Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 30/12/2009 alle 08:08

Il blog sta a riposo per le feste natalizie che auguriamo serene e ristoratrici. Avremo bisogno di molte speranze per l’anno nuovo e le giornate al volgere dell’anno sono le più propizie per trovare dentro di noi e condividere con gli altri l’energia che occorre. Lascio sospeso questo spazio fino all’inizio di Gennaio con alcune splendide osservazioni di Nadia Urbinati sulla mitezza e la profondità della parola in politica.

“LA POLITICA è l' arte della coesistenza tra sconosciuti - persone che non si conoscono, che non si frequentano come amici o parenti e che sanno conversare senza dover sapere in anticipo le rispettive idee e, soprattutto, senza dover essere sempre d' accordo. La politica è quindi anche il nome dello spazio che accoglie la parola-spazio che è pubblico perché non ci lascia entrare (o così dovrebbe essere) nelle vesti private alle quali affidiamo la nostra più intima identità, i nostri gusti, i nostri affari, i nostri sentimenti, le nostre scelte morali. Che ci fa comprendere che le parole servono a tenere aperta la comunicazione anche quando dissentiamo, che servono a farci capire e a interagire per trovare ragioni per assentire e dissentire, infine per decidere pro o contro. Con la parola e la politica ci si confronta sulle cose non fatte, da farsi, o fatte male; su scelte sbagliate o necessarie; sui problemi che sono quelli ai quali tutti pensiamo, dal lavoro alla sanità, dalla scuola all' integrazione degli immigrati, dalla religione nello spazio pubblico all' ambiente. Di fronte a questi problemi, che sono i problemi della nazione grande, lo spazio del discorso dovrebbe essere un' agora di cittadini che vogliono sapere e capire, che non si accontentano delle dichiarazioni roboanti e vogliono poter ragionare e controbattere. Fuori da questo spazio c'è quello che vediamo sotto i nostri occhi: reazione totale, violenza verbale e reale. Ma qui si ferma la ragione, perché di fronte all'atto esemplare di aggressione la parola è muta e impotente. Ed è di parole che invece vive la società democratica.”

BUON NATALE E ANNO NUOVO. E GRAZIE A CHI TIENE APERTA LA COMUNICAZIONE E RENDE VIVO L’USO PUBBLICO DELLA PAROLA
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 4 commenti -
Torno oggi dalla Francia per passare l'ultimo dell'Anno a Varese con gli amici. Il "clima" che si respira fuori dall'Italia è molto più sereno e preoccupato semmai per questioni gravi che riguardano tutti, senza diaframmi personali interposti con così grande irresponsabilità. Forse le leggi ad personam sono diffuse anche altrove, ma non assumono l'inquietante dimensione dell'ossessione di un'intera classe politica. Le parole di Nadia Urbinati riprese qui sono una bella introduzione all'anno nuovo. Speriamo!
Scritto da Annalisa Gazzoni il 30/12/2009 alle 09:12
Un bell'intervento, appropriato in una situazione come quella di oggi, dove le parole non sono quasi piu' utilizzate dai politici per comunicare ma piuttosto per attaccare o per escludere..
Scritto da Gabriele il 30/12/2009 alle 09:51
A proposito di parole e di società democratica, tu Mario ti ricandiderai alle regionali?
Scritto da Uno di Bizzozzero il 30/12/2009 alle 10:33
"Ed è di parole che invece vive la società democratica". D'accordo. Ma difronte all'inefficienza nei servizi pubblici e sociali alla gente, quella stessa "parola è muta e impotente". La gente, il cittadino-utente-cliente, chiede che quella parola sia efficace e risolutiva: per il Bene di tutta la collettività. Allora, e solo allora, la società democratica diventa credibile. Buon 2010 a tutti, in questa prospettiva.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 31/12/2009 alle 09:08
Archivi:
Ultimi post:
(23/5/2012 - 12:46)
(22/5/2012 - 11:37)
(21/5/2012 - 14:41)
(18/5/2012 - 10:23)
(17/5/2012 - 14:09)
(16/5/2012 - 13:10)
(15/5/2012 - 12:05)
(13/5/2012 - 22:00)
(11/5/2012 - 18:35)
(10/5/2012 - 13:50)