Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 7/6/2009 alle 08:11

Le elezioni europee richiamano un sogno di una intera generazione: quella di dare una costituzione all’Europa e di costruire un popolo europeo con una visione comune del futuro e una valorizzazione pacifica delle immense risorse culturali, naturali, sociali del vecchio continente. Un sogno messo a dura prova dalla mondializzazione, dalla crisi, dal ritorno dei singoli Paesi a pensare in termini localistici e competitivi tra loro. Eppure, l’Europa rimane anche all’inizio del millennio l’occasione storica per la giustizia sociale, perchè la storia, se passerà ancora da queste parti, porterà un contributo locale utile per il pianeta solo se parlerà europeo.

Purtroppo, il nostro Paese sembra uscire dai grandi processi e si abitua a separarsene perfino arretrando civilmente, affidandosi a un Berlusconi impresentabile e fornendo una immagine di sé, fuori dei suoi confini, molto negativa. A chi sta a cuore l’Europa viene voglia o di votare “contro”, se non di non votare affatto. Io suggerisco di votare caparbiamente in favore di quel sogno, di andare al voto “per”, cercando, nonostante il dibattito nostrano non ne parli, le ragioni da affidare a un possibile eletto a Strasburgo.  Ragioni forti a favore di un’Europa sociale che rilanci i diritti dei cittadini anche in Paesi, come l’Italia, dove in questi anni gli stessi diritti sono invece stati ridotti.Una volta tutto era più facile: bastava seguire il nostro sogno, quello di una sinistra piena di promesse. Adesso sappiamo bene cosa non vogliamo, ma siamo incerti sulla direzione da prendere. Sappiamo però che per  progettare una società futura bisogna strutturare il potere evitando innanzitutto che i dirigenti, anche i nostri, formino una casta e che la politica diventi autoreferenziale.
Molto spesso le aziende pubbliche sono gestite in maniera irrispettosa per i bisogni del cittadino e sono diventate mangiatoie per pochi privilegiati; la qualità dei servizi pubblici è molto scarsa. Uno dei più grandi desideri della maggioranza degli italiani è di poter vivere finalmente in un paese normale, dove la parola «pubblico» non sia il sinonimo di «scadente». Ma questo desiderio, che non è ancora una speranza, può essere realizzato in due modi molto differenti. Brunetta ci suggerisce una strada autoritaria: facciamo lavorare sul serio i dipendenti pubblici, che sono dei fannulloni, e rafforziamo il potere del ceto politico sull'amministrazione. La sinistra che andrà in Europa deve essere invece capace di proporre e realizzare una strategia alternativa, basata sulla partecipazione dal basso alla gestione della cosa pubblica. Deve fare in modo che i cittadini europei percepiscano concretamente che le strutture pubbliche sono al loro servizio, che nel processo decisionale conta la loro opinione su quello che funziona e su quello che va cambiato, dimostrando credibilità. Anche incominciando a sperimentare un nuovo modo di fare politica e di gestire il potere, sia nelle amministrazioni locali che a quel livello europeo dove si prendono le decisioni che contano e dove, se vincerà la destra, i servizi pubblici saranno ridotti e gran parte dei diritti – al lavoro, all’acqua, all’energia, alla salute, alle pensioni, verranno messi sotto la tagliola delle privatizzazioni. Questa sinistra dovrebbe essere aperta a tutti coloro che condividono questo programma, riprendendo in mano le grandi bandiere della libertà, dell'uguaglianza e della solidarietà. La libertà che è anche partecipazione dei cittadini alla gestione dei servizi pubblici, partecipazione alle scelte della politica. Ebbene, io credo che “Sinistra e Libertà”, la nuova formazione della sinistra italiana, sostenga questo processo e penso che Rocco Cordì, con cui ho frequentemente camminato in questi anni e che conosco bene, abbia una storia e una esperienza politica e sociale così cristalline e trasparenti, da garantire un lavoro corale  per riconsegnare nelle mani solide e sovrane degli elettori  la speranza di un’Europa migliore. Perciò io voto Rocco Cordì …“per”.

 

Categoria: Persone
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