"abbiamo saputo restare legati alla gente, ascoltarla e dare risposte"
(Bossi)

Luciana Ruffinelli   lucianaruffinelli@libero.it
inserito il 30/10/2009 alle 15:26

Il Consiglio Regionale della Lombardia, il 15 settembre, ha approvato all' unanimità una risoluzione di grande importanza che impegna la Giunta ad attuare nuove misure per la sicurezza stradale.

La risoluzione arriva dopo più di un anno di lavoro di alcuni consiglieri di diverse commissioni – tra i quali anche chi scrive -, impegnati con dedizione per un obiettivo su cui tutti i partiti concordano.           

Abbiamo incontrato ogni categoria potesse essere inerente la sicurezza stradale, dai progettisti di strade e di auto, ai rilevatori di incidenti per le varie Polizie e per le assicurazioni. E poi i parenti delle vittime della strada, i traumatizzati e gli invalidi per incidenti stradali, i medici che dirigono il pronto soccorso per grandi traumi. E ancora tutti coloro che si occupano di educazione stradale, dai vigili alle autoscuole e persino gli psicologi che supportano i formatori e cercano di dare loro le migliori prassi per essere incisivi ed efficaci. Abbiamo anche visto filmati shockanti e analizzato statistiche impressionanti. Anche il confronto con le situazioni di altri paesi ha dato spunto a ragionamenti.

I dati dell’incidentistica stradale sono purtroppo un bollettino di guerra: in Italia si verificano ogni giorno 652 incidenti, con 16 morti e 912 feriti. Sono cifre veramente troppo alte e con ricadute di sofferenza personali e familiari e costi sociali notevoli per traumatizzati, invalidi ed esclusi dal lavoro. Nel Gruppo di Lavoro, man mano che il materiale e le competenze si accumulavano, ci siamo resi conto che per la sicurezza stradale non si sta facendo abbastanza . Anche se in tanti se ne occupano, il risultato è ancora lontano dai nostri desideri e dai traguardi che la UE ci pone. Anche se i “tutors” in autostrada hanno ottenuto buoni risultati, l’Italia non arriverà a diminuire i propri incidenti e le loro vittime del 50% dal 2001 al 2010 come l’UE richiede. Allo step intermedio del 2005 altri Paesi avevano raggiunto un 25%, che li dimostrava avviati al successo, mentre per l’Italia la riduzione è arrivata solo al 17,6% nel 2005 e al 19,7 % nel 2006. Il nostro trend può ipotizzare al massimo un risultato del 30%

Anche a detta degli esperti una causa va ricercata nel fatto che in Italia i controlli sulle strade sono ancora troppo scarsi: nel nostro Paese sono solo 400mila all’anno a fronte dei 4,5 milioni della Francia e dei 5 milioni della Germania.

Noi sappiamo come spesso la mancanza di personale e i diversi impieghi ai quali soprattutto la Polizia Locale è chiamata rendono la presenza su strada chiaramente insufficiente. Le ore serali e notturne non sono quasi del tutto presidiate. Le rilevazioni testimoniano che la velocità elevata, la guida distratta, lo stato psico-fisico alterato per alcool o stupefacenti sono tra le maggiori cause di incidenti (e qui tocchiamo un fattore principalmente umano, che possiamo anche identificare come mancanza di rispetto per la vita propria e degli altri).  Ma a questo si aggiunge la buona probabilità di “farla franca”, di non trovare agenti di controllo, di non incorrere nemmeno in meritate multe. Solo la sanzione sistematica e certa potrebbe essere un deterrente quando mancano il rispetto per il valore dell’esistenza e la responsabilità delle proprie azioni.

Un altro fattore che meriterebbe maggiore attenzione è la validità internazionale dei permessi di guida. Ci sono autisti che guidano grossi tir che hanno imparato a farlo su strade che non hanno il nostro calibro di traffico e con requisiti non corrispondenti a quelli italiani.

La risoluzione approvata si basa sui tre fattori della sicurezza stradale: il fattore umano, le condizioni delle strade, le caratteristiche dei veicoli. Per ciascuno vengono proposte delle nuove linee d’azione.

Per quelle di competenza nazionale sarà presentata una proposta di legge al Parlamento che caldeggerà l’introduzione dell'educazione stradale tra le materie dell'istruzione scolastica, l’anticipo a 16 anni della formazione alla guida e l’estensione delle competenze (non solo conoscenze tecniche, ma valutazione dei rischi sulle strade ed educazione alla sicurezza). La proposta al Parlamento conterrà  obblighi alle case produttrici di veicoli (come l'introduzione di limitatori di velocità sulle moto), riduzione della segnaletica fuorviante, razionalizzazione dei limiti di velocità, che devono diventare pochi e commisurati alla funzione della strada.

La Regione, per le proprie competenze, promuoverà campagne informative e una Giornata per la Sicurezza Stradale, attiverà centri di formazione alla guida sicura, potenzierà i controlli sulle strade e implementerà il monitoraggio degli incidenti. Inoltre incentiverà  percorsi formativi per tutti coloro che siano stati sanzionati per gravi infrazioni al codice della strada.  La risoluzione prevede anche che il Piano dei Trasporti regionale tenga conto della sicurezza della  viabilità del territorio e delle particolari problematicità dei centri urbani. Inoltre è stata ravvisata la necessità di estendere anche ai Comuni inferiori ai 30.000 abitanti, in caso di strade ad alta percorrenza o a forte rischio, l’obbligo di redigere il Piano Urbano del Traffico.

Personalmente ho fortemente sostenuto due altri possibili interventi. Il primo è l’invito ai Comuni ad istituire nelle giornate festive alcune ore di sola mobilità ciclistica, ore centrali della mattina e del pomeriggio, che non disturbino più di tanto chi si sposta in auto, ma permettano ai nostri bambini di uscire per la loro città almeno qualche volta in tutta sicurezza.

Il secondo riguarda la necessità di togliere dalle strade la cartellonistica pubblicitaria. Nonostante ci siano nel Codice della Strada (art. 23) disposizioni restrittive in merito, gli Enti proprietari di strade paiono disattenderle. Il risultato è  un inquinamento visivo senza pari in Europa, un degrado del paesaggio che fa ribrezzo e, non ultimo, il pericolo causato dalla distrazione che i cartelloni inducono e dall’ostacolo che i loro supporti di ferro o di cemento costituiscono in caso di uscita di strada. Non si tratta di essere contro la pubblicità, che rappresenta in se stessa un lavoro e nei suoi contenuti un supporto al lavoro. Ma gli stessi scopi possono essere perseguiti con altri mezzi o in altri luoghi: stadi e palazzetti dello sport, bande rotanti in qualche sito pedonale, posteggi di supermercati. Purché si eliminino quei supporti, spesso marcescenti, dove è anche possibile andare a schiantarsi!

Dopo l’approvazione della risoluzione, il Gruppo di Lavoro ha intenzione di chiedere una audizione al Ministero per portare le proposte lombarde, accompagnate da tutto il materiale preparatorio.

Abbiamo lavorato con dedizione e siamo soddisfatti della prima parte di risultato, ma davvero in questo particolare provvedimento non possiamo pensare di aver già raggiunto l’obbiettivo. 

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