inserito il 7/6/2009 alle 08:11
Le elezioni europee richiamano un sogno di una intera generazione: quella di dare una costituzione all’Europa e di costruire un popolo europeo con una visione comune del futuro e una valorizzazione pacifica delle immense risorse culturali, naturali, sociali del vecchio continente. Un sogno messo a dura prova dalla mondializzazione, dalla crisi, dal ritorno dei singoli Paesi a pensare in termini localistici e competitivi tra loro. Eppure, l’Europa rimane anche all’inizio del millennio l’occasione storica per la giustizia sociale, perchè la storia, se passerà ancora da queste parti, porterà un contributo locale utile per il pianeta solo se parlerà europeo. Purtroppo, il nostro Paese sembra uscire dai grandi processi e si abitua a separarsene perfino arretrando civilmente, affidandosi a un Berlusconi impresentabile e fornendo una immagine di sé, fuori dei suoi confini, molto negativa. A chi sta a cuore l’Europa viene voglia o di votare “contro”, se non di non votare affatto. Io suggerisco di votare caparbiamente in favore di quel sogno, di andare al voto “per”, cercando, nonostante il dibattito nostrano non ne parli, le ragioni da affidare a un possibile eletto a Strasburgo. Ragioni forti a favore di un’Europa sociale che rilanci i diritti dei cittadini anche in Paesi, come l’Italia, dove in questi anni gli stessi diritti sono invece stati ridotti.Una volta tutto era più facile: bastava seguire il nostro sogno, quello di una sinistra piena di promesse. Adesso sappiamo bene cosa non vogliamo, ma siamo incerti sulla direzione da prendere. Sappiamo però che per progettare una società futura bisogna strutturare il potere evitando innanzitutto che i dirigenti, anche i nostri, formino una casta e che la politica diventi autoreferenziale.
Categoria: Persone
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