Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 8/6/2014 alle 19:04


Ho risentito questa mattina l’idea che Susanna Camusso aveva illustrato sul Corriere della Sera di alcuni giorni fa: “Propongo un grande partito unico della sinistra che abbia come blocco di riferimento il lavoro sul modello della Cgil, casa unica della sinistra”.
Un orientamento presente nel dibattito sul Pd che è quanto di più lontano dal mio modo di pensare. Mi sembra la posizione dei laburisti inglesi, prima di Tony Blair, quando passavano di sconfitta in sconfitta. Ed è una linea contrastante con quella che ci ha permesso di superare il 40% alle recenti europee.
Faccio a tutti una domanda che ritengo importante: la Cisl e la Uil cosa sono allora, non fanno parte del blocco sociale che ha come riferimento il lavoro?
Il Pd deve saper attrarre i consensi dei lavoratori sindacalizzati ma al di fuori dei sindacati c’è una prateria da percorrere e vivere con le idee riformiste che possono contraddire i - legittimi - interessi che i sindacati giustamente difendono.
Si metta il cuore in pace la Camusso: un bel partito a sinistra del Pd, magari guidato da Landini, è inevitabile e può essere molto utile.
 

Commenti dei lettori: 39 commenti -
condivido,,,ormai si sa il ritornello...è come attuarlo che dovrebbero dire o somministrare, anche con una pillola al giorno...che toglierebbe la crisi di torno..ovvero non certo con l'aumento delle tasse, della burocrazia o dell'IVA, ma naturalmente con le riforme..della P.A. della giustizia, o fiscale , per non parlare dei rifiuti, inteso la differenziata che in molte zone non è praticamente ancora partita,,inoltre gli esodati il fiscal compact o l'impossibilità di stampare moneta
Scritto da zva il 8/6/2014 alle 19:44
Un bel blog e Landini è gia espulso dalla CGILl, fare un partito alla sinistra del PD? politicamente sarebbe la cosa più facile considerando che nel PD contenuti di sinistra ne vedo pochi, il problema, e il caso Spinelli se necessario lo dimostra, è l'immaturità di chi sta alla sinistra, la cosa che in realtà mi spaventa è che Adamoli parla di Blair, prima e dopo, il dopo è quando si è messo a cercare ordigni nucleari che in pochi minuti potevano colpire Londra, come modello VERGOGNOSO
Scritto da angelo m il 8/6/2014 alle 19:57
La Signora Camusso è la stessa che ha proclamato lo sciopero della RAI, il più grande brefotrofio degli incapaci di questo Paese. Mi pare che non abbia una visione precisa del mondo del lavoro, sono sicuro, comunque, che di politica se ne intende poco. Se ha bisogno del Partito della Sinistra Unita si allei con il blocco Tsipras che in Italia sta mostrando la vera sinistra-sinistra: solo litigi per il potere.
Scritto da Sic Est il 8/6/2014 alle 20:30
La proposta della Camusso sarebbe mortale per il centrosinistra. Perché non si occupa solo di sindacato?
Scritto da Lavoratore Malpensa il 8/6/2014 alle 20:41
Mi piace Landini perché è persona intelligente, anche se sono lontano mille miglia da quell'idea di 'progressismo'. Alla sinistra del Pd facciano, con la Camusso o con altri, quel che credono; ho sempre pensato che i veri 'conservatori' stiano ovunque, anche da quelle parti. Sono 'vecchi' e superati dalla storia ma, in genere, persone perbene che rispetto molto. Renzi sul sindacato ha detto cose coraggiose. Struttura e modalità sono quelle degli anni cinquanta. Devono cambiare solo gli altri?
Scritto da paolo rossi il 8/6/2014 alle 20:52
La lista Tsipras è stata seria in campagna elettorale, subito dopo ha cominciato con i vecchi vizi. Rifondazione comunista contro Sel e tutti e due contro Barbara Spinelli, i vari gruppuscoli uno contro l'altro armati, una desolazione.
Scritto da Vittorio il 8/6/2014 alle 21:48
Il Sindacato superato dalla Storia? Rossi, datti una regolata.
