inserito il 13/6/2010 alle 15:56
Un anno fa moriva Ivan Della Mea. Gli sono stato amico e mi si allarga il cuore a solo pensarlo. Mi è tornata alla mente una sua poesia, come spesso non proprio “politicamente corretta”, che scrisse quando la Fiat aprì la guerra al sindacato con il licenziamento di 61 operai, definiti terroristi. Oggi, a distanza di 31 anni da allora, con il ricatto di Pomigliano in corso e a un anno dal decesso di Ivan, riporto quelle strofe e invito a vedere il video dei suoi funerali cliccando http://www.youtube.com/watch?v=LzAYtysf0Cw Sebastiano l'operaio / il terrone da catena / licenziato stamattina Categoria: Persone, Istruzione e Cultura
se non ricordo male non furono in molti nel sindacato a recriminare per i 61 licenziati,i dolori cominciarono dopo con la cassa integrazione il presidio della fabbrica,e la marcia dei 40mila.Oggi l'attacco che la Fiat sta portando a tutto il movimento operaio,Napoli è solo l'inizio,avviene in un momento molto delicato che vede i lavoratori isolati,divisi e,mettiamoci pure senza le canzoni purtroppo sempre attuali di IVAN. Grazie Mario per avercelo ricordato
Scritto da angelo m il 13/6/2010 alle 20:29
Alla fine del 2001 e inizio del nuovo secolo, abbiamo lottato per dare diritti ai lavoratori delle piccole imprese e difendere lo statuto dei lavoratori con risultati certamente positivi. Oggi siamo al contrario alla negazione generalizzata dei diritti, la Fiat con il sostegno di governo e persino di alcuni sindacati è il capofila di questo attacco. Il ricatto lo conoscono tutti, volete lavorare? RINUNCIATE AI VOSTRI DIRITTI, altrimenti tutti a casa e alla fame. Oggi forse vinceranno ma domani??
Scritto da mele stefano il 14/6/2010 alle 11:57
Oggi non ci sono canti per gli operai e tanto meno poesie. Oggi basta che un leader(?!) promosso dalleTV del capo attribuisca le colpe della crisi a chi l'ha sempre pagata da far credere che sia giusto così. Anche prima del ' 68 l'aria era questa, ma già allora Ivan Della Mea aveva capito che il mondo non diventava migliore e la gente non era più felice soltanto chinando la testa, ma avrebbe disegnato un futuro usando la testa. Grazie Ivan per le tue pensate straordinarie.
Scritto da Claudiano il 14/6/2010 alle 15:37 |
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