Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 11/6/2009 alle 11:21

Ormai gli scandali della sanità lombarda sono quotidianamente portati all’ordine del giorno da una opposizione attenta, da una stampa finalmente coraggiosa (in primis il Corriere della Sera) e da una magistratura che la Giunta Regionale tenta di intimidire con azioni di sbarramento e con la reiterazione dell’”eccellenza” lombarda come linea di difesa a priori. Ripeto da tempo che, per la sua commistione senza regole di pubblico e privato, la sanità nella nostra regione è fisiologicamente portata a favorire episodi come quello della santa Rita e, oggi, lo scandalo del Niguarda. Qui sono stati trovati 7 milioni di consulenze gonfiate che non risultano dai bilanci delle aziende, mentre Finlombarda, la società al 100% della Regione, ha fatto gravare il costo del progetto di finanziamento della struttura (140 milioni) sulla spesa corrente, scegliendo poi la strada del “project financing”, molto più onerosa del ricorso al credito normale. Chi paga e chi controlla dal punto di vista dei cittadini sovrani? Mentre l’indagine va avanti con verifiche ministeriali sugli ospedali lombardi, Formigoni invoca il conflitto di attribuzione in materia ispettiva e ricorre alla Corte Costituzionale. E lo fa con una circolare ai direttori sanitari per bloccare i controlli, anziché astenersi da qualsiasi interferenza. Ciò risulta sospetto: un atto improprio, che apparentemente intende difendere una competenza regionale, ma che in realtà ha lo scopo di fermare le ispezioni in corso su Niguarda oltre che di evitare l’individuazione di altri casi analoghi, finendo col coprire eventuali responsabilità amministrative, contabili e persino penali. Avendo appreso la notizia dagli organi di stampa, ho presentato un’interpellanza per chiarire le azioni intraprese dalla Giunta e per chiedere al Presidente della Giunta, partendo dal presupposto che - come ci auguriamo - non ci sia nulla da nascondere, lasci che gli ispettori del Ministero possano continuare a svolgere il proprio lavoro. Con buona pace dell’eccellenza sanitaria propagandata ai quattro venti ma nascosta sotto il tappeto quando la si va a verificare.

Categoria: Sanità
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