Scritto da Pdvarese il 8/6/2014 alle 21:55
La penso diversamente da Adamoli ma lui ha un modo di discutere questi problemi ben diverso da quello di Rossi che dice cose, lui per davvero, fuori dalla realtà. Purtroppo a sinistra del Pd c'è tutto da ricostruire. Io non perdo la speranza nonostante le delusioni.
Scritto da MarioT. il 8/6/2014 alle 23:06
La Susanna, se ne è capace, ci provi a "cambiare" sul serio la CGIL e contribuire a cambiare in profondità e radicalmente il sindacato se ne è capace. Che sia lei, dal sindacato in crisi profonda, a dire cosa deve essere la sinistra del futuro è la metafora della confusione totale in cui si trova la Camusso. Landini, per favore, sia lasciato dove sta, lui deve essere il "Renzi" di tutto il sindacato non solo della CGIL. Il soggetto politico a "sinistra del PD, lo costruisca la "politica".
Scritto da robinews il 9/6/2014 alle 00:55
Che certe affermazioni e posizioni siano superate dalla storia, mi si permetta,sarà appunto la storia a certificarlo, non certo noi. Del resto proprio la storia ci ha abituato a scherzetti divertenti:qualcuno ricorda Benedetto Croce, il grande Benedetto Croce, che agli inizi del ventesimo secolo ebbe a dichiarare, con una bella metafora, la morte del marxismo, collocando appunto Marx in soffitta? Poi abbiamo visto tutti che Marx ed il marxismo hanno segnato la vita di diverse generazioni nel corso del ventesimo secolo. Che cosa sia morto e che cosa sia vivo di loro è problema complesso -politico, economico, culturale - e non sarò certo io, o altri in questo blog, a definirlo una volta per tutte. Rimaniamo quindi all'hic et nunc delle nostre piccole vicende quotidiane. Sono assolutamente d'accordo con Adamoli: mi era sfuggita tra l'altro l'affermazione della Camusso, che mi stupisce non poco, perchè fa fare al laboratorio politico italiano un bel passo indietro. Intendiamoci, un partito unico della sinistra potrebbe concettualmente starci, come elemento di discussione: un unico contenitore di moderati e radicali appunto di sinistra (l'Inghilterra con il Labour party è o è stata a lungo un modello del genere). E' però la situazione italiana tale da rendere possibile un progetto di questo tipo? Non lo credo. E d'altra parte anche la storia del sindacalismo italiano è diversa, per cui non è proponibile il modello delle Trade Unions legate al partito laburista. In conclusione non vorrei che Susanna Camuso si comportasse come i gamberi: dopo i significativi passi in avanti sul terreno dell'unità d'azione ritrovata con Cisl e Uil dei mesi scorsi, ricollocasse la Cgil, per convinzione o per ragioni tattiche, su posizioni massimaliste e antiunitarie, dando fiato a chi, anche fuori della Cgil, nella Cisl o nella Uil, fa il tifo per un'ulteriore divisione. Sarebbe un'ennesima occasione persa per le forze sociali in Italia, perchè segnerebbe un ulteriore indebolimento del già debole sindacalismo italiano!
Scritto da mariuccio bianchi il 9/6/2014 alle 07:51
@angelo m. (19.57) - Ritengo anch’io, e l’ho scritto più volte anche sul blog, che la guerra in Iraq sia stata un grosso errore della coalizione guidata dagli americani con l’adesione inglese, ma adesso sto parlando di come Blair ha saputo cambiare il partito laburista portandolo alla vittoria dopo tante umilianti sconfitte e guidando la Gran Bretagna per più di dieci anni con risultati brillanti. Hai ragione, ognuno sceglie i suoi modelli. Il mio preferito è sempre stato il New Labour Party da ben prima che Renzi salisse alla ribalta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/6/2014 alle 08:19
Sul ruolo del sindacato non si può discutere, così come sulla sua centralità dentro un sistema democratico. In questi anni, giustamente, la politica, i partiti, sono stati 'massacrati' per la loro arretratezza, per la loro incapacità di essere adeguati ai cambiamenti in atto. Molti attori politici qualche sforzo concreto per cambiare lo stanno facendo in uno spirito fortemente autocritico. Il sindacato oggi dovrebbe fare altrettanto invece di esternare a prescindere una sorta di 'inviolabilità'.
