Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 1/12/2009 alle 07:38

Senza minareti, la Svizzera non avrà qualcosa in più ma semplicemente qualcosa in meno: le voci islamiche che invitano pubblicamente a guardare il cielo (e le splendide montagne che lo delimitano in basso) per la preghiera. Nel piccolo paese oltre le Alpi si è voluto far scomparire la dimensione simbolica della presenza islamica: come il velo, anche il minareto è stato considerato minaccioso dell’identità locale declinata in chiave religiosa. Il divieto di edificare minareti "è un ostacolo sulla via dell'integrazione e del dialogo interreligioso nel mutuo rispetto", ha affermato  la stessa Conferenza dei Vescovi svizzeri. Ma non è solo mancanza di riconoscimento dei 400mila svizzeri che professano la religione islamica sui 7,5 milioni di abitanti. La scelta del 57,5% della popolazione sottintende una paura che contraddice le stesse leadership religiose cristiane e mussulmane, propense all’integrazione e al dialogo, e offende una democrazia che, quando è forte, non si sente minacciata da una torre. C’è una parte xenofoba dell’Europa (e la Lega non perde occasione per schierarsi) che tende ad impugnare la Croce sottraendola alla Chiesa per giustificare l’attacco agli immigrati  e rendere disponibili i diritti delle minoranze alla maggioranza del tempo. Ma così si allontana la convivenza, la sicurezza, la pace. Lo stesso giorno, gli Svizzeri hanno votato infatti anche sulla proposta di vietare l’esportazione di armi. Per la terza volta la proposta è stata bocciata. L'anno scorso la Svizzera ha esportato materiale bellico in 72 paesi per un totale di quasi 722 milioni di franchi. Ma gli svizzeri (e forse anche qualche italiano che gioca al rialzo) hanno deciso che i minareti sono più pericolosi delle armi.

Commenti dei lettori: 1 commento -
caro agostinelli,confesso di non essere riuscito a trovare in rete la percentuale di votanti,anche tu dici che il 57% degli svizzeri dice no ai minareti,in realta è il 57%dei votanti che dice no, sapendo che in svizzera non vale la regola del 50% dei votanti per validare un referendum. La questione non è di pura lana caprina ma è significativa di come una notizia possa essere data in un modo o nell'altro travisandone la reale portata(pur dando per scontato il reale, negativo,effetto)
Scritto da angelo m il 1/12/2009 alle 13:36
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