Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 18/12/2009 alle 07:27

In questi giorni è iniziato il processo sulle vittime dell'amianto a Torino. Nel 1898 un medico londinese, H.M. Murray diagnosticò che le profonde alterazioni di tipo sclerotico che erano presenti nei polmoni di un uomo che aveva lavorato in una fabbrica di asbesto dovevano essere messe in relazione con la polvere presente nell'ambiente di lavoro e previde che in futuro casi come quello si sarebbero presentati con una certa frequenza. Già nel 1918 una società assicurativa statunitense (la Prudential Insurance Company) prese seriamnte in considerazione la possibilità di non stipulare contratti di assicurazione sulla vita con lavoratori dell'amianto. Nel 1960 venne per la prima volta ipotizzata l'associazione tra esposizione ad asbesto e mesotelioma pleurico. Sempre all'inizio degli anni sessanta si iniziò a contemplare un possibile riflesso della patologia sulla popolazione non lavorativa, ovvero di una patologia da vicinanza. Nel 1966 Thomson e Graves dichiararono, non senza scalpore, che i corpuscoli dell'asbesto erano presenti nei polmoni di un quarto dei cinquescento soggetti sottoposti ad autopsia nella città di Miami. Si è dovuto attendere il 1992 per avere la legge 257/92 in cui sono state definite le norme applicative per la cessazione dell'impiego dell'amianto e sono state vietate l'estrazione, l'importazione, la produzione, la commercializzazione e l'utilizzazione di tutti i tipi di amianto. Oggi il Consiglio della Lombardia è stato convocato in sessione straordinaria per affrontare la problematica dell’amianto. Le stime regionali di presenza sono di 2.800.000 metri cubi, ma al 2007, nonostante sia stato assunto l’impegno di eliminare l’amianto in 10 anni, ne sono stati rimossi solo 150.000. Le persone colpite da mesotelioma superano ogni anno le 300 unità e, complessivamente, un migliaio sono le morti all’anno per amianto. Non esiste un fondo per le vittime di amianto e mancano le discariche autorizzate per lo smaltimento (le otto esistenti sono stracolme e sono in via di autorizzazione 3 depositi a Brescia, uno a Treviglio, due a Cremona). Così per iniziativa dell’opposizione in Consiglio la ricca e avanzata Lombardia sta discutendo di una emergenza amianto fino ad oggi nascosta dalla Giunta. Ormai è passato più di un secolo e ancora la problematica amianto non è stata sanata per i vantaggi economici di pochi e l'immenso dolore di molti.

Categoria: Lombardia, Sanità
Commenti dei lettori: 4 commenti -
Sono questi i temi che si deve occupare il consiglio regionale e non degli interessi pubblici e privati dei consiglieri e assessori, vero Buscemi e Ponzoni?
Scritto da fabio il 18/12/2009 alle 10:31
A Varese c'è un caso sospetto, il Liceo Scientifico di via Manin. Quasi due decine di docenti, soprattutto donne, sono stati colpiti da qualche forma di cancro. Alcuni se ne sono andati, altri lottano ancora. Non so se ci siano state già o siano indagini in corso, mi auguro di sì, perché la percentuale statistica è abnorme. E' un edificio terminato nella seconda metà degli anni '70. Chi ha informazioni migliori le giri al nostro insostituibile Mario. Valerio
Scritto da Valerio Crugnola il 18/12/2009 alle 12:20
Seguiamo la vicenda da Broni (Pavia). Dopo 15 anni siamo ancora alla fase di messa in sicurezza del sito nonostante lo stanziamento di 21 milioni di euro: grazie per l'interessamento
Scritto da Gabriella il 18/12/2009 alle 12:53
Oggi, con la presentazione di un ordine del giorno approvato all’unanimità che impegna tutto il Consiglio, si è fatto un primo passo in avanti per mettere i siti in sicurezza. Del resto il tema è molto serio poiché riguarda la tutela della salute oltre che dell'ambiente e la Regione non può sottrarsi a un ruolo che la chiama direttamente in causa.
Scritto da Osvaldo Squassina il 18/12/2009 alle 14:34
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