Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 15/6/2010 alle 14:25

In questi giorni si sta svolgendo un attacco tremendo ai diritti dei lavoratori con il consenso di grande stampa e televisioni di regime. Si colpevolizza la FIOM CGIL con la vergognosa copertura di CISL e UIL, lontanissimi dai sindacati solidali che ho conosciuto nella mia ventecinquennale esperienza unitaria. Ma vediamo di che cosa si tratta.  A Pomigliano verrebbero prodotte 250mila auto anno per ritmi di produzione che lo stabilimento non ha mai visto prima. Dai due turni precedenti per ogni giorno lavorativo si passerebbe a tre per una linea produttiva in funzione 24 ore. Ma il nodo della questione riguarda la richiesta di deroga che pretende FIAT rispetto al contratto nazionale. Questa porterebbe a un peggioramento dei ritmi e dei carichi di lavoro e a una profonda limitazione del diritto di sciopero. Fiat prevede anche sanzioni che limitano i diritti dei lavoratori al pagamento dei primi tre giorni di malattia. Perché mai i lavoratori non dovrebbero avere la facoltà di accettare o respingere un simile ricatto? Subìto per di più da Marchionne-Sacconi -Tremonti-Marcegaglia: uniti nella lotta…di classe al contrario. Si tratta di una questione dirimente per la democrazia e tutti i lavoratori dovrebbero stare dalla parte di chi vuole lavorare con diritti, non in cambio di diritti. Ma quali sono i meriti del ricattatore? La Fiat non spicca per capacità di innovazione o di contenimento dei costi di produzione. Spicca per quanto sa arraffare denaro pubblico. Lo ha fatto capire sul caso Opel la Merkel quando ha rifiutato l’offerta torinese  con queste parole: “non intendo spingermi in avventure finanziarie con i soldi dei contribuenti”. Chiarissimo. Ma se ha spillato soldi dai contribuenti e se in Italia i contribuenti sono soprattutto il lavoratori dipendenti perché questo governo appoggia l’attacco ai diritti dei veri salvatori dell’azienda?

Categoria: Economia, Persone
Commenti dei lettori: 2 commenti -
Le condizioni di lavoro diritti e salario sono sotto pressione e ricatto oramai da molti anni. I salari dei lavoratori italiani sono scivolati all'utlimo posto in Europa. In questi giorni io e miei familiari stiamo vendendo un piccolo appartameno ereditato da nostra madre, nel 1968 per acquistarlo bastavano cinque anni di stipendio di un operaio metalmeccanico, oggi per comprare lo stesso appartamento ci vogliono 15 anni di stipendio di un metalmeccanico. Questa è oggi la condizione operaia.
Scritto da robinews il 15/6/2010 alle 17:32
Nel caso di pomigliano, Fiat dice, volete un po di lavoro che porteremo via dai lavoratori polacchi, va bene a condizione che accettate le stesse condizioni o addirittura peggio dei polacchi. Tra un pò verranno a dirci VOLETE IL LAVORO DEGLI SCHIAVI? NON C'E' PROBLEMA, FATEVI SCHIAVI E LO AVRETE. nel commento precedente ho fatto l'esempio del costo di una modestissima casa, ecco dove sta il problema, TUTTO DEVE ANDARE ALLA RENDITA CAPITALISTICA E FINANZIARIA per il lavoro rimarrà solo miseria.
Scritto da robinews il 15/6/2010 alle 17:38
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