Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 23/2/2009 alle 11:01

Sabato 21 Febbraio si è svolta a Milano una grande manifestazione contro il razzismo. Donne e uomini di mezzo mondo sono sfilati per ore nella città, con allegria, con serena determinazione, per portare un raggio di civiltà in una regione sempre più cupa e sempre più allontanata dalle sue tradizioni di tolleranza da un governo estremista e irresponsabile. Bello vedere dietro gli striscioni della CGIL portati da mani nere, bianche, gialle e creole. Una forza indispensabile per affrontare un futuro multiculturale che la Lega vorrebbe relegare nella clandestinità. Milano e la Lombardia hanno dimostrato che gli italiani non sono quelli descritti da Maroni dietro le sue spesse lenti, che illuminano mostri senza vedere le sofferenze e la vergogna imposta ai più deboli e ai suoi concittadini meno truci.
La manifestazione è stata organizzata contro il “pacchetto sicurezza” ancora una volta imposto in disprezzo della nostra Costituzione. Le intenzioni dichiarate dal Governo, nell’annunciare il “pacchetto sicurezza”, sono quelle di un contrasto alla criminalità diffusa e a quella organizzata. Un intento che, se fosse affiancato da strumenti efficaci e coerenti, non solo sarebbe condivisibile ma un preciso dovere dello Stato verso tutti i cittadini. L’immigrazione clandestina, viene sostenuto dall’esecutivo, è ciò che alimenta maggiormente il senso di insicurezza tra la popolazione.
Se questo corrispondesse al vero, ci si attenderebbero interventi finalizzati al contrasto degli atti criminali, dei mercati paralleli ed illegali dei contratti di soggiorno, dello sfruttamento della prostituzione, della tratta degli immigrati schiavi, dell’utilizzo illegale della forza lavoro degli stranieri non in regola, della loro emersione verso la legalità.
È così? I contenuti del disegno di legge prevedono iniziative in tali direzioni? Purtroppo no, non è affatto così!
Risulterà che, contrariamente alle finalità sbandierate, gran parte degli effetti cadrà invece sulla fetta maggioritaria dell’immigrazione (intorno ai 4 milioni), quella che risiede regolarmente nel nostro Paese, paga le tasse, lavora e spesso è impiegata in quelle attività che nessuno di noi italiani vuole più svolgere. Il grosso dei provvedimenti restrittivi approvati al Senato infatti riguarda solo loro. Quelli invece indirizzati verso coloro che vivono illegalmente in Italia riguardano circa 900mila persone, delle quali più della metà badanti, baby-sitter e collaboratrici domestiche. Sono provvedimenti utili? Sicuramente no.
Gli strumenti legislativi proposti risulteranno inefficaci e velleitari, vista proprio la composizione della fetta “clandestina” del fenomeno: sono iniziative di puro “annuncio propagandistico” che, lontane dal raggiungere lo scopo dichiarato, semineranno solo altra paura, solo altra insicurezza.
La presenza dei cosiddetti clandestini nel nostro paese è il frutto delle politiche di questo governo e soprattutto di quelle del partito che il Ministro Maroni rappresenta. Le cause dell’aumento della presenza di immigrati irregolari in Italia sono da ricercare nell’assenza di un governo ragionato del fenomeno e di politiche efficaci per gli ingressi regolari nel nostro Paese. Siamo in presenza di “decreti flussi” tardivi e per nulla rispondenti ai reali bisogni del nostro sistema economico, delle nostre famiglie. Viene reso praticamente impossibile regolarizzare chi ha un lavoro. Vengono invece premiati quei datori di lavoro che hanno fatto e fanno la loro fortuna sulla mancanza di diritti sul lavoro e su bassi salari. Essi incentivano, con il loro comportamento, l’ingresso di immigrati irregolari e una sleale competizione con le imprese che vogliono stare nelle regole vigenti.
La Bossi-Fini è la causa di tutto ciò: una legge che negli anni ha fatto diventare irregolare anche chi, pur avendo un permesso di soggiorno, si è trovato ad essere clandestino solo perché ha perso il lavoro e non è riuscito a trovarne uno nuovo, nei sei mesi successivi. Siamo in presenza, purtroppo, di una  politica che affronta il fenomeno immigrazione in un’ottica di emergenza e di controllo sociale, negando il ruolo fondamentale che i migranti regolari svolgono nell’economia del nostro Paese (10% del PIL). Siamo una società plurale e bisogna averne la consapevolezza favorendo i processi di inclusione e investendo in politiche sociali tese a dare dignità a chi ha deciso di costruirsi un futuro nel nostro paese. Con la manifestazione di sabato 21 febbraio, così matura e civile, si è affermato che doveri e diritti hanno pari legittimità se viaggiano insieme. Pretendere solo obblighi e doveri senza diritti non fa parte della cultura democratica di un paese. Umiliare con norme sempre più vessatorie e repressive gli stranieri, come fa laLega Nord, rischia di produrre effetti controproducenti sulla convivenza civile di un Paese che, al contrario, avrebbe bisogno di unità sociale per affrontare i tanti problemi che l’affliggono da troppo tempo.
Il video della manifestazione


Categoria: Idee e proposte
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