Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 22/1/2010 alle 07:22

Non c’è stato il tempo di fare polemica: nel breve volgere di un paio di giorni il centro destra ha lanciato e si è rimangiato la sua proposta di intervento sul fisco. Colpisce che la questione sia passata in sordina. Eppure l’aveva lanciata Berlusconi alla ripresa politica di gennaio e lui stesso ha dovuto tornare indietro e deve essergli costato non poco farlo in modo così clamoroso. Perché un errore di valutazione così clamoroso? Eppure Tremonti aveva chiarito da tempo che non c’erano risorse disponibili per operazioni fiscali di qualche significato. Infatti una parte della maggioranza al Senato ha contrapposto alla finanziaria 2010 di Tremonti, praticamente inesistente, una finanziaria molto più corposa, almeno tre volte tanto, comprendente gli sgravi sull’IRAP e la risposta del Ministro è stata una chiusura totale, motivata proprio con la mancanza di risorse. E’ questione di poche settimane fa e da allora non è accaduto nulla da giustificare cambiamenti nelle scelte. In realtà la forzatura di Berlusconi sul fisco ha come unica ragione tentare di presentare all’opinione pubblica un argomento in grado di riequilibrare l’annunciato intervento sulla giustizia per risolvere i suoi guai giudiziari. I sondaggi infatti confermano che l’opinione pubblica non gradisce questa insistenza sulle leggi ad personam. Una possibilità ci sarebbe ma è una linea di politica fiscale che consentirebbe di fare degli interventi ma che è esattamente il contrario di quanto il Governo ha in testa. Infatti la ricerca del Governo si è indirizzata sulla crescita della tassazione dei consumi per trovare le risorse per alleggerire il prelievo fiscale sui redditi medio alti che sarebbe l’effetto finale dell’adozione delle 2 aliquote di cui parla la destra. Ma ci sono tre problemi. Il primo è l’iniquità di questa manovra perché tassare di più i consumi rende meno trasparente il prelievo e poiché quelli che rendono di più in termini di tassazione sono i consumi di massa , si tolgono risorse a coloro che hanno più bisogno. Il secondo è l’effetto inflazionistico di un aumento dell’IVA. Aumentare l’IVA vuol dire provocare l’aumento dei prezzi.. In questo caso l’imbarazzo del Governo è inevitabile perché già l’inflazione serpeggia malgrado l’economia non tiri. Il terzo è l’Europa. L’Iva è la tassa europea per eccellenza e non si può manovrare liberamente come la tassazione sui redditi. Le aliquote sono date e la loro variazione richiede accordi con Bruxelles. In realtà l’alternativa possibile era di modificare la pressione fiscale sui redditi facendo pagare di più ai più ricchi e superando le condizioni più favorevoli dei redditi non da lavoro. Esattamente il contrario di ridurre le aliquote a 2, riducendo conseguenza il prelievo ai più ricchi. Del resto il Governo con lo scudo fiscale non ha fatto altro che regalare 45 miliardi a coloro che hanno illegalmente esportato capitali all’estero, una cifra con cui si potevano fare interventi di notevole incisività e certamente riduzioni fiscali ai redditi più bassi.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 9 commenti -
Secondo me Berlusconi ha fatto fumo con la promessa non mantenuta di ridurre le tasse perchè doveva coprirsi rispetto alla vergogna del processo breve.
Scritto da Adrian Zanolla il 22/1/2010 alle 08:30
Questo articolo spiega molto bene ciò che sta dietro alle continue chiacchere sulla "riduzione delle tasse". Aggiungo che se una riduzione delle tasse avvenisse tagliando i finanziamenti agli enti locali ci troveremmo a pagare di più mense, asili, rifiuti ecc. Grazie Mario che aiuti a fare chiarezza!
Scritto da Emilio il 22/1/2010 alle 10:16
E' semplicemente imbarazzante il populismo degli annunci del Governo, le retromarce e le smentite... Siamo alla politica di spararla sempre più grossa, tastare il terreno per capirne l'effetto (sviando l'attenzione ad esempio dai guai giudizari di Mr B.) e ripartire da un'altra parte con lo smontaggio sistematico dello Stato sociale.
Scritto da curzio rosso il 22/1/2010 alle 11:26
Bisogna aggredire le rendite. Soprattutto quelle finanziarie portando l'aliquota dal 12 al 22% come la media europea.Bisogna anche ripensare la tassazione dei patrimoni.Invece la tassazione si concentra su lavoro e profitti. Un grande errore soprattutto oggi quando entrambi sono in calo.
Scritto da claudio il 22/1/2010 alle 14:13
Caro Mario, leggendo il tuo interessantissimo post, la memoria corre a quanto pubblicato poco tempo fa un notissimo settimanale: "Ma Silvio, quanto ci costi!" nel quale si denunciavano sprechi enormi di danaro pubblico nell'àmbito delle spese del presidente del consiglio. Mancano quattrini; dicono tutti: ma cercateli nelle infinite spese assurde e faraoniche. Montagnate di quattrini che ci sono, eccome!, basta sapere e voler trovarle anzichè dilapidarle. Vox populi, vox Dei.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 22/1/2010 alle 18:14
Una domanda semplice: ma perchè ogni anno c'è un generale aumento di tasse, canoni, contributi, balzelli, tikets, pedaggi, ecc ecc ecc? A fronte di che, di grazia? Efficienza nei servizi sociali e pubblici, forse? Resta una voragine di danaro pubblico buttato al vento, ogni anno, in cambio di niente. Da sempre. O no?
Scritto da Robecco sul Naviglio il 22/1/2010 alle 18:23
Dici molto bene Claudio! Questa è la sinistra di cui c'è bisogno!
Scritto da Giannino Terzaghi il 22/1/2010 alle 19:41
bravo mario, articolo chiaro e lucido. così come ho apprezzato la tua intervista apparsa oggi sul liberazione. invito tutti a leggerla.
Scritto da nicoletta il 22/1/2010 alle 21:15
@ Claudio. Dici bene: "aggredire" le rendite: ma se si procede in tal senso, i capitali, peraltro già soggetti ad una aliquota fiscale, se ne vanno via, all'estero, come ben insegna la storia finanziaria in materia (di qualsiasi governo). Tassare i patrimoni: hanno proposto in tanti (di qualsiasi governo)... Gli avveduti sostengono che bisogna chiudere certe "uscite" di danaro del patrimonio statale con spese assurde: sarebbe già una immensa "entrata", per tutti.
Scritto da Carlo A. il 23/1/2010 alle 10:19
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