Conflitti e rivolte in corso in Africa centrale
La caduta di Gheddafi sta provocando reazioni a catena tra etnie e poteri tribali a sud della Libia. Dopo le primavere arabe dell’inizio del 2011 e i conflitti in Sudan, Costa d’Avorio e Congo, si sta destabilizzando in questi giorni il Mali, una nazione povera, ma con un'antichissima tradizione imperiale (Djenne, Timbuctu) e uno sviluppo culturale altissimo (la musica e la scultura maliana sono notissime). Si tratta della porta dell’Africa Nera, ricchissima di minerali e petrolio. Proprio tra la Libia, l’Algeria e il Mali si sono sempre mossi i Tuareg, gli uomini azzurri grandi carovanieri, che rivendicano la loro indipendenza nei territori deserti.
Dietro agli scontri in corso ci sono antiche tensioni, ma anche le grandi multinazionali e gli interessi europei, cinesi e americani che alimentano il ricorso alle armi e appoggiano gli eserciti che si combattono aspramente. Intanto è salito il prezzo dell’uranio e le borse petrolifere sono in apprensione. Come un battito d’ala di farfalla può provocare un ciclone a migliaia di chilometri di distanza, così una carica di cammelli nel deserto potrebbe causare un balzo dello spread dalle nostre parti. Che mondo, quello in cui si viene a sapere del massacro di africani attraverso la risalita di un grafico in Piazza Affari!