Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 30/4/2009 alle 15:28

In questi giorni a Milano è davvero iniziato il dibattito culturale su Expo 2015. “Nutrire il pianeta” è un tema affascinante per una città e una regione ricca non solo di industrie, di servizi e di design, ma anche di agricoltura, di gusto gastronomico, di parchi, di corsi d’acqua, di cascine e fontanili.
Bisogna, in primo luogo, assolutamente evitare che le strutture che saranno realizzate a caro prezzo per l’Expo siano poi difficilmente integrabili con Milano e gli altri comuni, e finiscano nel novero delle aree dismesse. E’ ciò che in parte è accaduto e sta accadendo ad Hannover, Siviglia e Lisbona. Sarà possibile sperimentare a Milano per l’Expo 2015 l’ecosostenibilità come modo di vita? Un gruppo di importanti intellettuali dicono di sì con determinazione e fiducia. La visione è chiara e suggestiva: dormire in un agriturismo, mangiare cibi biologici, muoversi su mezzi pubblici non inquinanti, visitare mostre in spazi pubblici già sparsi per la città, verificare nuove forme di agricoltura, imparare a cucinare cibi che prevengono le malattie più gravi.
È un sogno, sì, ma senza sogni anche la vita delle istituzioni languisce nell’ordinaria amministrazione.

Commenti dei lettori: 10 commenti -
Che bello leggere qualcosa dell'Expo non per le beghe di potere ma per le sue finalità.
Scritto da Luigino R. il 30/4/2009 alle 15:48
Descritto così è un sogno ma ci sta. Occorre però che si muova l'intellighenzia, che spesso dorme.
Scritto da Giovanni il 30/4/2009 alle 16:09
Aaaa.... ma allora non è solo una grossa fiera, è vera fantascienza! Non capisco però che c'entrano gli intellettuali, normalmente quando si mobilitano.... non succede niente! Devono essere chiare le responsabilità e gli obiettivi. Se ci sono carenze e ritardi ci si incarognisce, non si langue. Questo è il momento di spronare e pungolare!
Scritto da Spartacus il 30/4/2009 alle 17:00
Mi accontento di molto meno: edifici di qualità architettonica elevata utilizzabili nei prossimi cento anni; servizi e infrastrutture pronte e collaudate con largo anticipo sull'inaugurazione ( non come è accaduto per Il Passante e Malpensa); nessun cantiere fermo per appalti e subappalti a imprese incapaci e non affidabili finanziariamente; nessuna inchiesta della magistratura per infiltrazioni mafiose o ruberie nostrane;contabilità trasparente e comprensibile anche alla "casalinga di Voghera
Scritto da cesare chiericati il 30/4/2009 alle 19:31
Ho avuto l'occasione di leggere il documento degli intellettuali milanesi. E' molto interessante e, come tu dici, suggestivo. Credo che uno sforzo comune delle forze mgliori della società lombarda potrà portare a risultati importanti.
Scritto da Il pirata il 30/4/2009 alle 21:07
Anche Gae Aulenti, Mario Botta ed altri famosi architetti affermano praticamente la stessa linea. Se ci sarà tanta collaborazione fra istituzioni e questo tipo di intellettuali Milano saprà essere all'altezza.
Scritto da Lucky il 30/4/2009 alle 21:34
La strada giusta potrebbe essere proprio quella di una allenza forte fra politica, istituzioni e intellettuali. La partecipazione di questi ultimi è necessaria per volare alti dal punto di vista progettuale.
Scritto da Daniele il 1/5/2009 alle 10:10
Spartacus, spronare si deve ma in maniera intelligente. Gli intellettuali da soli non possono fare niente, non hanno nessuna responsabilità. Possono però dare una mano importante. L'expo si presta molto. Si tratta, se capisco bene, di inventare una piattaforma nuova di infrastrutture, di edilizia, di sfruttamento dell'agricoltura, di rispetto dell'ecologia, e così via. Se la politica facesse a meno di questa collaborazione commetterebbe un serio errore.
Scritto da Bernasconi F. il 1/5/2009 alle 15:40
L'expo è un'occasione anche per l'occupazione professionalizzante. Sarebbe un peccato sciuparla per inettitudine politico-amministrativa.
Scritto da Mario il 1/5/2009 alle 16:27
Al di là della poesia c'è una realtà difficile ma molto importante che richiede armonia di intenti fra tante componenti della società. Spero che la regione sia in grado di dare il suo contributo.
Scritto da Giorgio il 1/5/2009 alle 23:05
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