Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 18/1/2010 alle 10:33

E’ bene che i lettori di questo blog siano informati delle forme di prevaricazione “soave” che nella nostra regione vengono attuate nel silenzio degli organi di stampa, ad eccezione – e gli va reso onore – di un informatore indipendente come Varesenews. I fatti sono questi: il dottor Enrico De Alessandri, un dipendente regionale, già direttore del centro Regionale Emoderivati, soppresso con una immotivata risoluzione e quindi già oggetto di un precedente intento persecutorio, critica lo strapotere di Comunione e Liberazione in un sito teopol.it  pubblicando un dossier nel quale è descritto l’assalto ai posti di comando di una lobbies incontrastata in una regione che gestisce un bilancio da piccolo stato: 20 miliardi di euro. Immediatamente viene sospeso dal lavoro per un mese senza stipendio e al suo ricorso sindacale per illegittimità del provvedimento il suo superiore risponde che se non chiuderà il sito seguiranno sanzioni ancora più pesanti. L’accusa è di “ aver contravvenuto all’obbligo generale di diligenza e di aver denigrato il suo datore di lavoro”. In una mia interrogazione consigliare a risposta immediata sostengo che la sanzione disciplinare è infondata dal punto di vista normativo e addirittura abnorme dal punto di vista politico, dato che emergerebbe dalla vicenda una totale identificazione tra un movimento privato come Comunione e Liberazione e l’Ente pubblico Regione. E’ evidente che il provvedimento in atto è viziato da un pregiudizio ideologico e da un eccesso di potere, per cui va resa  immediatamente esecutiva la reintegrazione del dottor De Alessandri nell’attività lavorativa. La Giunta (e quindi Formigoni) risponde minacciando ulteriormente il dipendente e riproponendo un “perdono” a patto del ritiro di ogni giudizio negativo su CL. Siamo quindi a questo punto, non in Iran, ma in una regione civile e moderna come la nostra. E’ inaudito che una amministrazione pubblica ritenga legittima una coercizione della libertà di pensiero e di opinione dei suoi dipendenti. Mentre nessuno avrebbe da recriminare in merito a un’azione legale di Comunione e liberazione su uno scritto ritenuto lesivo, è vergognoso e nocivo della dignità personale che la censura arrivi da parte di un’amministrazione pubblica. E’ come se io fossi alle dipendenze del Ministro dell’Interno e per il mio appoggio dichiarato ai diritti degli immigrati e dei rifugiati politici fossi costretto a passare in un ente pubblico il cui titolare fosse meno proclive alla intolleranza. E pensare che la Lombardia è la culla dei Manzoni dei Beccaria e dei Cattaneo, difensori appassionati del pluralismo e dei diritti al punto di essere sempre disposti all’ascolto e al confronto anziché alla sanzione.  Il datore di lavoro del dottor De Alessandri non è Cl, è la Regione Lombardia di tutti noi cittadini liberi!

 
Categoria: Lombardia
Commenti dei lettori: 7 commenti -
Caro Mario, hai ricordato Varesenews in questo post che suscita grande interesse. Ebbene solo pochi giorni fa Varesenews ha ospitato il tema in oggetto che ha ricevuto circa 130 commenti da parte dei lettori (cliccando su Varesenews, "Critica Comunione e Liberazione e viene sospeso: è scontro in Regione"). Argomento assai vivace... da non perdere! La domanda di tanti: che epilogo potrà avere tale vicenda?
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 18/1/2010 alle 11:44
Incredibile! Ma chi può pensare di limitare la libertà di critica solo perchè chi la esprime è un lavoratore salariato subordinato? Allora la libertà si ferma davanti agli uffici e alle fabbriche!
Scritto da Adrian Zanolla il 18/1/2010 alle 11:44
Purtroppo quello che denuncia De Alessandri è tutto vero e ovunque gli appalti targati Regione Lombardia portano il segno indelebile di Cl: dal nuovo pirellone, passando per gli appalti più succosi della sanità fino all'edilizia popolare, ultimo settore di business per la potentissima lobby Cl-Compagnia della Opere. Pensate a tutti gli scandali, tengenti e appalti truccati e troverete qualche protagonista dello strapotere ciellino.
Scritto da curzio rosso il 18/1/2010 alle 12:08
Caro Mario, vedere che si lavora con gusto e passione, senza iscrizioni a sindacati ipocriti e lobbysti, brucia vero? O forse invidi l'ordine e la labororiosità di chi amministra la regione? La libertà non si ferma all'ingresso dell'ufficio, ma neppure la faziosità e l'invidia.
Scritto da m.moltrasio il 18/1/2010 alle 14:10
@ Curzio rosso. Amara constatazione, realistica? sarebbe una triste conferma di quanto si legge un pò ovunque a tal proposito. Una potentissima lobby, indiscutibile; ma c'è almeno la speranza di trasparenza in tutto il mondo stratosferico degli affari che coinvolgono enti pubblici? Occhi e... "antenne" sensibili di tanti onesti, ovunque essi siano, possono essere sufficienti per una garanzia di sostanziale linearità? Interrogativi legittimi della gente qualsiasi, che spesso si chiede...
Scritto da Robecco sul Naviglio il 18/1/2010 alle 14:50
@ m.moltrasio: Non invidio certo l'idea distorta di "ordine e labororiosità di chi amministra la regione" perchè per setta Cl laboriosità coincide con la supremazia negli affari di una parte circonstaziata di imprese (in genere i miei amici) e ordine è una prevaricante esclusione dalla soscietà da chi si riconosce con gli ideali e i valori di una parte minoritaria e settaria della società.. E il caso Englaro ha fatto scuola!
Scritto da curzio rosso il 18/1/2010 alle 15:01
Questo è in piccola scala un esempio di ciò che sta avvenendo nel mondo "occidentale". Svariate lobbies da 30 anni a questa parte hanno rappresentanti in gangli del mondo politico ed economico, e questo legame si è tanto rafforzato che in alcuni casi è difficile distinguere la lobby dall'istituzione. Basti pensare che la lobby "Transatlantic business dialogue" si riunisce direttamente nella sede della Commissione Europea... Tutti ciò non è certo un bene per la democrazia
Scritto da Gianluca il 18/1/2010 alle 18:29
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