Non cambiate un governo, cambiate l'Italia.
Daniele Marantelli
inserito il 24/7/2008 alle 11:39

 

  

La manovra fiscale del Governo è deludente.

Tremonti aveva annunciato di agire come Robin Hood.

Da un esame attento del provvedimento sembra che Robin Hood-Tremonti si sia limitato a riposare al fresco nella foresta di Sherwood.

Era stata annunciata la diminuzione della pressione fiscale attraverso l’abbassamento dell’aliquota IRPEF. Niente. Non ci sono pregiudizi nei confronti del Governo di centro destra (PDL-Lega).

I tagli alla sicurezza hanno indotto ad uno sciopero che ha uniti nella protesta i poliziotti ed il Cocer. Non accadeva da anni.

I tagli alla Scuola e all’Università hanno indotto i Rettori ad una dura presa di posizione contro il Governo. I tagli alla sanità hanno suscitato la protesta di Formigoni nei confronti del Governo, al punto da beccarsi da Tremonti l’accusa di essere un irresponsabile.

Come si vede, i giudizi negativi non sono stati espressi solo dal Partito Democratico.

Per contrastare il ciclo economico, che dipende indubbiamente molto dal contesto internazionale, l’unica misura concreta che il Governo doveva assumere era la detrazione per i lavoratori dipendenti, così da rilanciare i consumi: non è stato fatto.

Di fronte all’aumento del prezzo della benzina, Berlusconi ha annunciato di voler mettere un limite al costo del petrolio: proposito tanto lodevole quanto velleitario.

Il premier trova nemici ovunque: ieri i cinesi e gli indiani, oggi gli arabi.

Doveva invece fare una cosa concreta per i cittadini: potenziare il trasporto pubblico. Niente.

Il Partito Democratico ha avanzato numerose proposte nell’interesse dei cittadini. Per quanto mi riguarda ho ritenuto di chiedere al Governo di completare il finanziamento dei secondi lotti delle tangenziali di Varese e di Como perché le stesse costituiscono parte integrante della Pedemontana.

Il Governo di centro sinistra aveva destinato importanti risorse pubbliche (1 miliardo e 300 milioni di euro) e soprattutto aveva concesso alla Regione Lombardia nuovi poteri dando vita concretamente al federalismo infrastrutturale.

Le tangenziali di Varese e Como sono, giustamente, prive di tariffazione.

Il Governo ha accolto un mio ordine del giorno che lo invita ad individuare nella prossima legge finanziaria le risorse per completare la Pedemontana.

Mi auguro che questo avvenga e che si proceda speditamente a realizzare un’opera che le nostre comunità attendono da decenni.

 

                                                            On. Daniele Marantelli

 

Roma, 24 luglio 2008

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inserito il 9/6/2008 alle 17:01

Su invito dei dirigenti sindacali e dei lavoratori della cartiera di Besozzo, ho fatto parte della delegazione che oggi ha incontrato il Sig. Prefetto di Varese.

Il licenziamento di 180 lavoratori da parte della multinazionale svedese Munksjo è un atto di estrema gravità. La crisi del settore cartario e l’aumento dei costi energetici non giustificano certo modalità di relazioni industriali che ci riportano all’inizio del secolo scorso.

Il sig. Prefetto ha deciso di istituire un tavolo composto dalla Provincia di Varese, dalla Regione Lombardia, dall’Unione Industriale di Varese, dall’Azienda e dalle Organizzazioni Sindacali per affrontare questa grave crisi aziendale attraverso uno sforzo congiunto.

Si tratta di una proposta condivisibile che  mi ero permesso di avanzare quando ho incontrato, lo scorso 2 giugno, Festa della Repubblica,  riuniti in assemblea nella loro azienda di Besozzo, i lavoratori.

E’ apprezzabile anche l’impegno del Sig. Prefetto di informare il Presidente del Consiglio.

Si tratta ora di verificare se esistono concretamente i presupposti per garantire la continuità aziendale, sia per una decisione diversa della Munksjo sia grazie all’intervento eventuale di altri operatori del settore.

In ogni caso occorre salvaguardare il lavoro di tutti, nessun escluso, tenendo conto delle particolari specificità professionali dei lavoratori.

E’ anche per questo che è auspicabile siano adottate tutte le iniziative e tutti gli strumenti per rispondere alle preoccupazioni di centinaia di famiglie, attraverso un accordo che consenta al più presto soluzioni adeguate.

Da parte mia sarò, come ho fatto sin dall’inizio, a fianco dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali.

