Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 21/4/2009 alle 13:22

Un amico brasiliano mi ha inviato  un breve, ma intenso articolo del teologo della Liberazione brasiliano Leonardo Boff che riporto per intero qui di seguito.

Tre riflessioni sul collasso del sistema neoliberale. La prima è che per salvare il Titanic che affonda non bastano correzioni o regolazioni. Si deve cambiare rotta, per evitare l'impatto con l'iceberg: convertirsi a una produzione che non si regga solo sul guadagno né sul consumo illimitato e escludente. La seconda, non illudiamoci che le brusche rotture ci porteranno a un altro mondo possibile, ma a un collasso completo di ogni convivenza, con vittime innumerevoli, senza alcuna certezza che dalle rovine nascerà un mondo migliore. La terza, la categoria della sostenibilità è centrale in qualsiasi tentativo di soluzione, cioè lo sviluppo necessario per la sopravvivenza umana e per la preservazione della vitalità della Terra non può seguire gli obiettivi attuali di crescita. Dobbiamo trovare un sottile equilibrio tra la rigenerazione della Terra con i suoi diversi ecosistemi e il preteso sviluppo necessario per il benessere umano e la continuità del progetto planetario in corso, che rappresenta la nuova e irreversibile fase della storia.
Dove vedo le maggiori difficoltà? Nella questione ecologica. Essa è citata solo en passant nelle agende politiche che riguardano le soluzioni della crisi. Nella recente riunione del G-20 a Londra, il tema non ha influenzato la formulazione degli strumenti per mettere ordine nel caos sistemico. Non si tratta solo del più grave di tutti, il riscaldamento globale, ma anche il disgelo, l'acidità del mare, la crescente desertificazione, la deforestazione di grandi regioni tropicali e la nascita del pianeta-favela, a causa dell'urbanizzazione selvaggia e della disoccupazione strutturale. Una natura devastata e un tessuto sociale mondiale lacerato dalla fame e dall'esclusione annullano le possibilità di un nuovo ciclo per un progetto del capitale. I limiti della Terra sono i limiti di questo sistema che ha imperato per diversi secoli. Il cammino più corto verso il fallimento di ogni iniziativa per uscire dalla crisi sistemica è questo trascurare il fattore ecologico. Esso non è un fattore esterno inevitabile. O gli diamo una centralità in qualsiasi  soluzione possibile o dovremo accettare l'eventuale collasso della specie umana.


Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 2 commenti -
caro agostinelli sempre piu d'accordo con te, voce nel deserto della sinistra varesina ferma al,certamente fondamentale ma lontano, 25 aprile1945 ed assolutamente indifferenti alla problematica ambientale. Quanto a leonardo boff e compagnia sappiamo come siano stati trattati dalla chiesa i lefefriani sono stati riabilitati loro no.
Scritto da angelo il 21/4/2009 alle 14:13
Mentre leggevo il blog mič capitato tra le mani un dollaro. Da che mi ricordo c'č una frase su ogni dollaro "IN GOD WE TRUST" Mi viene un dubbio ,non voglio essere irreverente,ma penso che i pił credono che il god sia il dollaro. Ritengo che se non torneremo a dare il giusto valore a questa frase e a ritrovare quella coscienza morale che č in noi, il governo del mondo continuerą ad essere la tavola imbandita dei moderni predoni.
Scritto da Luigi il 21/4/2009 alle 19:39
Archivi:
Ultimi post:
(23/5/2012 - 12:46)
(22/5/2012 - 11:37)
(21/5/2012 - 14:41)
(18/5/2012 - 10:23)
(17/5/2012 - 14:09)
(16/5/2012 - 13:10)
(15/5/2012 - 12:05)
(13/5/2012 - 22:00)
(11/5/2012 - 18:35)
(10/5/2012 - 13:50)