Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 20/4/2010 alle 08:02

Con la strategia nucleare di Obama abbiamo un mezzo passo indietro rispetto alla "guerra nucleare preventiva" esplicitamente teorizzata da Bush. Ma comunque si è verificato un grosso cedimento se poniamo mente alle speranze che il presidente afro aveva suscitato con la campagna elettorale e con il discorso di Praga sul mondo libero dalle armi nucleari. Mentre Bush teorizzava con la NPR (Strategia nucleare nazionale) del 2002 l'attacco nucleare preventivo contro gli "Stati canaglia" (a fronteggiare un ampio numero di minacce agli "interessi vitali") per la nuova NPR di Obama questi stessi Stati sarebbero esclusi "se rispettano le regole del Trattato di Non Proliferazione -TNP".

Obama - per essere chiari - si impegna a non usare mai la bomba atomica contro Stati in regola con il TNP anche se questi attaccassero per primi gli USA con armi chimiche, biologiche o cibernetiche. Leggo sul Sole 24 Ore che il "first strike globale", che giustifica i progetti di scudo antimissilistico, resta valido solo come esigenza di autodifesa e la sua riaffermazione significa che il disarmo atomico proposto nel discorso di Praga - e fatto approvare all'unanimità nel settembre 2009 da una mozione al Consiglio di Sicurezza dell'ONU - viene derubricato da obiettivo a portata di mano a prospettiva lontana. La deterrenza nucleare, nella nuova NPR, si vede ancora riconosciuta il suo "ruolo fondamentale".

Lo Start (riduzione armamenti nucleari strategici) che si è firmato con la Russia a Praga assume quindi un valore molto limitato. La corsa a nuove armi e sistemi nucleari va quindi avanti - caratterizzata però dalla "qualità" che deve subentrare alla quantità del megatonaggio: con grande gioia del Complesso militare industriale energetico. Tutto questo ha a a che fare con la spinta fortissima al rilancio del nucleare civile nel mondo (e quindi in Italia). Infatti, a sorpresa, anche negli USA

sono 7 le nuove licenze di nuove centrali atomiche già accordate, 45 domande sono sotto esame, 8 miliardi di dollari di crediti agevolati con garanzie di Stato sono già stati concessi per 57 miliardi ulteriori in arrivo.

La linea obamiana dei piccoli passi e dei negoziati con le lobby di potere, del rifiuto di mobilitare la gente per un aspro conflitto, non la vedo pagante.

 

Categoria: Economia, Persone
Commenti dei lettori: 3 commenti -
Purtroppo le speranze sollevate all'elezione di Obama si scontrano con gli ostacoli dei potentati che vogliono continuare a tenere le popolazioni mondiali sotto il tallone delle armi e del dominio finanziario. La tensione di Obama resta positiva, ma i compromessi son sempre più evidenti. C'è solo da sperare in un protagonismo tra i popoli che oggi si vede solo in America Latina
Scritto da Calderon de la Barca il 20/4/2010 alle 09:16
Capisco l'entusiasmo all'elezione, ma pensavate che Obama potesse avere la bacchetta magica? Certe sue lotte debbono estirpare idee incancrenite da anni di propaganda Repubblicana e vedono oppositori di convenienza anche tra i suoi Democratici. L'importante non è spingere il masso di corsa, ma continuare a spingerlo ogni giorno, finché avrà preso abbastanza abbrivio da rotolare via nella giusta direzione. Non si smetta di sostenere Obama per non perdere di vista i grandi obiettivi. :-)
Scritto da Cesare il 20/4/2010 alle 10:15
Piccoli passi in un mondo che avrebbe bisogno di grandi cambiamenti. Forse è vero che se si tiene la direzione giusta sono solo i piccoli passi che possono essere efficaci, basta avere pazienza e lungimiranza. Guardiamo e respiriamo lungo, allora!
Scritto da Luca il 20/4/2010 alle 14:56
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