Scritto da paolo rossi il 9/6/2014 alle 09:38
@Robinews. Landini alla Cgil è e sarà minoranza. Potrebbe giocare invece un ruolo politico a sinistra del Pd dove Vendola che ho sempre sostenuto e sostengo ancora oggi non riesce a rimettersi in gioco e diventare leader. Landini potrebbe essere la persona giusta. Se tu vedi qualcun altro dimmelo.
Scritto da Mario T. il 9/6/2014 alle 09:46
La CAMUSSO non ha ancora capito.
Scritto da Mario Fappani il 9/6/2014 alle 11:06
Giuseppe, cosa dici di Sabina Guzzanti che a proposito di Barbara Spinelli ha firmato appelli in contrapposizione uno con l'altro? A me sembra politicamente indecente.
Scritto da Una Pd Brescia il 9/6/2014 alle 11:24
Viva Landini.
Scritto da Luigi Dozio il 9/6/2014 alle 11:26
Caro Rossi, non enfatizziamo eccessivamente il ruolo modernizzatore dei partiti: in parte sembra esserci qua e là, ma saranno i prossimi mesi ed anni (non voglio scomodare la storia) a dirci se si tratta di una modernizzazione positiva o meno. Non dimentichiamo - e non vorrei che il paragone sembrasse eccessivamente dissacrante- che molti movimenti e poi partiti nel secolo scorso- a partire dal fascismo-hanno presentato un volto modernizzatore ed un'anima conservatrice reazionaria. Quanto al sindacato o ai sindacati, è indubbio che, a fronte di una certa rappresentatività che non si può negare, ci sia bisogno di uno svecchiamento di persone e di comportamenti: molti dirigenti sono fin troppo anziani e la democrazia all'interno delle varie organizzazioni a volte è un qualcosa di autoreferenziale, troppo chiuso a livello dei gruppi dirigenti.
Scritto da mariuccio bianchi il 9/6/2014 alle 11:47
Negli anni 70,coloro che nei luoghi di lavoro volevano iscriversi al sindacato,parlo del settore metalmeccanico,e non avevano in tasca la tessera del Pci,non potevano scegliere la Fiom,per cui sceglievano Fim,la componente Cisl del settore.! Componente di cui sono ancora fiera di aver scelto per la sua capacità di rappresentare i lavoratori "cani sciolti", come ci chiamavano allora.
Scritto da Gabriella Francescato il 9/6/2014 alle 12:02
@gabriella, anch'io la pensavo come te ma riconosciamo che persone come soffiantini sofia marino begamaschi solo per fare qualche es erano uniche, sindacato o meno.
Scritto da angelo m il 9/6/2014 alle 12:16
@mariuccio bianchi, caro Mariuccio, condivido pienamente.
Scritto da paolo rossi il 9/6/2014 alle 12:18
Mi sembra che la Camusso si stia arroccando su posizioni di retroguardia. Un partito alla sinistra del Pd? Credo che ci possa essere lo spazio e che uno come Landini potrebbe esserne un leader autorevole; tuttavia credo che sarebbe bene che stia alla CGIL, sempre che glielo consentano. Ma, ritornando al partito della sinistra: quanto potrebbe durare? La ormai conclamata vocazione a incarnare la purezza assoluta finirebbe per dar luogo a scissioni in maniera esponenziale. Un’ultima annotazione su quanto scrirve @ G. Francescato. Negli anni di cui parla sembrava che l’unità sindacale fosse a portata di mano; ancor di più per quanto riguarda i metalmeccanici che militavano nella mitica FLM. Ricordo ancora che la FIM- Cisl non aveva per niente una connotazione moderata, anzi, a volte assumeva posizioni quasi temerarie, come ad esempio l’autoriduzione delle bollette.
