Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 11/12/2008 alle 11:17

In tutta la Lombardia i lavoratori che rischiano di restare a casa sono quasi 23mila solo nell'industria metalmeccanica. E’ la situazione peggiore da dieci anni a questa parte. L'indice di crisi (fissato a 100 per il 2000) calcolato dalla Fim-Cisl è pari a 293, contro il 151 del primo semestre di quest'anno e il 281 raggiunto nel 2005. Il decadimento strutturale che da anni caratterizza il sistema industriale della Lombardia è ormai sotto gli occhi di tutti. Da anni assistiamo a due fenomeni paralleli e altrettanto preoccupanti: la delocalizzazione dell’attività manifatturiera a basso valore aggiunto e la concentrazione fuori dal paese delle proprietà intellettuali e delle attività di ricerca, progettazione e sviluppo. Il risultato è l’impoverimento del tessuto produttivo, la perdita di realtà ad alto contenuto tecnologico, le espulsioni dai luoghi di lavoro. I dati da noi registrati a Novembre sono impressionanti: tra mobilità e cassintegrazione sono 30mila gli “appestati” nella nostra regione, a cui bisogna aggiungere i quasi 100mila della cassa ordinaria o in deroga. Lombardia vuol dire oggi 800mila imprese con prospettive incerte e 4 milioni di lavoratori a una media non certo “europea” di 1180 euro mensili di salario. E il 70% dei nuovi lavori a tempo determinato, mentre i licenziamenti nelle piccole imprese sono aumentati in due mesi del 26%. In questo quadro il governo Berlusconi, la giunta Formigoni e la Confindustria continuano a proporre le ricette economiche e sociali che hanno portato alla crisi. Nella seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata alla crisi economica dello scorso 18 novembre la giunta Formigoni si è limitata a istituire un fondo di 20 milioni di euro per sostenere le famiglie, in particolare quelle numerose, più deboli o che devono sostenere onerosi impegni di cura. Un intervento sul tema della casa ha racimolato poche risorse aggiuntive specifiche per aiutare le famiglie a pagare i mutui e gli affitti. Ma nessun ripensamento sulla politica di privatizzazioni e di sostegno alla rendita immobiliare che la sua giunta ha perseguito e che è corresponsabile dell’abbassamento delle difese dei lavoratori e dei ceti popolari lombardi. Nella crisi più grave del dopoguerra si persevera nel sostenere imprese e famiglie e non il lavoro, depotenziando i diritti e la dignità. Le ingiustizie sociali sono clamorose: si detassano gli straordinari e si mantengono le tasse sulla cassa integrazione. Per questo Rifondazione in Consiglio ha chiesto la sospensione per un anno degli aumenti di tutte le tariffe e i canoni. E ancora: alzare la soglia di esenzione dai ticket fino a 17mila euro di reddito annuo; prevedendo per i mutui prima casa forme di garanzia per evitare il pignoramento. E innalzare la fascia di esenzione dell’Irpef regionale per i redditi individuali fino a 20mila euro e i monoreddito fino a 30mila; abolendo lo stesso tributo sulla tredicesima 2008. Azioni per sostenere le famiglie in modo virtuoso mettendo a disposizione dei proprietari della prima casa un bonus per misure di risparmio energetico e di alimentazione da fonti rinnovabili. Sono alcune delle misure che vanno in direzione opposta rispetto alla scellerata politica economica e finanziaria sostenuta dal Governo Berlusconi. I proclami del cavaliere sono un inno alla demagogia: "Chi può continui a spendere, no al pessimismo". La logica dei tagli pressoché indiscriminati dei ministri Tremonti, Gelmini e Brunetta non appare in grado di proteggere prima e di consolidare poi i veri antidoti alla crisi, come è dimostrato proprio nel settore dell’istruzione e della ricerca. E la riduzione del welfare e la mancanza di interventi per stabilizzare il lavoro e diffondere gli ammortizzatori sociali espongono ancora di più alla crisi i settori più deboli. La crisi morde e, per una cura da cavallo necessaria, Formigoni ha risposto con un’aspirina, mentre Berlusconi spera nell’effetto placebo. Ma già nello sciopero generale del 12 Dicembre studenti, cittadini, lavoratori e pensionati prenderanno la parola.

 

Categoria: Idee e proposte
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