Varese, 9 giugno 2008

 

Categoria: Economia
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inserito il 21/4/2008 alle 19:26

Dopo la vittoria elettorale del centrodestra, nonostante il bel risultato del Partito Democratico, raggiunto molto grazie all’impegno straordinario di Walter Veltroni, ci si interroga giustamente sulle ragioni del successo del PDL e della Lega, su come consolidare ed estendere il Pd nel territorio e nella società e con quale profilo caratterizzare l’opposizione di centrosinistra nell’interesse del Paese.

Sono tutte discussioni necessarie che vanno condotte in profondità, rifuggendo da slogan e scorciatoie. In questi giorni l’attenzione si è concentrata molto sul voto alla Lega.

Accanto ad analisi rigorose si registra purtroppo il ricorrente festival delle banalità.

E’ chiaro che c’è un consenso che deriva dal radicamento popolare che i dirigenti leghisti puntano ad enfatizzare esaltandone la componente di proposta. Ma c’è anche il raccolto seminato su due terreni fertili. Tasse e sicurezza.

Del resto se alla destra sfiliamo questi due argomenti cosa può dire sul futuro?

Noi non abbiamo saputo farlo.

C’è poi una non trascurabile componente antipolitica. Si. Pur facendo parte a pieno titolo del ceto politico di professione i leghisti non vengono percepiti come tali da ampi strati della popolazione.

Molti osservatori sono così fragili sul piano culturale che rimuovano persino un dato politico di prima grandezza: che la Lega 15 anni fa espresse il Sindaco di Milano. Superficialità, malafede, sciatteria? Non so.

So che per il Partito Democratico si aprono ampi spazi di iniziativa politica.

Ne cito uno. In Europa in generale i partiti autonomisti preferiscono allearsi con i progressisti. In Italia Bossi ha scelto o ha dovuto scegliere un’altra strada.

E allora concentriamo la nostra opposizione su pochi temi: lavoro e crescita, sicurezza, federalismo fiscale, infrastrutture.

La nostra opposizione sarà tanto più incisiva quanto più sarà selettiva.

Si rilancerà l’hub di Malpensa? Si procederà speditamente a realizzare la Pedemontana e gli altri collegamenti necessari in vista dell’Expo 2015 a Milano?

Su questi temi dovremo incalzare Berlusconi e Bossi. Lo faremo facendo crescere la cultura del controllo ad ogni livello istituzionale.

Questo impegno sarà reso più efficace se il PD (partito nazionale ispirato a valori di libertà, giustizia sociale, solidarietà ed uguaglianza) si darà un’organizzazione federale.

Non servono discorsi fumosi, ma decisioni tanto coraggiose quanto semplici.

Il Partito federale è quello che ha nelle sue disponibilità regionali e provinciali le risorse finanziarie e l’autonomia per decidere programmi, alleanze e candidature e che, grazie a ciò, può incidere nelle scelte strategiche nazionali.

Tutto qui.

Un partito che accentua la sua dimensione popolare e promuove la partecipazione. Che sa unire cattolici e laici, anziani e giovani, settentrionali e meridionali. Non è di grande utilità quella certa sinistra che si alza a mezzogiorno perché stando a cazzeggiare sino alle quattro nei pub non può accorgersi di ciò che accade dalle 6 e mezzo del mattino in avanti nelle fabbriche, nei cantieri edili, nei capannoni degli artigiani e nelle strade sistematicamente collassate dal traffico.

Ho molto fiducia nel Pd di Varese. Il coordinatore provinciale Stefano Tosi sta promuovendo e valorizzando una nuova generazione che dovrà radicare il partito nei piccoli Comuni. Qui si vince la sfida. Varese, Busto, Gallarate e Saronno fanno circa il 25% della popolazione. Il restante 75% è distribuito negli altri 137 Comuni. Insieme all’amico Sen. Paolo Rossi cercherò di sostenere questa sfida difficile ma decisiva.

Però siccome molti in questi giorni mi hanno stressato su questa idea dell’Ulivo del Nord, non potendo né avendo l’intenzione di rispondere a tutti, ho deciso di mettere sul sito e sul blog alcuni interventi che possano essere di qualche utilità.

“Una nuova frontiera” dove nel giugno 2003 lanciavo per la prima volta su “La Prealpina” l’idea di Ulivo del Nord. La relazione sul “partito Federale” che ho svolto il 29/01/2007 a Verona ad un convegno dei DS. Un articolo scritto per l’Unità il 21 maggio 1997 e un’intervista a “La Provincia di Varese” del 17 giugno 2006 dove ho cercato di riempire di un qualche contenuto la mia idea, ormai datata, di Ulivo del Nord.

