Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 29/6/2010 alle 11:24

Oggi riprendo una nota fatta sul suo blog da Tonio Dell'olio, un sacerdote che ha fatto della giustizia sociale e della giustizia ambientale la cifra del suo impegno.

A noi, le persone, piace chiamarle con nome e cognome: William Allen
Kruse
, 55 anni. È Il capitano di una nave da pesca del Golfo del Messico suicidatosi tre giorni fà con un colpo di pistola. È l'icona amara della profonda ferita inferta alla natura che ormai non risparmia niente e nessuno. Non si può continuare a violentare la terra (e il mare) chiedendo di soddisfare il nostro stile di vita improntato al mito dell'esagerazione e il nostro modello di sviluppo. Quello che è
avvenuto nel Golfo del Messico è la guerra più cruenta dei nostri anni
e dovrebbe davvero scuoterci tutti. Lo dice chiaramente un economista
di fama mondiale come Jeremy Rifkin: "Alla mia età cerco di non
arrabbiarmi più, ma quando ho compreso la grande perdita che stiamo
subendo, che questo avrà ripercussioni per generazioni e generazioni
sulla vita delle persone, non ce l'ho fatta. Dovrebbe essere un
campanello d'allarme per tutti, negli Stai Uniti ma anche qui in
Europa e nelle Paesi in via di sviluppo. È come con la guerra in
Vietnam,
che ha risvegliato le coscienze e ha fatto nascere il
movimento pacifista".
Abbiamo bisogno di fare pace col creato al quale da tempo abbiamo
mosso guerra nella maniera più crudele. È urgente.

 

Commenti dei lettori: 1 commento -
Terribili queste osservazioni e piene di intensa lungimiranza. Ma crediamo proprio possibile violentare il creato per vivere al di sopra dei nostri bisogni e al di fuori di una giustizia che neghiamo al prossimo?
Scritto da Un sacerdote sconsolato il 29/6/2010 alle 11:34
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