Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 23/4/2009 alle 15:37

Quando si è iniziato a comprendere la gravità della crisi economica generata dalla crisi finanziaria non sono mancati impegni, a partire da Tremonti, per modificare drasticamente le regole (e i prodotti) dei mercati finanziari, definiti la peste del XXI secolo. Ma anziché provvedere a “disinquinare” i mercati finanziari sembra di capire che si alzeranno i limiti posti all’inquinamento finanziario. Se i “veleni finanziari” non vanno a Maometto, è Maometto che.. Anche delle tanto proclamate intenzioni interventiste di Tremonti non resta granchè di concreto, almeno per ora. La teoria dei ragionamenti fin qui fatti conferma che sarebbe necessario stabilire controlli ben più severi sui mercati finanziari e arrivare a proibire la circolazione di alcuni prodotti finanziari, che peraltro probabilmente sono in lista di attesa per dare altri guai all’economia mondiale come gli hedge found e alcuni titoli “derivati” di speculazione. Per fare un esempio: non solo il falso in bilancio è ancora in attesa di essere reintrodotto come un reato punito con la necessaria severità, ma sono state tolte proprio dal Governo di cui Tremonti fa parte alcune barriere nei rapporti tra banca e impresa che erano state introdotte dopo la crisi del 1929 proprio per evitare i rapporti incestuosi tra finanza e impresa che sono stati all’origine di quella crisi. Del resto dopo il primo shock è in atto un palese tentativo gattopardesco di sopravvivere alla crisi da parte dei responsabili. Anche il Sole 24 ore da qualche giorno dedica articoli di peso a contrastare, in nome del mercato, il presunto populismo di quanti vorrebbero mettere un limite, e un controllo, alle super retribuzioni dei manager della finanza, come denunciati nel mio post. Peccato che le retribuzioni dei lavoratori tendano al basso e non solo perché non crescono ma anche perché l’aumento della cassa integrazione ovviamente abbassa la media retributiva. Peccato che proprio in queste ore si è saputo che un manager del gruppo Pirelli se n’è andato con ben 14 milioni e non risultano critiche particolari a questa decisione da parte del Governo. Disinquinare il mercato finanziario italiano, renderlo trasparente potrebbe rivelarsi un punto di forza, in grado di rovesciare l’immagine e la sostanza dell’Italia e quindi di attrarre capitali che oggi, dopo la crisi, chiedono chiarezza perché lo chiedono i risparmiatori che altrimenti preferiscono il materasso. E’ una linea che si basa sul “principio” che pecunia non olet. Invece sappiamo, dalla drammatica esperienza di crisi finanziaria che stiamo vivendo, che in certi casi non solo pecunia olet ma puzza proprio, perché è marcia come lo sono i titoli spazzatura. Tanto più che a fronte dell’enorme debito pubblico italiano tutti decantano la ricchezza privata e quindi occorrerebbe creare le condizioni di sicurezza finanziaria per convincerla a impegnarsi nella ripresa economica. Altrimenti è evidente che i soldi resteranno sotto il materasso o finiranno di nuovo e solo nell’edilizia. In realtà le emergenze: economica, finanziaria, del terremoto vengono viste come occasioni per togliere vincoli, per allentare le regole. Ai fini della cosiddetta peste del XXI secolo, le scelte del Governo ricordano i profumi che si credeva potessero proteggere dalla peste nei secoli passati, semplicemente sono inefficaci. Quindi i proclami di Tremonti, le altisonanti dichiarazioni che minacciano sfracelli nei mercati finanziari lasciano in realtà il posto ad una pratica molto più terra terra e fin troppo uguale a quella del passato.

 
Categoria: Economia
Commenti dei lettori: 1 commento -
Sommando tutte le retribuzioni percepite nella mia professione di insegnante, addizionate agli emolumenti pensionistici che spero di percepire ancora per un ventennio, non eguaglierò i compensi percepiti in un solo anno da un manager che, magari, ha sfasciato un'azienda. E' vergognoso. Senza giustizia la libertà non è compiuta. Anche in Italia dovremo arrivare a sequestrare i manager? Sono contrario alla lotta di classe, ma a volte...
Scritto da Angelo Eberli il 25/4/2009 alle 13:58
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