Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 24/4/2010 alle 08:22

Lauree e abilitazioni non bastano, secondo la Lega, per fare l’insegnante. Ci vogliono altri due requisiti. Il primo è una residenza di almeno cinque anni nella regione in cui si chiede di insegnare. Il secondo è aver superato un esame di cultura, tradizioni, dialetto locale che dovrebbero essere le singole regioni a definire e gestire. Per Davide Boni, probabile vicepresidente per la Lega nel Consiglio regionale lombardo, non c’è da dubitare dei guasti – culturali, identitari, nutrizionali ? – inflitti a studenti e famiglie dal fatto che nelle scuole del Nord approdino continuamente insegnanti “che non sanno neanche cos’è la polenta”. Ma è una cosa seria questa idea che anche gli insegnanti, come le mogli e i buoi, debbano essere dei paesi tuoi? Contraria al dettato costituzionale, intanto, lo è di certo. Ma non ci si può fermare a questo. Inizialmente non si era andati oltre un test di “dialetto “ come condizione dell’ immissione in ruolo: così grottesco (quanti sono, e quanto diversi da una valle all’altra, i dialetti locali in Lombardia?) che perfino Maria Stella Gelmini si era potuta permettere di prenderne garbatamente le distanze. Oggi però, col trionfo leghista, il gioco si è fatto più duro e alle regioni si affida, in nome del federalismo, non solo la titolarità della contrattazione collettiva integrativa ma anche il ruolo strategico del reclutamento degli insegnanti, finora di competenza esclusiva dello stato. Che nelle scuole del Nord ci sia un buon numero di insegnanti che vengono da altre aree del paese non è affatto una novità. Attualmente sono il 19,8%, solo 1 su 5, ma in Lombardia gli insegnanti nati nelle regioni meridionali sono il 31% (e un altro 9% viene da quelle del Centro). Sebbene i leghisti strepitino contro la vera o presunta maggiore facilità con cui sotto il Garigliano si ottengono diplomi e lauree (e qualcosa di vero deve pur esserci, a vedere il curricolo dell’avvocato bresciano Gelmini Maria Stella abilitato in Calabria), non pare proprio che da questa presenza aliena siano derivate particolari difficoltà. L’anno scorso sulle circa 120.000 domande di trasferimento solo 8.000 erano da una regione all’altra e di queste solo 3.000 da Nord a Sud. Ma quel che conta è che alla fine, dei 72.000 effettivamente trasferiti, siano stati solo 692 gli insegnanti che dalle scuole del Nord Ovest e del Nord Est si sono spostati in quelle meridionali. Tra il 2007-2008 e il 2008-2009, nel sistema scolastico pubblico italiano c’è stata una diminuzione di circa 12.000 studenti. Ma è stato il Sud, dove il calo demografico non è compensato dalla presenza crescente dei figli degli immigrati, a perderne ben 52.000. E allora il problema dove sta?

 

 

