"abbiamo saputo restare legati alla gente, ascoltarla e dare risposte"
(Bossi)

Luciana Ruffinelli   lucianaruffinelli@libero.it
inserito il 4/11/2009 alle 09:43

Ha ragione Sgarbi, quando dice che si sarebbero potute abbattere altre costruzioni molto meno decorose della casa con torretta di Morazzone. Ma ha torto su tutto il resto.

Già la definizione di “villa liberty” è assolutamente esagerata, come si può ancora vedere nelle foto abbondantemente pubblicate sui giornali e online, grazie alla fama del nostro storico dell’arte.

Di questa tipologia di case è pieno il Varesotto. A Busto Arsizio sono state documentate le ventotto più belle, grazie ad un prezioso lavoro del Circolo Fotografico Bustese, sfociato in un catalogo patrocinato dall’allora Amministrazione Comunale. Si erano volute fissare le migliori espressioni di questa tipologia, tralasciando altre imitazioni di più scarsa qualità.

La classificazione come “casa con torretta” ha spesso più senso che quella di “villa liberty”, perchè questi edifici – in questo caso mi riferisco a Busto Arsizio – ebbero un lungo e variegato successo dalla metà dell’ Ottocento fino agli anni Trenta, corrispondendo ad un desiderio di rappresentazione di nobiltà acquisita da parte della giovane borghesia imprenditoriale. Che a Busto incaricò anche architetti di fama, come Camillo Crespi Balbi o Silvio Gambini, e veri artisti del ferro battuto come il noto Mazzucotelli, il quale, sì, diede veramente prove altissime dell’artigianato liberty.

Per tanti di questi esemplari sarebbe meglio parlare di “stile eclettico”, tendente al neo medioevale e non tacere che le decorazioni venivano fatte - nei casi più corrivi - con cemento preformato in blocchi ripetitivi, di rapido ed economico impiego.

Se Sgarbi vuole approfondire l’argomento può fare un giretto per Busto per vedere l’eccezionale, il bello e il meno bello!

Il caso di Morazzone – a nostro parere - non era di gran curata qualità, a partire dai ferri battuti ben poco inventivi fino al parapetto del balcone e alle cornici delle finestre, appunto in cemento preformato. Certamente, se la casa fosse stata nostra, saremmo stati orgogliosi di salvaguardarla e di abitarla, appezzandone in particolar modo i volumi. Ma la proprietà non era evidentemente dello stesso parere e ne ha usato a propria discrezione, com’è legittimo per tutte le proprietà private. Non trovando alcun ostacolo alla demolizione perché il piano regolatore del 1985 non poneva vincoli e soprattutto non li poneva il richiesto parere della Sovrintendenza competente.

La scenata esagitata di Sgarbi contro il Sindaco di Morazzone e la Lega a Striscia la Notizia è l’ultimo dei tanti show di un personaggio che sa benissimo come tenere desta la propria visibilità mediatica. Ma in questo caso lo fa sgraziatamente, spargendo letame su di una amministrazione che non avrebbe assolutamente potuto agire in modo diverso. A rischio di essere chiamata in giudizio per omissione d’atti d’ufficio o per illecito amministrativo e di gravare le casse comunali con la resistenza perdente ad un giusto ricorso del privato. Oltre tutto, il titolo a costruire era stato rilasciato dalla precedente amministrazione, essendo questa in carica solo da pochi mesi. Quali strumenti avrebbe dovuto adottare il Sindaco contro un diritto già acquisito è da chiedere a Sgarbi.

Da lui, oltre a pareri non richiesti, l’amministrazione di Morazzone ha avuto insulti gravi e suscettibili di querela. Accuse di mafia e paragoni con crimini assolutamente fuori luogo.

Sgarbi finge di ignorare che esiste un diritto privato e un diritto amministrativo e  tralascia il dovere degli amministratori di esercitare il governo di un comune non come “cosa nostra”, ma nel rispetto delle regole.

Almeno qui, ci teniamo! Da noi, nel Varesotto e a Morazzone. Dove la Lega cerca solo di fare del buon governo. Sottoponendosi comunque sempre al giudizio da parte dei propri elettori.

Categoria: Infrastrutture
Commenti dei lettori: 1 commento -
Cara Rufinelli dopo tutto anch'io mi ero arrabbiato un po per lo sfregio che si perpetuava ma, sono arrivatio a pensare le stessa cosa che scrivi tu e cioè " che esiste un diritto privato e un diritto amministrativo e tralascia il dovere degli amministratori di esercitare il governo di un comune non come “cosa nostra”, ma nel rispetto delle regole" Ben arrivata
Scritto da Gualtiero il 4/11/2009 alle 10:11
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