Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 7/6/2010 alle 08:00

           Un ingegnere di Busto Arsizio, Giorgio Comerio, con la sua società Odm aveva progettato all’inizio degli anni ‘70 un siluro per far sparire le scorie nucleari sul fondo del mare. Una storia ormai archiviata dalle Procure, che si ricollegava alle navi a perdere e ai traffici internazionali di rifiuti pericolosi.
Oggi l'idea di far sparire in mare gli scarti della ricchissima industria dell'energia è tornata di moda. Il problema principale si chiama CO2, il cui eccesso sta uccidendo il pianeta. E’ in fase di brevettazione negli USA un missile da sparare carico di CO2 compressa e con navi appositamente attrezzate, in fondali lontani da occhi indiscreti, possibilmente in silenzio e senza dare nell'occhio. E l’ENEL non è da meno. In un convegno a Venezia si è proposto di sparare il gas prodotto dalle centrali a combustibile fossile sotto il mare Adriatico, in una zona a pochi chilometri da Porto Tolle, a partire dal 2015. Il primo passo - considerato sperimentale - partirà il prossimo autunno e coinvolgerà la centrale di Brindisi. In Puglia il CO2 prodotto verrà liquefatto e trasportato - via gomma - vicino Piacenza, a Cortemaggiore. Tonnellate di CO2 viaggeranno in autostrada, con mezzi che a loro volta produrranno, paradossalmente, altra CO2. La destinazione finale è un giacimento a gas Eni-Stogit, dove l'anidride carbonica verrà pompata, riempiendo gli spazi sotterranei. Ma stoccare la CO2 sottoterra è rischioso. Per poter avere un impatto sensato sulla riduzione del CO2 gli impianti simili a quelli che sta progettando l'Enel dovrebbero essere circa seimila con almeno un milione di tonnellate di anidride carbonica. Con questi dati - elaborati dall'Agenzia internazionale per l'energia - è chiaro a tutti il rischio potenziale di questa tecnologia. Basterebbe una perdita minima, per un impatto tremendo sulla salute umana, data la velenosità del gas e la sua pesantezza rispetto all’aria, che lo fa strisciare sulla terra. Eppure secondo l’ENEL lo stoccaggio della CO2 rappresenterà per il 2020 il 19%, in sostanziale parità con l'uso delle energie rinnovabili. Facciamo smettere a questa gente di inventarsi progetti mostruosi pur di non far conoscere le vere intenzioni delle industrie energetiche: nascondere per non ridurre. Ad ogni costo. Anche “ammazzando il mar”, come cantava nel 1980 uno splendido Lucio Dalla.

 

 

 

Commenti dei lettori: 6 commenti -
forse, se l'acqua nel mar Adriatico diventasse acqua frizzante, molta vita presente là sotto scomparirebbe e tutto l'inquinamento che ci finisce dentro emergerebbe di colpo (altro che piattaforme petrolifere affondate)
Scritto da Carlo Cattorini il 7/6/2010 alle 12:56
usare la fotosintesi clorofilliana delle foreste africane, sudamericane, asiatiche, australiane, europee, no?
Scritto da Carlo Cattorini il 7/6/2010 alle 12:59
possibile che i tecnici di queste aziende sappiano solo fare proposte assurde? non sono capaci di fare proposte sensate e volte invece a far diminuire le emissioni di CO2?
Scritto da Giulio Ferrario il 7/6/2010 alle 13:40
Difficile schiodare dalla testa dei tecnocrati soluzioni faraoniche a problemi complessi. Bene comunque conoscere queste fantasie perverse per popterle combattere anche col buonsenso
Scritto da Adrian Zanolla il 7/6/2010 alle 14:19
leggo qui "il CO2 prodotto verrà liquefatto"... ma a pressione ambiente il CO2 non sta allo stato liquido: passa dallo stato solido a quello gassoso per sublimazione, a -78°C, senza passare per lo stato liquido. http://it.wikipedia.org/wiki/Ghiaccio_secco per avere CO2 liquida è necessario avere bassa temperatura e alta pressione
Scritto da Carlo Cattorini il 7/6/2010 alle 16:55
@Carlo Cattorini. Lei ha ragione:per avere CO2 liquida occorrono alte pressioni e basse temperature, quindi dispendio alto di energia, difficile da tenere in condizioni di trasporto. E' molto più probabile che il trasportodella CO2 avvenga allo stato gassoso, ma mi immagino quale debba essere la processione di autoarticolati per collegare le emissioni di Brindisi con il pozzo di Cortemaggiore!
Scritto da Mario Agostinelli il 7/6/2010 alle 22:40
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