Scritto da Angelo Eberli il 9/6/2014 alle 12:40
Chiedo scusa se intervengo in continuazione, ma non posso lasciar passare certe sciocchezze. Ero ai tempi, di cui parla Francescato, un piccolo dirigente del sindacato scuola Cgil ed avevo un sistematico rapporto con i dirigenti Fiom del tempo, da Castano a Ganugi, ad Agostinelli, per citarne alcuni di autorevoli, con i quali lavoravo per costruire quell'esperienza esaltante che furono le 150 ore. Certo la Cgil nel suo complesso aveva un rapporto organico, di cinghia di trasmissione si diceva allora, con i partiti della sinistra: P.C.I., P.S.I., e con la variegata area extraparlamentare, la cosiddetta Terza componente. Nella Fiom confluivano, realizzando anche una sintesi positiva, le tre componenti di cui sopra, dando un concreto contributo, con la Fim e la Uilm, alla creazione della F.L.M., cioè del sindacato unitario dei metalmeccanici. Che senza la tessera del P.C.I. non si potesse iscriversi alla Fiom è quindi un falso o un errore storico macroscopico. Semmai, rispetto soprattutto alla Fim, c'era nella Fiom un'attenzione particolare, che si concretizzava in una chiuisura o barriera "protettiva" nei confronti del terrorismo: chi fosse sospettato di eccessive simpatie o indulgenze verso l'area terroristica era allontanato o non facilmentete accolto in casa Fiom. Ma questo non è certo da giudicare, anche distanza di quarant'anni, una colpa.
Scritto da mariuccio bianchi il 9/6/2014 alle 12:42
Caro adamoli ognuno deve fare il proprio mestiere.
Scritto da Bepi Mazzon il 9/6/2014 alle 13:24
Caro Giuseppe, mi sembra che a partire dal tuo post due siano gli aspetti su cui riflettere. Il primo, l’attuale situazione del mondo sindacale. Il secondo, l’idea della Camusso di trasformare il PD in una sorta Old Labour o “partito cinghia di trasmissione del mondo del lavoro”. Il tema principale è sicuramente il secondo problema, ma vorrei spendere qualche parola anche sul primo punto riconoscendo a Mariuccio Bianchi di aver già scritto aspetti che condivido. Senza sottrarre spazio prezioso anche perché so che il tema potrà essere trattato con un altro post da parte tua, io credo che, sostanzialmente, si possa dire che l’attuale crisi di rappresentatività del mondo sindacale, si possa ricondurre al giorno dopo la concertazione degli anni novanta. Fino alla fine degli anni ottanta il mondo sindacale è riuscito ad essere interprete delle esigenze dei ceti meno abbienti e a trasformare queste istanze in scelte condivise e con ampio consenso. Questo non è avvenuto sempre in modo lineare né ha visto le tre centrali sindacali unite. Anzi, ci sono stati due momenti che hanno segnato la sconfitta del sindacato e il suo indebolimento: la marcia dei quaranta mila della FIAT e la rottura sindacale sul punto unico di contingenza e il referendum che la riguardava. E però fino agli anni novanta il sindacato, nelle sue diverse articolazioni, ha comunque tenuto. Con la concertazione, atto dovuto e responsabile per far uscire l’Italia dalla recessione e portarla in Europa, io penso si sia concluso il ciclo “aureo” del nostro mondo sindacale. Paradossalmente, proprio nel momento in cui il sindacato ottiene il riconoscimento più rilevante oltre che il “potere” di trattare le politiche economiche col Governo, entra in crisi. Entra in crisi, a parere mio e brevemente, perché la “concertazione” è monca, si limita ad alcuni aspetti, ma non mette in campo tutto il suo articolato disegno così come era stato pensato dall’economista cislino ucciso dalle BR, Ezio Tarantelli. Entra in crisi, poi, perché non è in grado di rispondere alle sfide che nascono dalla globalizzazione e dalla presenza sul mercato del lavoro di milioni di lavoratori non garantiti e non più legati né alle forme tradizionali di contratto né al luogo di lavoro ( grande o piccolo che sia ). Ed infine, entra in crisi perché i suoi quadri sono “vecchi” nel pensare e non solo anagraficamente, i servizi prevalgono sul lavoro sindacale e perché, via via anche i suoi dirigenti massimi sono parte di quell’establishment nazionale che negli ultimi venti anni non ha certo brillato per capacità di rinnovare e rinnovarsi.