Commenti dei lettori: 9 commenti -
"Mogli e buoi dei paesi tuoi". I buoi, una volta efficienti animali utilizzati nell'agricoltura, sono stati sostituiti dai mezzi agricoli meccanici; essi quindi sono pressochè scomparsi. Per le mogli... beh, l'accostamento, forzatamente fuori luogo ed indelicato, è lo stesso: ormai, da decenni, tutto è un Villaggio Globale e gli stessi "paesi tuoi" di un tempo non esistono più. Improponibili, anche i proverbi. E quello che vorrebbero dire. Per essere oggettivi: per fortuna, o purtroppo. (?)
Scritto da Villaggio Globale il 24/4/2010 alle 10:31
Penso che l'egoismo è anche incultura. In fondo ci si rifiuta di misurarsi con il mondo per quello che è e lo si rappresenta come proprietà di tante tribù. E' tipico di tutte le fasi di decadenza guardarsi l'ombelico e poi trovarsi travolti dalla durezza dei fatti. Mi piacerebbe che i geni della "padanità" ci risolvessero un solo problema: ad esempio quello di una scuola che ormai non educa più per vocazione, ma per generosità di singoli insegnanti che rifiutano la cultura del piccolo orticello.
Scritto da Simona, insegnante libera il 24/4/2010 alle 12:20
Caro Mario, questa degli insegnanti per la Lega non è una novità. Cota e altri leghisti sostengono che anche nelle regioni del centro e del sud queste politiche leghiste sono condivise. Balle padane. Lo scontro aperto nel governo (fini-berlusconi) e la reazione di Bossi dimostrano che queste politiche hanno forse le ore contate. Le sparate leghiste che in questi momenti di crisi possono forse portare qualche voto in più alla lega aumenteranno a dismisura le contraddizioni nel centro destra.
Scritto da robinews il 24/4/2010 alle 12:47
in queste ore si sta discutendo alla camera dei deputati un emendamento leghista in caso di apertura di un impresa da parte di stranieri. Esami sulla cultura locale, lingua, ecc. Ve lo immaginate, e bisogna spiegarlo ai lombardi con le fette di salame sugli occhi e nelle orecchie, PERCHE' GLI STRANIERI DOVREBBERO INVESTIRE IN ITALIA e al nord con queste premesse? e quando gli italiani vanno all'estero per investire? ve li immaginate gli esami per Elkan quando la Fiat va ad investire all'estero?
Scritto da robinews il 24/4/2010 alle 13:00
personalmente sono abbastanza tranquillo, vedrete che la corrente del fiume in piena leghista dovrà certamente un giorno non molto lontano rallentare fino ad arrestarsi. quel giorno l'acqua sarà molto più chiara e molti elettori di questi cialtroni potranno toccare con mano dove li stavano portando.Immigrati, terroni, stranieri comunitari, e tutte le diversità contro cui oggi si scatena la stupida ideologia leghista saranno in un prossimo futuro il motore trainante della nuova società.
Scritto da robinews il 24/4/2010 alle 13:08
@Simona, insegnante libera. Hai perfettamente ragione, ottima osservazione. Eppure, nonostante tutto, la scuola, come la famiglia, deve restare un pilastro essenziale, ed anche esistenziale, per l'intera società. Famiglia e scuola sono fatte di PERSONE, genitori, insegnanti e docenti, che sono credibili, propositivi, costruttivi se agiscono proprio "per vocazione". Rifiutare "la cultura del piccolo orticello" è un programma di indubbio, grande e generoso senso civico. Che va sostenuto da tutti.
Scritto da Rosella e Carlo il 24/4/2010 alle 13:13
@robinews. Ultime notizie stampa da Internet: boom di imprenditori stranieri in Italia. Sono circa 600 mila titolari di attività in proprio in Italia (artigianali, commerciali...) e danno lavoro ad oltre due milioni di persone. Un ottimo risultato, nonostante tutto, senza che nessuno di essi abbia dovuto fare quegli esami. Come vedi a prevalere è la logica del Villaggio Globale che supera ogni ostacolo, esami compresi.
Scritto da Villaggio Globale 2 il 24/4/2010 alle 16:55
Ho provato a scrivere un commento nel blog leghista che annunciava questo decreto: non pubblicato. Parlano di meritocrazia e invece di vigilare sui punteggi corretti in lista si limitano a portarsi in casa il potere di raccomandare e dare cattedre. Ho provato anche la loro scuola privata con i miei figli, ma la propaganda catto-politica spesa dalle insegnanti mi fa inorridire (insegnante di storia che minimizza i danni del fascismo in Italia, insegnante di religione che confonde leggi e Papa).
Scritto da Cesare il 26/4/2010 alle 11:33
Sono stato fuori dall'Italia e ho notato che la caratteristica dell'Italia è di essere … un paese meridionale. Un lombardo è molto più simile a un calabrese che a un savoiardo o addirittura a un tedesco del sud. Dopo tutto, tra un lombardo che evade il fisco per comprarsi l'audi e un siciliano che evade il fisco per tirare a campare c'è in comune l'evasione del fisco. Quindi rilancerei: solo professori che non hanno evasori fiscali in famiglia. Poi troviamo un criterio anche per i consiglieri.
Scritto da vitoc il 1/5/2010 alle 15:17
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