Una flotta di otto navi, organizzata dalle reti internazionali di solidarietà, con a bordo parlamentari europei e attivisti internazionali, stava navigando nel Mediterraneo con destinazione Gaza per portare alla popolazione sotto assedio medicinali, materiali di sopravvivenza, cemento per ricostruire gli edifici distrutti 16 mesi fa durante l’attacco aereo e terrestre israeliano. E’ stata attaccata con inaudita violenza dall’esercito israeliano in acque internazionali con un bagno di sangue tremendo di almeno 19 morti. Non sono le bandiere della pace a stare a mezz’asta ma quelle dell’umanità. Perché nelle acque di Gaza, l’umanità è stata ferita. A morte. Israele si macchia di una violenza che non discerne nemmeno tra gli obiettivi della propria crudeltà. Le forze israeliane hanno seminato morte nel campo della speranza. Le persone della Freedom Flotilla andavano a rinnovare patti di
solidarietà con i reclusi a cielo aperto di Gaza. Ma dov’è il resto del mondo? Dove le istituzioni che dicono di credere e affermare un diritto internazionale, un diritto ad esistere, un dovere a soccorrere, la pace come fondamento di tutto? Non il silenzio ma la verità. Non la violenza ma l’umanità. Non l’oppressione di un popolo ma la giustizia. Un tribunale internazionale subito!