Scritto da roberto molinari il 9/6/2014 alle 13:54
( segue ) Con un siffatto quadro comprendo, ma non condivido l’affermazione della Camusso. Una proposta difensiva, ma fuori tempo massimo. Ai tempi del PCI neanche il “partitone” era il partito della CGIL, anzi, la forza sindacale era cinghia di trasmissione del partito nel mondo del lavoro con grande disagio di uomini come Di Vittorio e Luciano Lama veri “sindacalisti” e difensori sinceri dell’autonomia sindacale. La storia italiana ha le sue caratteristiche e le sue peculiarità. In Inghilterra il Labour nasce come emanazione del mondo sindacale. Nasce per difendere i diritti dei lavoratori nel parlamento liberale e per promuovere legislazioni a favore del sindacato. In Italia nasce prima il partito socialista e solo dopo la CGIL e questo spiega molte differenze tra noi e i laburisti inglesi e le ragioni per cui il laburismo va al potere una prima volta nel 1913, mentre in Italia la sinistra, sposando tesi massimaliste, rimane fuori dalla stanza dei bottoni per tutto il ventesimo secolo. Dunque a me pare improponibile, oggi, sia il partito dei lavoratori inteso come blocco di riferimento di un solo sindacato, sia come logica di rappresentanza sociale. Il PD e il sindacato devono mantenere le proprie legittime aspettative e le proprie autonomie. Il PD deve avere la capacità di elaborare una sua linea di politica economica non dettata dalle sigle sindacali, ma capace di parlare al Paese intero comprese anche le forse datoriali. Così come il sindacato deve poter liberamente criticare e anche contrastare, quando non è d’accordo, le decisioni della politica e del PD. Il Labour ( New ) in Inghilterra ha ricominciato a vincere quando ha saputo rompere il vecchio schema che lo vedeva bloccato sulle potenti centrali sindacali e ha saputo guardare, dopo la “rivoluzione liberista”, guardare al centro. In Italia molta strada rimane ancora da fare e l’esito di questa tornata elettorale lo ha messo ancora una volta in luce. O il PD è in grado di parlare al Paese e alla sua voglia di riscatto, al Paese intero e non ad una sola parte o siamo destinati a rimanere minoranza e ad essere incapaci di progettare e realizzare i cambiamenti. Il partito unico della sinistra poi è un altro di quei “sogni” che qualcuno continua a trascinarsi dietro non capendo che è la società che ormai è cambiata e che l’unità della sinistra fa rima con “fronte popolare” e una Italia che non c’è più e che la storia ha sconfitto. E’ bene che ci sia qualcosa a sinistra del PD ed è bene che così sia perché è il Paese è complesso e tutto non può essere ridotto ad un mero scontro tra il PD e qualcosa ( che non c’è ancora ) a destra o, come attualmente avviene, con i “grillini”.
Scritto da roberto molinari il 9/6/2014 alle 13:55
Non solo condivido pienamente Adamoli, ma vorrei anche aggiungere che ho sentito troppo spesso democratici dire che il pd ha bisogno di un interlocutore a sinistra quasi come se noi fossimo uno sbiadito ricordo di veri valori e identità scoloriti per fini elettorali. Il pd ha bisogno di interlocutori ovunque, nella società, nel tessuto produttivo, in quello istituzionale, in ogni risvolto della vita della comunità. Infine non capisco la polemica sulla spinelli. Ovvio che se gli accordi erano che doveva solo prestare il volto deve dimettersi. Ovviamente non lo farà salvo miracoli. Ma d'altra parte cosa vi aspettavate? Ora come ora però preferisci festeggiare questo nuovo pd che vince e che si assume delle grandi responsabilità.
Scritto da Nicola Del Bono il 9/6/2014 alle 15:27
Renzi continui sulla strada delineata senza badare a queste proposte sciocche.
Scritto da Andrea il 9/6/2014 alle 15:37
@Roberto Molinari. Concordo pienamente.
Scritto da Maurizio il 9/6/2014 alle 16:42
@Una Pd Brescia (11.24) - Fantastica Sabina Guzzanti sul caso Barbara Spinelli. Ha detto "A forza di firmare appelli ho firmato quello sbagliato. A Bruxelles c'è bisogno di lei". Ma si sa, i comici restano spesso tali anche quando fanno politica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/6/2014 alle 17:22
@Bepi Mazzon (13.24) - Se ti riferisci a Camusso, anche a me non piace quando sconfina nel territorio puramente partitico. Se ti riferisce a Landini sono convinto che se deciderà di percorrere la strada politica lascerà il sindacato. Come vedi non abbiamo un pensiero distante, almeno credo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/6/2014 alle 17:24
La Camusso pensi alla Cgil che per lei è già fin troppo. Lo dico da iscritto al suo sindacato.
