Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 6/10/2010 alle 08:00

A Settembre, al ritorno dalle vacanze, i giornali ci hanno avvisato: il tasso della domanda umana di servizi ecologici ha iniziato a superare il tasso con il quale la natura può provvedere a rigenerarli. Questa differenza tra domanda e offerta – nota come “Sovraccarico ecologico” (Ecological Overshoot) è cresciuta costantemente ogni anno. Nel 2010 il pareggio è avvenuto ben prima della fine anno, il 21 Agosto (Overshoot day) l’umanità ha cominciato a vivere indebitata verso la natura fino alla fine dell’anno, sforando il budget annuale messo a disposizione dalla capacità del pianeta di rigenerare le proprie risorse. Vuol dire che consumiamo a velocità maggiore della produzione ecologica e quindi andiamo in continuo affanno, consumando fossili, materia non rinnovabile e cibo “drogato”, producendo CO2 a un tasso più alto di quello che può essere assorbito dai cicli naturali. Per la maggior parte della storia dell'uomo, l'umanità ha vissuto con gli “interessi” del capitale natura, ma da trent’anni  non arriviamo a fine anno. Anzi, negli ultimi cinque anni  l’accelerazione è stata impressionante: l’overshoot day è passato da Novembre (2006) al 14 Ottobre (2008), al 25 settembre (2009) fino al 21 Agosto di quest’anno.
“Se una persona spende il suo intero stipendio annuale in nove mesi, avrebbe di che essere molto preoccupata” dice Mathis Wackernagel, Presidente dell’istituto che calcola il debito ecologico, “La situazione non è meno allarmante quando tutto ciò succede al nostro budget ecologico. Il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la deforestazione, la mancanza di cibo e acqua – sono tutti chiari segnali del fatto che non possiamo più a lungo finanziare i nostri consumi con il credito. La Natura sta per “toglierci la fiducia”. Obama ha inaugurato la sessione autunnale del Congresso parlando di questa inquietante prospettiva. Il presidente di Bank of China al Forum di Cernobbio ha descritto il futuro dello sviluppo asiatico in funzione della riduzione dell’impronta ecologica: ne avete mai sentito parlare da Tremonti o da Berlusconi? Eppure i giovani che hanno manifestato a Roma sabato scorso non sono ossessionati dai giudici e dai magistrati, ma si preoccupano del mondo che stiamo loro lasciando, continuando a litigare per un potere che sostituisce gli interessi di pochi al bene comune.



Commenti dei lettori: 1 commento -
E' vero, non ascoltiamo i moniti della natura e degli scienziati più lungimiranti e ci crogioliamo nelle notizie banali che ci amministrano le TV del grande fratello. La politica italiana è in crisi - si dice - ma mi sembrano responsabili anche i cittadini che si interessano solo a un presente senza responsabilità, che rimuove, se possibile, tutti i problemi.
Scritto da maria il 6/10/2010 alle 10:01
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