Mentre lo scavo della galleria geognostica de La Maddalena costerà non meno di 143 milioni di Euro per 56 mesi di lavoro, il dispositivo militare adottato per contrastare l’opposizione popolare costerà nel medesimo periodo 186 milioni all’anno, quindi, in totale 868 milioni di euro (6 volte il valore dell’opera). L’importo della militarizzazione costerà oltre due volte il valore del finanziamento a fondo perduto che l’Unione Europea ha promesso all’Italia. Le analisi considerano i costi industriali e la struttura delle truppe, senza tener conto dei veicoli, degli elicotteri e dei lacrimogeni.

A La Maddalena sono schierati 1.920 uomini su 4 turni. Il costo di ciascun uomo è di 257 € al giorno. Il costo annuo di questo dispositivo è quindi di 186.000 €. Quando dovesse essere aperto il cantiere per il tunnel di base di 57 Km, il costo della difesa militare del cantiere per i presumibili 15 anni di lavoro viene stimato in 2,8 miliardi di €. Ma non sarebbe meglio una discussione pubblica di merito sull’utilità dell’opera, sui costi reali, sul prezzo che paga la valle, anziché imporre ai locali una soluzione coi manganelli?

Perché non prendere esempio dalle modalità di coinvolgimento delle popolazioni alpine adottate dalla Federazione Svizzera in occasione della costruzione di ALP-transit? Nessuna militarizzazione in quel caso, ma una continua contrattazione delle soluzioni adottate fino a raggiungere l’accordo o a adottare le varianti richieste. E, come afferma Burlando, il presidente della Liguria, se c’è già un attraversamento delle Alpi sotto il Gottardo, siamo proprio sicuri che occorra un nuovo buco sotto il Frejus senza il consenso di chi abita la Val di Susa?