Scritto da Un cigiellino il 9/6/2014 alle 18:16
Il trucco c'è e si vede: al PD non interessa avere un partito alla sua sinistra, tanto guarda a destra! Sulla lista trepass (uno avanti e due undietro, mi ero già espresso) gli autodistruttori, volete che siano diventati di colpo gente che sappia vedere al di la del proprio botteghino?
Scritto da disillusodallapolitica il 9/6/2014 alle 18:50
che ne sa di lavoro la Camusso: non ha mai lavorato ! Ha fatto sempre e solamene la sindacalista. Io, quando lavoravo, facevo il sindacalista, ma dal posto di lavoro: addirittura dopo l'orario di lavoro. Raramente ho usufruito di permessi sindacali. Vuole l'ennesimo partitino di sinistra, che si interessi di lavoro dice lei, da prefisso telefonico dico io: ma ci faccia il piacere !
Scritto da L.V.. il 9/6/2014 alle 19:23
Risulta che dagli inizi del secolo scorso ben duecento sindacalisti sono diventati parlamentari. Spero di sbagliarmi ma penso che la sig.ra Camusso con la sua proposta e interessandosi così da vicino di politica abbia l’intenzione di seguire quella stessa strada. Io penso che un/a sindacalista debba interessarsi di lavoro e dei lavoratori, debba discutere con il Governo e con le Confederazioni padronali di contratti, di occupazione, di salari e di sicurezza sul lavoro e non di politica e di partiti. Sarebbe auspicabile che i partiti, approfittando della loro notorietà, non candidassero i sindacalisti e i vip della finanza, dello sport, della TV, del cinema, ecc. Oltretutto abbiamo constatato che la presenza in Parlamento di questi personaggi non è stata di alcuna particolare utilità. Come pure non è giusto candidare magistrati, prefetti ed alti burocrati dello Stato, se non dopo un certo numero di anni da quando cessano la loro attività.
Scritto da Nino 39 il 9/6/2014 alle 20:18
@Robinews, perché non mi rispondi, qual è la ragione vera del tuo mutismo? Su col morale che non siamo ancora morti.
Scritto da Mario T. il 9/6/2014 alle 20:33
@Mario T. (09,38) Landini è e sarà minoranza in CGIL? Ora certamente, in futuro si vedrà,. Il sindacato così come è oggi in Italia è destinato a "subire" i cambiamenti volenti o nolenti. E' solo questione di tempo, tempo che sarà sempre molto più breve. Quanto al Landini in politica ho molta paura che "una certa sinistra" possa riuscire a distruggere anche uno come lui che invece vorrei "proteggere" per il "sindacato del futuro imminente". La soluzione sta nella "politica" e non nel sindacato!
Scritto da robinews il 9/6/2014 alle 22:29
Se Camusso ragiona in questa maniera dopo la vittoria del Pd col 41% dei voti chissà cosa avrebbe detto se avesse preso molto di meno. Pericolo scampato per il momento.
Scritto da Luisa B. il 9/6/2014 alle 23:04
La seconda tornata elettorale ha dimostrato (e ci voleva tanto per capirlo) che i voti si guadagnano di volta in volta e che è finita l'epoca degli asini messi nei posti sicuri e trasformati in senatori. Ha pure certificato la "pochezza" della sinistra estrema che piuttosto che votare per uno di centro-sinistra si immola per quelli di destra. Renzi sta vedendo giusto, la vecchia e stantia ditta ha chiuso i battenti per fallimento prospettico. Spero che i reduci e i combattenti lo abbiano capito.
Scritto da Sic Est il 10/6/2014 alle 08:26
@Nino 39, soprattutto per i magistrati dovrebbe passare qualche tempo prima di assumere incarichi politici e istituzionali. Ce ne sono stati troppo che hanno approfittato della loro delicatissima funzione per fare carriera politica. Ingroia è un caso di scuola ma ma anche altri hanno dimostrato di avere in mente soprattutto o soltanto i propri interessi.
Scritto da G.G. il 10/6/2014 alle 08:31
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