Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 5/6/2011 alle 17:10

Nella Giornata mondiale dell’ambiente si tende a parlare di comportamenti planetari, come se le abitudini individuali fossero di poco conto. Invece le nostre abitudini alimentari, così spesso trascurate, sono responsabili di effetti molto rilevanti, che dovrebbero essere  considerate dai decisori politici e dai consumatori. In Brasile la produzione di carne bovina è la principale causa di deforestazione in Amazzonia. Il risultato non è solo l'erosione della preziosa foresta pluviale, ma anche la crescita dell'effetto serra. Quando una foresta ricca di carbonio è data alle fiamme per fare spazio a pascoli o terreni agricoli, vengono rilasciate grandi quantità di anidride carbonica. Si stima che 60-70 per cento dei terreni disboscati sia poi utilizzato per l'allevamento del bestiame. Nel corso dell'ultimo decennio, il Brasile si è affermato come il più grande esportatore mondiale di carne bovina e la quota trasferita in Italia è consistente. Le emissioni di anidride carbonica legate alla deforestazione sono attualmente responsabili oltre dieci per cento di tutte le emissioni a livello globale.

La crescente domanda di mangimi, dei biocarburanti e degli alimenti, soprattutto carne, crea la necessità di ulteriori terreni agricoli, che porta alla deforestazione e le emissioni ancora più massicce. Per ogni chilogrammo in più che mangiamo, aumenta il rischio di deforestazione. Il ministero dell'Agricoltura brasiliano ha stabilito l'obiettivo di raddoppiare l'esportazione delle carni bovine del paese nei prossimi dieci anni. Allo stesso tempo, è in aumento la domanda globale di biodiesel ed etanolo, che sono prodotti dalla canna da zucchero e dalla soia, nella parte meridionale del paese. Ciò ha portato a un'impennata dei prezzi dei terreni. Molti allevatori vendono i propri terreni ai coltivatori di soia e canna da zucchero, per poi acquistare grandi aree nelle regioni amazzoniche del nord, dove i terreni sono ben più economici.

Il problema fondamentale è che noi europei stiamo mangiando una quantità sempre maggiore di carne. Si prevede una crescita dell'ottanta per cento del consumo globale di carne entro il 2050, e questa crescita richiederà sempre più pascoli e più soia, più consumo di suolo e più emissioni di gas serra. Quindi, si vede come il futuro del pianeta sia influenzato anche dai nostri pasti quotidiani…


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