Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 16/1/2010 alle 12:08

Sono strazianti le immagini e i filmati che ci arrivano dall'isola caraibica, colpita il 13 gennaio da una delle più violente scosse di terremoto verificatesi negli ultimi 200 anni. Magnitudo 7,3 della scala Richter, che equivalgono ad una potenza sussultoria e ondulatoria ben 30 volte maggiore al sisma che ha colpito L'Aquila il 6 aprile scorso. Si parla di 500 mila morti. Ma occorre un momento di silenzio prima di cominciare a muovere tutti i passi necessari verso la solidarietà e di sgravarci la coscienza con l’ennesima, anche se necessaria, raccolta dei fondi dopo… Perché il disastro è avvenuto in uno dei Paesi più poveri e martoriati della terra, che non possiede nemmeno risorse da sfruttare nel sottosuolo. Gli scienziati e i sismologi affermano di aver preannunciato più volte che l'isola di Haiti sarebbe stata interessata a questi episodi sismici, poichè si trova nel bel mezzo delle due grandi faglie tettoniche. Indubbio che la battaglia contro il terremoto è una guerra persa in partenza, ma è anche vero che nelle zone cosiddette a rischio sismico si può in qualche modo prevenire il peggio, ad esempio con costruzioni in grado di garantire una maggiore resistenza. Ma quest'isola dalle molteplici problematiche a sfondo economico e sociale, dove la stragrande maggioranza degli haitiani vive con 2 dollari al giorno, non desta più di tanto interesse. Il terremoto è solo l’ultima sciagura in ordine di tempo delle sue disgrazie.  Questo popolo, il quale nel 70% dei casi vive nella povertà assoluta, non ha mai fatto scattare da parte dei paesi industrializzati un reale sostegno economico. Così, a questa tremenda calamità naturale si sommano i problemi sociali e culturali, il degrado ambientale con la massiccia deforestazione, gli standard delle costruzioni dove non esistono regolamenti edilizi, con tutte le problematiche prodotte dai governi instabili che si sono succeduti nel corso della storia.
Insomma Haiti è per eccellenza l'isola delle catastrofi naturali, come sottolineano gran parte degli scienziati. Negli ultimi 10 anni sono morte almeno 3 mila persone a causa delle tempeste tropicali e delle inondazioni alle quali l'isola caraibica è spesso soggetta. Senza parlare dei milioni di sfollati che hanno provocato. Insomma, forse la tesi avanzata da Debarati Guha Sapir, direttore del centro dell'organizzazione mondiale della sanità per la ricerca epidemiologica dei disastri, e cioè che la vulnerabilità alle calamità naturali è direttamente proporzionali alla povertà, non è del tutto priva di fondamento. Si pensi che le Nazioni Uniti e la Croce Rossa e altre agenzie umanitarie presenti nell'area avevano l'intenzione di divulgare dei manuali per la popolazione per aiutarla su come agire in casi estremi come questi, ma il contenuto dell'informativa non è mai arrivata agli isolani perchè non è stata tradotta dall'inglese al creolo, la lingua più parlata ad Haiti!

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 9 commenti -
Non ci sono parole per commentare questa tragedia.. Ma gli uomini danno il meglio di sè in caso di terremoto. Purtroppo la povertà continuerà ad esistere e queste catastrofi continueranno a succedersi nel corso della storia per cupidigia.
Scritto da curzio rosso il 16/1/2010 alle 12:24
@ Curzio rosso. Hai ragione. Il terremoto, catastrofico, apocalittico, ...terrificante! Una immane tragedia, un'infinita sofferenza, d'improvviso. La povertà è la catastrofe dell'uomo, da sempre, che è sofferenza e dolore e ingiustizia...
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 16/1/2010 alle 12:54
Wolfgang Sachs, ambientalista noto in tutto il mondo, in un suo recente saggio sostiene che le catastrofi colpiranno sempre di più i deboli, perchè incapaci di porre ripari tecnici e economici alla loro vulnerabilità e perchè i governi non spostano risorse per la vita se non a parole e per guadagnare voti. Terremoti, tsunami e cicloni mettono a nudo un pianeta malato e ingiusto e non solo la fatalità
Scritto da Michela il 16/1/2010 alle 12:56
@ Michela. Bellissima citazione, profondo commento che va alle radici della Verità: il libero arbitrio dell'uomo, unico essere vivente in grado di fare o non fare, sia il Male sia il Bene.
Scritto da Rosella e Carlo il 16/1/2010 alle 13:18
Leggendo le sue parole viene da pensare, tragicamente, se con gli haitiani sia stato più crudele la natura o gli uomini. E l'amara conclusione è che anche in questo caso il primato spetti a noi esserei umani. Questo tema della sopraffazione lo si vuole accantonare a tutti i costi. Ma non è un retaggio del passato e il cannibalismo che è in corso, uomini che mangiano altri uomini, anche nel nostro Paese, n'è una riprova. Cordialmente, Pino
Scritto da Pino Altieri il 16/1/2010 alle 20:01
@ Pino Altieri. Intelligente riflessione che amplifica ulteriormente il tema del post, andando in profondità. Già gli antichi latini osservavano che l'uomo diventa lupo degli uomini ("homo homini lupus"): la crudeltà dell'essere umano si esplica nell'ingiustizia e nella prevaricazione verso i suoi fratelli. E' più crudele l'uomo, non la Natura. Solo a pensare che esistono i poveri, i miseri, gli affamati e i morti di fame mentre altrove c'è opulenza e cinica crapuloneria generale...
Scritto da Idealisti delusi il 17/1/2010 alle 09:35
leggendo il rapporto "Freedom in the world 2010" scopri che Haiti è considerato un paese senza libertà e democrazia, in questi paesi chi ne fa le spese sono sempre i poveri, i ricchi trovano sempre il modo di stare dalla parte "giusta" il potere, Haiti è governata da una dittatura che ,a differenza di Cuba, è tollerata dai confinati americani, "cinicamente" mi auguro che lo spaventoso terremoto .. almeno in questo sia stato paritario, un po di uguaglianza almeno nella conta dei morti.
Scritto da franco il 17/1/2010 alle 11:03
La bambina attonita mostrata dalla TV che viene estratta dalle macerie e riceve automaticamente la maternità e la paternità dell'intera umanità è la prova di come il dolore e la giustizia ci fanno sentire vicini come persone e la cattiva politica produce invece egoismo e esclusione. Noi siamo gli stessi che non muovono dito per i barconi di rifugiati respinti dall'esercito in mare.
Scritto da Adrian Zanolla da Castelfranco il 17/1/2010 alle 12:36
Lo scienziato tedesco Sachs ha una visione sociologica e antropologica di sicura impronta cristiana avendo studiato, fra l'altro, anche teologia cattolica conseguendone il master (oltre che il master in sociologia e dottorato in scienze sociali). Una chiave di lettura per capire e andare oltre all'immane trageida di Haiti e mettere in risalto, ancora una volta, l'assoluta priorità dell'essere umano, protagonista e artefice della vita sociale nel Creato.
Scritto da Credenti (non praticanti) il 17/1/2010 alle 14:57
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