Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 27/5/2009 alle 11:32

La criminalità ambientale è in forma smagliante, una vera e propria economia sotterranea che non sembra risentire dei problemi di quella reale. Come dice quotidianamente don Tonio dall’Olio e come ci ricorda Legambiente la guerra alle ecomafie è sfida culturale, economica e sociale. Nel 2008 il fatturato dell’ecomafia ha raggiunto i 20,5 miliardi di euro, un record rispetto agli anni precedenti nonostante la crisi economica mondiale. Anzi, l’enorme disponibilità di contanti rappresenta in questo momento una marcia in più per i clan, arrivati quest’anno a 258. Sono 31 milioni le tonnellate di rifiuti speciali sparite nel nulla, pari ad una montagna di 3.100 metri. Una cifra mai raggiunta fino ad oggi. Il traffico di rifiuti  ha bisogno della collaborazione con un sistema parallelo, quello dei colletti bianchi: le cronache giudiziarie parlano sempre di faccendieri, imprenditori, funzionari, amministratori pubblici che traggono vantaggi dalle alleanze con le cosche mafiose. Lo stesso Pietro Grasso, Procuratore nazionale antimafia, ha sottolineato l’importanza di non ghettizzare il fenomeno ecomafia a sud, dal momento che la maggior parte dei “tombamenti” viene dagli imprenditori del nord. E, purtroppo, perfino nel traffico sotto indagine la Lombardia risulta al terzo posto tra le Regioni italiane. L’uso delle intercettazioni in questo tipo di indagini è fondamentale. Senza di esse sarebbero a rischio pressoché tutte le inchieste, in particolare quelle sul traffico di rifiuti. Ma questo Governo sta ostacolando in tutti i modi le inchieste, bocciando emendamenti alla legge contro le intercettazioni in tema di reati ambientali. Inoltre, il piano casa del governo Berlusconi, in questo mese messo sotto traccia per non alimentare polemiche in vista delle elezioni, funzionerà come un’amnistia verso l’abusivismo edilizio, che ne ha già tratto una spinta allo sviluppo in attesa della sua applicazione. Il rischio è quello di proporre una cultura dell’illegalità, laddove è invece necessario diffondere una responsabilità civile nei confronti del territorio. E che la questione delle ecomafie lambisca da vicino le nostre città e i nostri paesi è dimostrato dalle inchieste in corso sulle cave abusive nella nostra Regione e sui sospetti che da tempo sto verificando mentre denuncio i depositi e i traffici sul confine svizzero.

Categoria: Lombardia
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