Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 24/9/2010 alle 07:30

Forse non dobbiamo più stupirci se in un “regime leggero” le manifestazioni di piazza non fanno più notizia. Centomila persone che sfilano in corteo per dire il proprio “no” al nucleare sono stati resi invisibili all’opinione pubblica e, di conseguenza, considerati ininfluenti ai processi democratici per cui reclamano il diritto di partecipare. Quanto accaduto sabato pomeriggio per le vie di Berlino, nella più imponente e creativa azione no nuke degli ultimi mesi, è stato infatti ignorato dai quotidiani italiani, che sarebbero impazziti se solo un dimostrante avesse rotto una vetrina. Comincio a pensare che l’affermazione del Cavaliere (“Nucleare? Convinceremo gli Italiani…”) abbia cominciato a funzionare già da adesso. Perché l’evento berlinese, accompagnato da manifestazioni in tutta Europa in preparazione del raduno internazionale di Colmar del 3 ottobre, è di quelli che si possono offuscare solo in malafede. Dopo la decisione del governo Merkel di prolungare la vita delle centrali nucleari in media di 12 anni, la popolazione ha circondato la sede del Bundestag ed ha accumulato un enorme castello di bidoni di cartone con impresso il marchio radioattivo sotto le finestre del potere, bollando come “accanimento terapeutico” il favore reso alle lobbies dell’atomo. Chiaro che per il governo italiano il movimento d’oltralpe con il messaggio che il futuro del nucleare “è spento” non doveva proprio contaminare l’etere nostrano. I segnali di promozione dell’atomo e di rimozione di qualsiasi opposizione e critica sono eclatanti e coinvolgono molteplici attori, alcuni del tutto imprevisti, come alcune diocesi italiane (per fortuna non tutte) che hanno infilato nei mensili distribuiti ai fedeli un opuscolo dell’ENEL in cui il papa benediceva il nucleare civile. La dritta, comunque, la dà una ricerca presentata al meeting di Cernobbio dalla fondazione Ambrosetti, da ENEL e EDF, ispirata da un team che è tutto un programma. Oltre ai massimi rappresentanti di EDF e ENEL, al responsabile del Ministero per lo Sviluppo (a guida Scajola-Berlusconi), all’authority (indipendente!) per l’energia, vi troviamo l’ineffabile professor Veronesi, Carlo Rossella di Medusa Film e fidato comunicatore del Cavaliere e Maurizio Lupi, inesperto di fusione atomica, ma uomo della Compagnia delle Opere di tutto rispetto. IL treno è partito…su le maniche, ragazzi!

Commenti dei lettori: 3 commenti -
Ho letto dei siti di deposito scorie e della furbizia di non indicarli (almeno fino a dopo le lezioni di Marzo). Ma che mancanza di serietà e che furbizie da venditoridi tappeti! E poi...magari fossero innocui tappeti!
Scritto da Marco il 24/9/2010 alle 09:10
Maurizio Lupi: che c'entra col nucleare? Lui è un uomo degli affari e degli interessi immobiliari. O forse il nucleare c'entra con gli affari?
Scritto da Roberto Colli il 24/9/2010 alle 09:12
i giornali hanno propagandato la ricerca del convegno ambrosetti spesso dimenticando di dire che la stessa era stata eseguita dai diretti interessati ENEL e AREVA una cosa molto positiva da propagandare la trasmissione sul nucleare de tg3 di domenica19 Presa diretta unico neo della trasmissione l'affermazione non approfondita "si stanno smantellando alcune centrali - es Sallefield" - affermazione quanto meno ardita. La mia impressione è comunque che il movimento anti nucleare fatichi a partire
Scritto da motta angelo il 24/9/2010 alle 10:26
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