Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 10/10/2009 alle 07:37

Altro che Silvio! Meno male che ci sono lavoratrici e lavoratori in carne ed ossa a richiamarci alla crisi e ai problemi del Paese. Un possente corteo ha sfilato per il centro di Milano e finalmente il mondo del lavoro ha imposto la sua voce, grazie al sindacato metalmeccanici della CGIL, che si è fatto carico della democrazia nei luoghi di lavoro e delle condizioni di vita di chi fatica da mane a sera. Il gruppo consiliare regionale Sinistra-Unaltralombardia si è posto al loro fianco e ha diffuso in una conferenza stampa il quadro da cui parte l’offensiva operaia che Governo e Confindustria vorrebbero esorcizzare con un accordo separato con Cisl e Uil. Sono i numeri su dati Inps a dipingere un quadro veramente drammatico. Tra gennaio e agosto del 2009 in Lombardia si sono registrati 40 mila licenziamenti (il 67% in più rispetto al 2008) e 138 milioni di ore di cassa integrazione, quando nello stesso periodo dell’anno precedente erano state 24,5 milioni (+463%). Ogni giorno arrivano notizie di fabbriche che chiudono. Moto Guzzi, Tenaris, Metalli Preziosi, Comital, Ideal Standard, Vodafone: il gotha della produzione lombarda ormai travolto da dismissioni e licenziamenti. Ad oggi sono circa 300 mila i lavoratori lombardi in cassa integrazione, senza contare che le domande ancora in fase di istruttoria coinvolgono altre 2.900 aziende e 25 mila persone. Con il rischio di una progressiva trasformazione in licenziamenti collettivi. In tale gravissima situazione i 60 milioni di Euro stanziati dalla Regione per i lavoratori che non hanno ammortizzatori sociali sono un pannicello caldo su una gamba di legno. Manca una politica industriale, mancano provvedimenti seri, urgenti e strutturali. Sinistra-Unaltralombardia ha presentato un progetto di legge finalizzato a disincentivare le delocalizzazioni,salvaguardando così i livelli occupazionali. Concretamente, si tratta di imporre alle aziende che trasferiscono la produzione fuori dalla Lombardia, qualora abbiano usufruito di contributi regionali, di restituire questi ultimi affinché siano impiegati invece come incentivi alle imprese del territorio che investono su ricerca, innovazione tecnologica, riconversione ecologica e impiego dei giovani. Ma a poco servirebbe una azione pur necessaria in Consiglio, se non fosse confortata dalla mobilitazione dal basso. E allora, meno male che la Fiom c’è!

Categoria: Lombardia
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