Grazie a tutti coloro che hanno sostenuto la campagna elettorale del PD, a coloro che ci incoraggiano e ci consigliano di fare di più e meglio e anche a quelli che, in buona fede, non condividono le nostre idee.

On. Daniele Marantelli

Categoria: Idee e proposte
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inserito il 11/4/2008 alle 17:33

La “Prealpina” 12-10-2004

Parola di Presidente commesso viaggiatore.

Vi aiuterò a vendere questo gioiello. Modello unico per la Difesa europea.

L’11 ottobre 2004 Silvio Berlusconi partecipò alle presentazione dell’M346, l’addestratore progettato e realizzato dall’Aermacchi.

Disse l’allora Presidente  del Consiglio: “Volete che io diventi il vostro commesso viaggiatore? Nessun problema. Vorrà dire che se ne venderemo tanti di questi aerei, e riusciremo così ad abbassare i conti industriali, mi guadagnerò delle provvigioni da investire nel salvataggio di chiese, monumenti, musei”.

Un premier che si impegna a piazzare articoli che costano 15 milioni di dollari l’uno è musica per le orecchie di Aermacchi. Crederci? Ora o mai più. “Nessuno dei governi precedenti avrebbe potuto assumersi l’impegno.”

n.b.: purtroppo l’ex Presidente del Consiglio non ne ha venduto nemmeno uno.

 

 

La "Prealpina" 24 luglio 2007.

M346 alla Difesa. Parola di Marantelli

“Il Ministero sta procedendo all’acquisto di 14 addestratori Aermacchi”

“Il Ministero della Difesa – afferma Marantelli – sta procedendo all’acquisto di 14 addestratori di ultima generazione dell’Aermacchi. Si tratta di una decisione importante perché conferma e rafforza l’investimento strategico fatto su un moderno addestratore da parte di un’azienda che è parte significativa della storia dell’Aeronautica Italiana e che svolgerà un ruolo fondamentale nelle politiche di settore anche nel futuro”.

“Contrariamente ad altri che avevano solo annunciato interesse per l’azienda di Venegono – continua Marantelli – il Governo di centrosinistra si sta adoperando concretamente per valorizzare la presenza italiana nei settori tecnologicamente più avanzati. Con questa decisione si muove un passo decisivo affinché l’M-346 si affermi sul mercato internazionale”.

 

 

La "Prealpina" 11 aprile 2008

L’M-346 fa volare l’Italia.

L’Aeronautica Militare Italiana ne ha già prenotati 15 e ha già messo al sicuro (sono in Finanziaria) le risorse necessarie per l’acquisto. Emirati Arabi e Singapore lo stanno valutando con esami dettagliati che, fino a questo momento, sono stati brillantemente superati. Cile, Stati Uniti, Algeria, Israele, Taiwan e Arabia Saudita hanno già posato gli occhi su di lui.

“Il nostro M-346 parla da solo – ha sottolineato l’amministratore delegato Carmelo Cosentino – e fa pubblicità nel mondo non solo ad Aermacchi ma all’Italia. Porta avanti il nome dell’Italia che si impegna e investe nei talenti ed è in grado di fare squadra e di ottenere risultati eccellenti.”

Un risultato possibile – ha precisato ancora Consentino – grazie anche al sostegno delle istituzioni italiane, Ministero della Difesa e dello Sviluppo Economico in primis.

 

 

Considerazione obbligata. Berlusconi chiacchiera, promette. Il Pd lavora e mantiene gli impegni con i lavoratori e le imprese.

Il leader della destra aggredisce gli avversari, insulta i Magistrati, il Presidente della Repubblica, offende la memoria di Falcone e Borsellino, resta prigioniero del passato.

Veltroni è il leader coraggioso di una grande forza riformista ed europea che ha deciso di rompere con la politica dei partitini, delle divisioni e dei vertici di maggioranza.

Walter Veltroni ha la forza per unire le migliori energie e i talenti del nostro Paese per guidare l’Italia finalmente verso un futuro di serenità e benessere.

Categoria: Economia
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inserito il 5/4/2008 alle 12:06

 

VARESE - Altro che il pullman. La macchina della campagna elettorale di Daniele Marantelli farebbe mangiare polvere anche al torpedone veltroniamo.

