Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 12/1/2009 alle 11:10

Perché Malpensa, la madre di tutte le guerre della Lega e del centrodestra del Nord è sparita dalle cronache prealpine e dai TG della Lombardia? Perché Formigoni, la Moratti, Cattaneo, Reguzzoni e Bossi non hanno abbandonato i cenoni di fine d’anno e non si sono precipitati a picchettare le piste della brughiera sommese e a organizzare sit-in di dipendenti SEA in procinto, purtroppo, di licenziamento, grazie alla loro scandalosa condotta elettoralistica nella vicenda Alitalia- aeroporti lombardi? Eppure chi, come noi, avvertiva la strumentalizzazione e chiedeva con forza piani industriali non fasulli, partner europei con cui trattare alla pari e assetti realistici per la mobilità  e per il sistema aeroportuale di un Nord parte dell’Europa, è stato irriso dai “leader” ora scomparsi nelle nebbie invernali e sistematicamente occultato dai media abbagliati dal “partito del Nord”. 
CAI "nuova Alitalia" getta ora la maschera e pubblica gli orari: solo 3 voli intercontinentali da Malpensa, il lungo raggio ridotto a 13 voli, meno della contestatissima proposta Air France (20 voli). I 39 voli tra Malpensa e Linate su Parigi dicono con la massima chiarezza la direzione in cui si va, privati però del potere negoziale che la compagnia di bandiera poteva esercitare verso Air France prima della sua liquidazione.
Giuseppe Bonomi ha smesso di tuonare, la strada scelta con il fallimento della vecchia Malpensa gli ha tolto qualsiasi potere contrattuale ma non solo. Nuova Alitalia minaccia di levare l'handling alla SEA, con rischi di fallimento della SEA stessa e buona pace degli investimenti degli enti pubblici lombardi (Comune di Milano e Regione). Si è messo in ginocchio di fronte a Colaninno spera di non essere affondato. Si dice che l’eventuale disdetta e la perdita di due clienti come Alitalia ed Air One si tradurrebbe in un buco da decine di milioni per la società controllata dal Comune di Milano, e metterebbe a rischio anche centinaia di posti di lavoro.
Emma Marcegaglia e Tronchetti Provera, che a primavera ritenevano inaccettabile un piano ben migliore («il ridimensionamento di Malpensa è inaccettabile», tuonava a febbraio il numero uno della Pirelli) dove sono? Dissolti nel loro nuovo ruolo di socio CAI!
E Formigoni, Raffaele Cattaneo e la terribile Letizia, che volevano occupare la pista non hanno niente da dire?
Reguzzoni, che ci spiegò che dava le dimissioni da Presidente della Provincia di Varese per andare a Roma a difendere Malpensa, ora cosa ci rimane a fare?
E la rinegoziazione degli accordi bilaterali che permetterebbero di avere un nuovo vettore capace di fare di Milano il suo hub e slegare il destino di Malpensa da quelli della CAI? Assolutamente neanche un solo passo avanti.
Ormai è chiaro: Alitalia rinasce dalle sue ceneri lasciando sul campo due grandi sconfitti: i contribuenti italiani, i veri finanziatori del salvataggio, e il "fronte del Nord", quella variopinta armata di politici e imprenditori, con troppa accondiscendenza bipartisan per i miei gusti,  che dieci mesi fa si erano spesi in manifesti, convegni e proclami per affondare la vendita ad Air France - colpevole di un possibile declassamento di Malpensa - e che oggi si ritrovano con un pugno di mosche in mano.
Perché non se ne parla in Lombardia e qui a Varese? Non è che ci sia un divieto a disturbare i nuovi “patrioti” e che la difesa del territorio e della “lombardità” in realtà continui a nascondere la copertura di interessi e di affari e la penalizzazione del mondo del lavoro?

Categoria: Malpensa
Commenti dei lettori: 1 commento -
A varse si parla a" a prescindere": a prescindere di come va il trasporto aereo dopo l'11 settembre a prescindere di come va la congiuntura economica a prescindere se abbiamo o non abbiamo manager del trasporto aereo che sanno come far funzionare compagnie e aeroporti a prescindere di come cambia il mercato dei trasporti. Prosopopea e arroganza invece abbondano. Malpensa e', purtoppo, solo il primo di una serie di disastri.
Scritto da claudio mezzanzanica il 5/1/2009 alle 14:34
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