Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 19/9/2011 alle 11:34

È ormai noto che 2 milioni e 100.000 giovani non studiano e non lavorano e sono a carico delle famiglie, che il 30% è disoccupato e che le giovani donne nel Mezzogiorno raggiungono il 60% di disoccupazione. Ai giovani laureati è ormai di moda consigliare di andare all’estero, non per imparare le lingue, ma perché si ritiene che in Italia per loro non ci sia futuro. Eppure nei settori più innovativi della produzione e dei servizi i posti di lavoro sono in genere ricoperti da giovani e sono spesso di qualità. I dati sul fotovoltaico dicono che circa 20.000 occupati hanno una media di 35 anni e sono posti di lavoro più qualificati della media del nostro paese.

Il problema è che il nostro paese è in ritardo proprio sui settori innovativi e non tanto nel consumo ma nella produzione ad esso collegata. Restando al fotovoltaico, gli investimenti proseguono ma senza uno straccio di piano, di programma, di indicazioni pluriennali. Anche Confindustria ha prestato ben poca attenzione, al di là delle dichiarazioni rituali, a questa situazione. Si è schierata a favore del nucleare e ha difeso (sbagliando) a spada tratta gli interessi del settore del gas, del petrolio e del carbone, mentre non si è occupata con lo stesso impegno delle energie rinnovabili, che escono dalla manovra Tremonti con un balzello del 10.5% in più. Inoltre sulle pensioni, Confindustria si è distinta, per una pressante campagna sull’innalzamento dell’età pensionabile. Ma sul piano generale alzare oltre un limite ragionevole l’età pensionabile che effetti avrebbe? Se i lavoratori attuali andranno in pensione più tardi e non ci saranno nuovi posti di lavoro - come non è previsto che ci siano - per i giovani il risultato finale sarà di aumentare gli anni della loro attesa di un posto di lavoro. Il caso più emblematico è l’Università. La pressione dei professori per restare in cattedra il più tardi possibile (70 anni e oltre) non fa che ritardare l’entrata di giovani, che anche per questo vanno a cercare migliore fortuna all’estero.

In realtà, le pensioni sono viste da Confindustria e dal governo più disastroso di tutto il dopoguerra come un gruzzolo da spartire, costi quel che costi per chi deve andare in pensione e per chi, non entrando nel mondo del lavoro, non ci andrà mai. Intanto, per parlare d’altro e per riempirci la testa di idiozie e per occupare l’agone politico con beghe da cortile si ricolora di verde una piazzetta di Venezia e si proclama la Padania separata terra di Bengodi in una Europa e in un mondo scosso dalla più grande - e per ora irrisolvibile - crisi dall’inizio del Novecento.

Commenti dei lettori: 3 commenti -
io sono un giovane laureato di milano e di lavori ne ho fatti tanti in questi anni, anche durante lo studio.. ma mai l'ombra di un contratto serio! perché le aziende hanno paura di assumere noi giovani e invece approfittano di contratti a progetto? davvero, come mondo del lavoro siamo alla frutta!!!
Scritto da Francesco Bernini il 19/9/2011 alle 17:16
è vero il problema dei giovani che non riescono a trovare lavoro è un problema serio e reale infatti molti giovani vanno all' università o a cercare lavoro all' estero o fanno lavori occasionali.
Scritto da Elisabetta Bulgarelli il 21/9/2011 alle 15:54
ma chi è questo agostinelli che sproloquia. dica cosa fa, come ha ottenuto il suo posto di lavoro cosa guadagna. fa forse parte della casta?Tra parentesi mi sto occupando dell'installazione di un fotovoltaiaco; 6 kw di potenza picco mi costano più di 25000 euro compresa la sistemazione del tetto per ricevere 50 mq di pannelli: non ci rientro neanche in dieci anni quando probabilmente i pannelli saranno da buttare visto che non c'è letteratura in proposito.
Scritto da panoramix il 22/9/2011 alle 12:57
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