La presenza dell’articolo 18 sfavorisce le assunzioni? Se così fosse, dovremmo aspettarci che le piccole aziende, dove il reintegro non è in vigore, assumessero di più che le grandi. E invece il dato dell’Unioncamere dice esattamente il contrario.

Le imprese con meno di 50 dipendenti (la grandissima parte delle quali è sotto i 15, quindi non applica il reintegro) hanno assunto nel 2011 solo nel 20% dei casi, contro il 77% delle imprese più grandi.

In Italia si sta "considerando una riforma del mercato del lavoro, mirata ad ammorbidire le tutele sui contratti standard” per compensarla con “una riforma del welfare per migliorare la rete di sicurezza per i disoccupati". Questa è la posizione manifestata dal ministro Fornero in sede europea e sostanzialmente appoggiata dal PdL e dal PD. Si potrebbe quindi pensare che in Italia vi sia un eccesso di tutele per i lavoratori a tempo indeterminato (i “contratti standard”) rispetto ad altri paesi. Ma a confutare tale tesi ci pensa l’OCSE, che comunica che la difficoltà di licenziamento di un lavoratore, misurata con un indice apposito è di 1,77 nel nostro paese contro 2,1 della media OCSE. Ci battono quasi tutti. Allora…a che gioco giochiamo? E perché si incrimina l’articolo 18?