In rosso quotazioni petrolio, in blu quotazioni grano (pane)

A prima vista il grafico odierno sembrerebbe non essere in alcuna relazione con la strage di Porto Said. Da esso tuttavia si evince che l’andamento del prezzo del pane, dalla crisi del 2008, segue strettamente la quotazione del petrolio sui mercati mondiali. Se solo si pensa che il prezzo del petrolio è fortemente influenzato dalla speculazione finanziaria (derivati e borse), allora si capisce che l’innalzamento del prezzo del barile nelle contrattazioni da Tokyo a Francoforte, può portare da noi magari al blocco dei TIR, ma nella fascia povera della popolazione dell’area mediterranea significa immediatamente una crisi alimentare, enormi tensioni sociali, strette autoritarie e possibili repressioni militari. L’anelito di libertà dei popoli arabi continua purtroppo e paradossalmente a passare dagli sceicchi sauditi e del Qatar, dai computer di Wall Street, dalle pretese di immunità del capitalismo industriale e del mondo bancario.