"abbiamo saputo restare legati alla gente, ascoltarla e dare risposte"
(Bossi)

Luciana Ruffinelli   lucianaruffinelli@libero.it
inserito il 22/4/2010 alle 14:59

Il federalismo a scuola è una riforma necessaria per stare al passo con il mondo che ci circonda e con la società lombarda. Le forze politiche, lavorando insieme, possono fare della Lombardia il laboratorio del rinnovamento della scuola, che rischia altrimenti di essere un fanalino di coda.

La Lega da anni si batte per una scuola impostata su base regionale per il reclutamento degli insegnanti e per una piena aderenza dei programmi scolastici alla realtà storica, sociale ed economica della nostra regione. Ora il governatore Roberto Formigoni ripropone l’argomento e ottiene un parere positivo da parte del ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini. Un asse lombardo in cui  la Lega si riconosce in pieno. Quel che conta sono la bontà delle proposte e i risultati, non certo la collocazione politica di chi fa le proposte.  Per la nuova legislatura regionale la riforma della scuola è un’occasione formidabile per mettere un altro mattone fondamentale alla costruzione di una Lombardia che sappia stare al passo non solo con l’Europa e con il mondo, ma soprattutto con la propria società, civile ed economica, che guardando la realtà e i fatti concreti e quotidiani si dimostra in tutti i campi ben più avanti rispetto a certe inefficienze normative ancora da superare.

Il modello da seguire è quello della riforma sanitaria, che poggia sul principio di sussidiarietà, sulla libertà di scelta delle persone e sulla meritocrazia.
 
La scuola non è questione meno importante: si occupa del futuro dei nostri figli che in un mondo globalizzato devono competere con i loro coetanei indiani, cinesi e americani che godono di istituzioni formative di prim’ordine. Dobbiamo guardare avanti e puntare alla qualità e all’efficienza del sistema educativo e formativo, non possiamo più permetterci di lasciare spazio e campo libero all’autoreferenzialità delle istituzioni scolastiche centralistiche. 
 
La proposta ripresa da Formigoni va nella direzione di assolvere a queste esigenze. Merito e territorio sono da sempre due cavalli di battaglia del movimento leghista, e la discesa in campo del presidente della Regione al nostro fianco rappresenta una conferma. L’albo regionale per la scelta degli insegnanti è l’applicazione di un principio federalista che risponde innanzitutto al criterio del buon senso. 
Un’ evidente conferma della bontà del progetto è data dal fatto che si sia sollevata immediatamente la solita levata di scudi politico-sindacale con considerazioni secondo cui la proposta non sarebbe la soluzione ai problemi della scuola e che hanno chiaramente come unico scopo la conservazione dello “status quo”. 
Se pensiamo poi che dopo l’appoggio incassato dal ministro dell’istruzione, “L’Unità” ha titolato “Gelmini leghista”, abbiamo chiuso il cerchio: è vero, l’unità d’intenti su questo argomento è totale ed è di ottimo auspicio per portare a compimento in tempi ragionevoli un progetto che garantirà benefici notevoli innanzitutto per gli studenti e le famiglie. Perché la nostra scuola lombarda, che sotto le inefficienze e le incrostazioni di certe regole e prassi consolidate nasconde una miriade di eccellenze in campo formativo che si poggiano quasi unicamente sulla professionalità e sull’impegno a titolo personale di docenti e dirigenti scolastici appassionati, ha bisogno di una ventata di aria nuova per fare quel salto di qualità di cui ha tutte le potenzialità. Ne ha bisogno per garantire alle famiglie un’educazione e una formazione di eccellenza, ma anche per stare al passo con la società lombarda e con il mondo imprenditoriale chiamato a competere con il resto del mondo. 
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