Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 10/8/2010 alle 15:27

Da due anni in Europa e USA si investe più in energie pulite che in fossili. Se il trend continuerà, l’anno prossimo sarà il primo in cui a livello mondiale le rinnovabili contribuiranno a soddisfare l’aumento della domanda energetica mondiale più di tutte le fonti convenzionali messe assieme. È la fotografia di un mondo che continua la sua transizione verso l’energia pulita, con gli investimenti nelle fonti pulite che, nonostante la crisi, hanno tenuto. In Europa e Stati Uniti in particolare, dal 2009 più della metà della nuova potenza installata (oltre il 60% nell’Ue e oltre il 50% negli Usa) è venuta dalle rinnovabili. A livello planetario nel 2009 sono stati installati 80 GW di potenza da rinnovabili contro gli 83 delle fonti fossili: con la messa in rete attesa dei grandi parchi eolici cinesi e di altri progetti nelle nazioni emergenti il sorpasso a livello mondiale è imminente. Alla fine dell’anno scorso le fonti pulite sono arrivate a contare per un quarto della potenza elettrica totale installata nel mondo, coprendo il 18% del fabbisogno elettrico mondiale. Quello che più fa ben sperare sono i progressi rispetto agli anni scorsi. Gli investimenti sono passati dai 30 miliardi di dollari del 2004 agli oltre 150 del 2009. Impressionanti i tassi di crescita di alcune fonti: il fotovoltaico, ad esempio, dal 2000 è centuplicato, mantenendo negli ultimi 10 anni tassi di crescita media del 60%. L’eolico è cresciuto nell’ultimo lustro con una media annuale del 27%, l’etanolo del 20%, il solare termico del 19% (è oggi installato in circa 70 milioni di abitazioni nel mondo). L’industria delle rinnovabili ha attualmente circa 3 milioni di occupati diretti (le biomasse il settore con più posti di lavoro con circa la metà del totale). Se nel 2005 erano 55 nel mondo i paesi con politiche attive a sostegno delle rinnovabili a inizio 2010 erano oltre 100. Interessante notare poi come l’attenzione per le rinnovabili sia forte anche nei paesi emergenti: 45 dei paesi con politiche di sostegno sono nazioni in via di sviluppo. Eppure tutto ciò non basta per evitare la crisi climatica: rimane uno scollamento serio tra quello che si sta facendo e quello che la scienza richiede sia fatto da qui al 2020 per evitare che i cambiamenti climatici diventino pericolosi.

 

 

Commenti dei lettori: 2 commenti -
Da un pò di tempo trovo questo blog più ottimista e meno incline al catastrofismo. Forse perchè ci sono davvero buone notizie tra la gente al contrario che in politica! Speremm...
Scritto da Una rondine non fa primavera il 10/8/2010 alle 19:16
Invece ho sempre trovato equilibrata l'insistenza verso un ambiente e una natura rispettati. A me mancano molto le notizie che qui ritrovo e, forse perchè toccano la mia sensibilità, trovo molto "politiche" queste preferenze dell'autore. Certamente più del livore di Feltri per la casa di Fini (che a me non frega niente).
Scritto da Giovanna da Bergamo il 10/8/2010 alle 21:16
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