Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 23/5/2009 alle 11:45

Vi invito a leggere un breve articolo di Umberto Veronesi pubblicato dal Corriere della Sera (che potete trovare sul sito). Parla degli ospedali, ma non di alta e complessa strategia della salute. Semplicemente di come gli ospedali e il personale medico  e non medico dovrebbero rispettare le esigenze del malato e non viceversa. Parla di pasti, di orari, di camere, di ritmi della vita che dovrebbero valere anche quando si è malati e più forte è il bisogno di non sentirsi isolati, all'angolo, mortificati da trattamenti coatti, tanto più incomprensibili quanto più inutili.
Ho letto tanti documenti che discettono di "umanizzazione degli ospedali". Questo articolo rende semplici concetti difficili, li traduce in pratica, dà l'esatta idea di un orizzonte di umanità che dovrebbe essere condiviso da tutti noi.

Categoria: Sanità
Commenti dei lettori: 5 commenti -
Si, gli ospedali dovrebbero subire una trasformazione profonda di questo tipo. Molti documenti sofisticati non danno l'idea della innovazione necessaria come invece riesce a fare questa breve nota di Veronesi.
Scritto da Bernasconi il 23/5/2009 alle 13:54
Ho letto il breve articolo di Veronesi. Devo dirti che lo condivido al 100%. Sono stato per alcuni anni nel consiglio di amministrazione (meglio: comitato di gestione) della USSL n”2 di Cittiglio. Erano gli anni fine settanta / ottanta. Sono riuscito a far cancellare alcune norme che ritenevo incivili, come la rigidità degli orari di visita. Ritenevo che privare una persona sofferente dal contatto degli affetti più cari fosse una norma burocratica crudele. Avevo provato sulla mia pelle quanto fosse crudele questa norma. Novello sposo 25 enne, ricoverato per una grave forma di peritonite, venivo privato dall’assistenza di mia moglie: la figura che maggiormente riusciva , con la sua presenza, ad alleviare le mie sofferenze . E quando ho potuto avere la possibilità di avere voce in capitolo nella gestione dell’ente ho severamente redarguito una suora che, allo scadere dell’ora canonica di visita, scacciava i parenti battendo le mani facendo sciò sciò quasi si fosse in un pollaio. Avevo anche sollevato i problemi che ora Veronesi , con la sua grande autorevolezza, pone all’attenzione. Mi sono scontrato con un muro. I tempi non erano quelli giusti. Sono lieto che oggi tornino alla ribalta. È una questione di civiltà. Aggiungo che ho dovuto ancora indignarmi di recente vedendo mia mamma quasi novantenne, ricoverata per la frattura di un femore, apostrofata col tu da ausiliarie forse trentenni.
Scritto da Angelo Eberli il 23/5/2009 alle 14:15
Hai selezionato un argomento importantissimo. Credo che questo che tu chiami "umanizzazione ospedaliera" sia uno dei temi del futuro di una buona sanità. Ti invito a proseguire su questa strada.
Scritto da Un ospedaliero il 23/5/2009 alle 17:05
L'ho seguita in tutti questi ultimi mesi senza intervenire. Apprezzo la sua attività di comunicazione, direi anche di "formazione", per l'equilibrio, che non è mai banalità. Questo problema dell'umanizzazione degli ospedali, al pari di quello della psichiatria, merita grande attenzione.
Scritto da Un prete anonimo il 23/5/2009 alle 17:59
Sono d'accordo con tutti voi. Rendere gli ospedali più umani è il grande obiettivo dei prossimi anni.
Scritto da Un ex DS di sinistra il 24/5/2009 alle 13:30
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