«Ogni giorno comizi, incontri, dibattiti in due, tre o più località della provincia, ora sono con Lusetti a Cassano Magnago, poi …..»

 

Nessuna paura di scoppiare? E poi, ne varrà davvero la pena ai conti dei voti? «Per chi ha passione politica come me, la campagna elettorale è un’occasione unica di ascoltare la gente, di arricchirsi umanamente, di capire anche le ragioni di chi ci critica. Sì, che ne vale la pena: rispetto a due anni fa, non c’è paragone. E’ stata capita la forza di andare da soli, di poter mantenere gli impegni che prendiamo. Nel 2006 passavo il tempo a rimediare alle uscite estemporanee di Diliberto o Pecoraro Scanio: dovessi solo giudicare dall’entusiasmo che trovo in giro, dalla disponibilità a coinvolgersi, dovremmo stravincerle queste elezioni».

Tanto più, nota Marantelli, che nel campo avversario la musica si fa spesso stonata: «Capisco le tensioni nel Pdl e nella Lega. Forza Italia, primo partito, non eleggerà a Varese nemmeno un deputato. Hanno dovuto subire lo smacco della ennesima candidatura di un leghista a presidente della Provincia e se Formigoni lascerà il Pirellone dovranno cedere pure quello a Bossi».

E’ qui la radice di una crisi che si estende al governo cittadino, nota ancora il deputato democratico: «Se un elettore giudica da Varese come finirebbe il governo Berlusconi-Bossi, appare una follia votare per loro: un vicesindaco e un assessore che si dimettono, tensioni sul sindaco, l’altra sera Maroni, al dibattito con me, che esclama: “Berlusconi non è il nostro padrone!” Ecco cosa ci riserva l’alleanza di centrodestra».

 

Ma come la metteranno nel Pd l’industriale, Colaninno e l’operaio? «Ma questa è l’Italia di oggi: dov’è lo scandalo di candidare insieme imprenditori e lavoratori se non nella testa di chi pensa ancora come negli anni ‘50? L’obiettivo dello sviluppo è comune, con l’attenzione ai problemi dei salari, delle pensioni e, aggiungo io, di una campagna di investimenti popolari nelle infrastrutture, che potrebbe avere proprio a Varese il suo centro propulsore. Quello che chiamo la proposta di capitalismo popolare, per raccogliere investimenti redditizi sulle autostrade o le strutture legate alla futura Expo».

 

A proposito dell’Expo milanese, Marantelli si diverte a lanciare un siluro a Berlusconi: «Dice che è merito suo? Strano allora  che nel 2004 quando era premier lui Trieste sia stata sconfitta  da Saragozza proprio per l’Expo!» E ce ne sono anche sulla vicenda Alitalia, a proposito della quale ieri Berlusconi ha rilanciato la proposta della cordata italiana.

«A seguire le evoluzioni di Berlusconi su Alitalia in questi ultimi quindici giorni mi è venuto il mal di testa: è più disinvolto di una ballerina di Striscia la notizia! Ma ora gli dico: tiri fuori questa cordata, se c’è, o veda di stare zitto, perché è ora di finirla di fare speculazioni elettorali su questa vicenda». Altro attacco, la manifestazione del Pdl sulla tangenziale varesina: «Che caduta di stile, rispetto a me e Aspesi sulla stessa opera. Noi abbiamo riconosciuto la collaborazione di Regione e Provincia con il governo che ha dato i finanziamenti decisivi: loro si sono tranquillamente appropriati di tutto il merito. Ma credo che i cittadini non siano ingenui e ricordino bene come i soldi per la Pedemontana, per l’Arcisate-Stabio, e si è realizzato il federalismo infrastrutturale, previsto dal programma del Pd, con l’attribuzione alla Regione, per la prima volta, di un ruolo gestionale nelle autostrade. E così gli investimenti per il settore aeronautico, li ha messi il centrosinistra, mentre quando governava Berlusconi abbiamo visto solo cartelli stradali in dialetto e l’Aermacchi non ha venduto un solo aereo grazie al sedicente premier-commesso viaggiatore». 

 

Oggi, Carnago, Fagnano Olona, Busto, cena elettorale a Varano Borghi, poi Luino e Gazzada. Domani, Oggiona, Cavaria, Gemonio, Porto Ceresio. E dire che potrebbe anche risparmiarsi tanta fatica: quinto in lista, il suo bis alla Camera è assicurato: «Ma io sono fatto così e ho fatto sempre così, anche quando sapevo già che non sarei mai stato eletto».

 

da La Prealpina - 5 aprile 2008

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