"abbiamo saputo restare legati alla gente, ascoltarla e dare risposte"
(Bossi)

Luciana Ruffinelli   lucianaruffinelli@libero.it
inserito il 11/1/2010 alle 10:14

Un posto di lavoro su quattro si perde a causa della delocalizzazione. E’ quanto emerge da un’indagine della fondazione ERM (european restructuring monitor), finanziata dall’Unione Europea per studiare caratteristiche ed effetti delle ristrutturazioni aziendali. Basterebbe solo questo dato per descrivere quanto sia destabilizzante il fenomeno della delocalizzazione, che esplica le sue tragiche conseguenze su tutto il sistema produttivo ed occupazionale italiano. Effetti che si fanno in particolar modo evidenti nel sistema lombardo, sempre più boccheggiante anche se ancora oggi motore trainante dell’economia del Paese.

Le speculazioni delle grandi multinazionali hanno determinato nel biennio 2007-2009 la perdita di ben 520 mila posti di lavoro in Lombardia. I grandi gruppi industriali che hanno ristrutturato le proprie aziende trasferendone le attività nei paesi “emergenti” hanno cancellato, solo nei primi 10 mesi del 2009, oltre 40.000 posti di lavoro nella nostra regione. Di questi oltre la metà sono stati persi da imprese con meno di 15 dipendenti. Questo testimonia che la delocalizzazione sta danneggiando in maniera sensibile il tessuto produttivo composto dalle nostre piccole e micro imprese, spesso sub-fornitrici di grandi compagnie industriali. Sono molte le piccole realtà che, specializzate in una fase del processo di produzione, non hanno potuto competere con i Paesi in via di sviluppo e hanno dovuto cessare la propria attività.

I dati appena citati provengono da un sindacato confederale (CISL) e non dalla Lega Nord che da sempre mette in guardia il mondo politico da un modello di sviluppo basato sulla globalizzazione, di cui la delocalizzazione è uno degli effetti. Chi vuole trasferire la propria produzione all’estero, lo faccia pure, se le regole lo consentono, ma senza i contributi dei cittadini. Per questo il Carroccio lombardo ha presentato e fatto approvare dal Consiglio Regionale una mozione che impegna la Giunta Formigoni a non concedere risorse o agevolazioni alle imprese che spostano le loro attività all’estero, con conseguente perdita dei posti di lavoro “locali”.

Le realtà produttive lombarde vanno tutelate – secondo la mozione - anche attraverso contributi e forme di defiscalizzazione, a condizione però che conservino l’attività nei luoghi di origine, mantengano forza lavoro locale o assegnino commesse ad imprese dell’area di appartenenza. La crisi si sta riflettendo soprattutto nelle aree dove il tessuto produttivo è maggiore, quindi al Nord, con in testa la nostra Regione, che sta conteggiando numeri impensati di ricorsi alla cassa integrazione e di messe in mobilità, anticamere del licenziamento. La Lega ha voluto ribadire la sua posizione: giusto intervenire a sostegno del mondo imprenditoriale, a patto però che questi contributi siano utilizzati anche per salvaguardare i posti di lavoro dei lombardi e non per sanare il bilancio di aziende pronte poi ad investire in paesi di comodo.

Categoria: Idee e proposte
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