Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 6/11/2009 alle 08:02

Il debito pubblico italiano si approssima a raggiungere il 106% del Pil, confermando il nostro Paese al primo posto in assoluto in Europa, seguito dalla Grecia (99,2%). Il nodo storico del debito pubblico italiano non è stato certo risolto e nemmeno avviato su un ipotesi di rientro dall’attuale maggioranza di destra. Anzi, può dirsi che il Governo di Silvio Berlusconi abbia aggravato la situazione dei conti pubblici ben oltre gli effetti della crisi economica. È proprio il nodo della crescita dell’evasione fiscale il cuore del problema del debito pubblico. Da un lato le entrate fiscali latitano, dall’altro la spesa aumenta, nonostante i selvaggi tagli introdotti nell’istruzione e tutti gli altri settori statali. In questo quadro, il premier Berlusconi ha annunciato che sono allo studio del Governo «interventi per ridurre la pressione fiscale, aumentare i consumi e agevolare gli investimenti. Tra questi, il taglio graduale dell'Irap, fino alla sua soppressione. L’annuncio del premier è, però, un’evidente “boutade”. Se ci fossero le risorse la priorità sarebbe la riduzione dell'Irpef sul lavoro dipendente perché su questo fronte si è creato uno squilibrio micidiale che, se i sindacati non fossero responsabili, ci sarebbero già gli estremi per una rivolta fiscale. Il problema è che negli ultimi venti anni abbiamo avuto un peggioramento impressionante del reddito di lavoratori e pensioni. Si è ridotto di 10 punti rispetto al reddito nazionale e, contemporaneamente, le ritenute alla fonte sono aumentate di 10 punti, mentre sono rimaste uguali per gli altri. E’ bene ragionare su questa vergogna e non cadere nella demagogia dei nostri governanti: in primo luogo è il lavoro onesto e faticoso che va remunerato.

Categoria: Economia
Commenti dei lettori: 1 commento -
Vorrei sommessamente ricordare che, in assenza di posto di lavoro causa chiusura dell' azienda, il problema dell' Irpef non si pone neppure poichè non eiste più il salario sul quale calcolarla. Senza sostegno all' impresa non c'è futuro. L' IRAP è tassa odiosa ed iniqua; giustissimo farla sparire ! Quanto alle coperture, basterebbe equiparare la pressione fiscale sulle rendite a quella sul lavoro.....
Scritto da Pietro il 6/11/2009 alle 16:13
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