La guerra toglie opportunità alla pace e alla convivenza, a cominciare dalla spesa. Facciamo i conti alla guerra in Libia. Nel solo primo giorno di guerra e soltanto gli USA hanno speso 68 milioni di euro (National journal 24 marzo) . Quello stesso giorno la Francia ha gettato dal cielo libico 21 milioni di euro. L’Inghilterra 30 milioni. L’Italia pare che abbia speso “solo” 12 milioni di euro in una settimana: 300 mila euro per 32 partenze di Tornado (senza contare i missili antiradar: 200 mila euro l’uno) cui bisogna aggiungere 2 milioni (nella sola prima settimana) per il carburante delle 5 navi impegnate nella missione. Nella seconda settimana la spesa prevista per il nostro esercito in missione supererà i 25 milioni (e siamo solo impegnati “in rodaggio”). I missili USA Tomahwak (ottima vetrina internazionale per loro) hanno un costo medio di 800 mila euro cadauno.

La guerra è anche questo. Una vetrina di nuovi armamenti e oltre quattro miliardi di euro al mese da parte della “coalizione dei volenterosi”. Cifre da capogiro che piovono sotto forma di bombe e missili sulla testa delle popolazioni a cui gli aiuti previsti dagli impegni della cooperazione internazionale  non sono mai arrivati, perchè sono stati tagliati dai bilanci annuali dei governi alleati i cui ministri economici non battono ciglio quando a chiedere soldi  sono gli uomini con le stellette.