In Lombardia sono 55 mila i lavoratori interessati da provvedimenti di cassa integrazione in deroga e 7mila e 700 le aziende coinvolte. In fase di istruttoria ci sono altre 2mila e 900 domande per 25 mila lavoratori. Sono alcuni dei dati snocciolati ieri dall'assessore regionale al Lavoro, Gianni Rossoni, a cui vanno aggiunti i 240 mila posti in cassa integrazione ordinaria e la stima minimale di 47mila licenziamenti nel 2009. Una popolazione come mezza Milano in bilico senza lavoro e, mentre la via d’uscita da questo tunnel non si vede, la Giunta ripete che la crisi non c’è e che bastano pannicelli assistenziali per affrontarla: sostegno agli affitti di chi ha perso lavoro  (1500 euro annui), integrazione al reddito una tantum per i contratti a termine non rinnovati (600 Euro), dote formativa ridicola per chi è in mobilità. Nemmeno uno straccio di politica industriale per il rilancio dell’occupazione stabile e qualificata, mentre gli operai salgono sui tetti e i piccoli imprenditori si disperano perché le banche negano loro il credito. Il Pirellone non ha  consapevolezza della portata della crisi e non sa pianificare sul fronte degli aiuti a lavoratori, famiglie e imprese. Le ultime misure messe in campo da Regione Lombardia  sono un vero e proprio inno all'improvvisazione e alla propaganda e lo dimostra il fatto che si mettono milioni qua e la' come se si trattasse di tamponare falle che si aprono impreviste. La Giunta e' completamente allo sbando  e, mentre  apre  una partita di giro sugli aiuti alle imprese e ai lavoratori, non ha una sua politica vera di sostegno al reddito e nemmeno di sostegno alle imprese e ai settori in maggiore difficoltà, se non per qualche centinaio di milioni spostati alla rinfusa sulle voci di un bilancio appena approvato nell’illusione che la crisi non fosse alle porte.