmente ai miei amici di Milano che sono di sinistra, o che si definiscono tali. È un test molto semplice: basta chiedere loro: “che cosa vuol dire essere di sinistra?”, e non sanno rispondere. Il che vuol dire che c’è una crisi di identità del concetto stesso di sinistra, una crisi culturale che distrugge chiunque oggi faccia il segretario del Partito democratico. Non è la sovrastruttura “Veltroni”, o un domani la sovrastruttura “Bersani”, che entra in crisi: è la struttura stessa che non regge. 

E qual è questo problema strutturale della sinistra italiana?

Il punto è che la società civile che vota per la sinistra lo fa per un elemento identitario – non culturale – che è l’anti-berlusconismo. Ora, una cultura politica non si può reggere su un “contro”, che è per di più semplicemente contro una persona, e nemmeno contro ciò che quella persona politicamente rappresenta. Come è possibile che esista un’opposizione di sinistra che non sa nemmeno essa stessa cos’è? Chiunque diventi segretario del Partito democratico, sarà segretario di un partito culturalmente inesistente. Perso il referente dell’Unione Sovietica, la sinistra italiana non è stata più nulla: non è diventata socialdemocratica, non è diventata liberale, e ha ovviamente smesso di essere comunista. Ma cosa sia adesso, nessuno lo sa. Soprattutto non lo sa la base, e quindi questo crea un disagio che si riflette su chi governa il partito.

SEGUE

Commenti dei lettori: 2 commenti -
forse non sappiamo piu chi siamo ma,spero,non siamo ridotti al punto di avere come riferimento Sturzo e don Giussani ,se cosi fosse eleggeremmo segretario Formigoni,Gia ci si propongono modelli americani ,Obama ,o britannici ,Blair ,per favore,se proprio abbiamo bisogno di punti di riferimento torniamo al caro vecchio Gramsci,perche ce chi si e sempre sentito di sinistra ma non filosovietico come gli amici di Ostellino
Scritto da angelo il 19/2/2009 alle 22:13
Non sono assolutamente d’accordo con Ostellino, che forse continua a guardare troppo al Novecento ed alle sue ideologie. Il problema identitario purtroppo si pone oggi sia per la destra sia per la sinistra, in Italia, e non solo in Italia. Nel terzo millennio, caduto il socialismo reale ed emerse con tutta evidenza i limiti di un liberismo preKeynesiano, una sinistra moderna non può che avere come riferimento l’economia sociale di mercato, cioè un capitalismo governato dalla politica; ciò che è mancato negli ultimi trent’anni, quando i fautori del mercato e della deregulation assoluti hanno favorito una globalizzazione che ha accentuato gli squilibri nel mondo, di cui l’attuale crisi è una conseguenza. Non so se questa percezione sia avvertita a sufficienza dai gruppi dirigenti della sinistra o del centro sinistra; per gran parte dell’elettorato ciò è chiaro. Qual è invece, chiedo ad Ostellino, l’identità della destra italiana, per quanto oggi vincente, grazie anche alla capacità seduttiva del suo leader? Dico questo, non per nascondere il dramma della mia parte politica, ma perché il nostro Paese, oltre che fare i conti con l’implosione della sinistra o del centrosinistra, continua a non avere una destra moderna. Mariuccio Bianchi, Varese
Scritto da Mariuccio Bianchi il 20/2/2009 alle 00:33
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